(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Uno dei danni collaterali della polemica Di Matteo-Bonafede, oltre al festoso banchettare dei peggiori avvoltoi, è che oscura il vero motivo delle scarcerazioni di boss mafiosi e delinquenti comuni col pretesto dell’emergenza Covid. E cioè l’orientamento di un bel gruppo di giudici di sorveglianza che passano per “garantisti”, ma in realtà sono semplici “decarceratori”. In questo Paese a corto di senso dello Stato, è molto diffusa, anche nella magistratura (e non solo nelle correnti di sinistra), l’allergia al carcere. C’è pure chi lo abolirebbe, non ne fa mistero e, alla prima occasione, mette fuori tutti quelli che può. Che le carceri siano sovraffollate, promiscue e spesso terrificanti lo sappiamo. Ma non per i troppi detenuti (che anzi sono sotto la media europea), bensì per la penuria di posti cella (che va colmata costruendo o allestendo nuovi reparti). In ogni caso i giudici devono applicare il Codice penale che prevede la “reclusione” (c’è scritto proprio così) per una serie di reati. Prima si dava per scontato che – a parte reati gravissimi, o lievi ma commessi da poveracci senza tetto né difesa – la reclusione fosse finta, grazie a prescrizioni, amnistie, indulti, condoni, leggi svuotacarceri, pene alternative, liberazioni anticipate, sconti, attenuanti, condizionali, limiti d’età, scappatoie e cavilli vari. Il famoso Codice Spaventapasseri: da lontano fa paura, da vicino fa ridere.
Poi il ministro Bonafede ha ridotto il gap fra pene scritte nel Codice, irrogate nelle sentenze e scontate in carcere. Prima per i tangentari (Spazzacorrotti), poi per evasori e frodatori fiscali (ultima Finanziaria), infine per i mafiosi (il dl Cura Italia li esclude dalle pene alternative che i giudici possono concedere, in base alla svuotacarceri Alfano del 2010, a chi deve scontare meno di 18 mesi durante l’emergenza virus) e in futuro per tutti (blocca-prescrizione per i reati commessi dal 2020). A quel punto il sistema si è ribellato e, con esso, alcuni giudici decarceratori. Hanno messo fuori Formigoni dopo 5 mesi (su 70 da scontare) tradendo la legge Spazzacorrotti con un’interpretazione “non retroattiva” contraria a 30 anni di giurisprudenza costante in materia di esecuzione penale, dopodiché la Corte costituzionale con agile piroetta s’è contraddetta per avallare quell’assurdità. Poi è partita la canea sull’imminente “strage”, anzi “apocalisse” da Covid nelle carceri, con appelli ad amnistie, indulti e scarcerazioni di massa. E molti giudici di sorveglianza han cominciato a liberare centinaia di condannati, anche mafiosi, anche al 41-bis (cioè gl’individui col minor rischio di contagio al mondo).
Il tutto con la scusa che il Dap, sotto il fuoco dei “garantisti” (i radicali avevano persino denunciato in Procura Bonafede e Basentini per “procurata epidemia colposa”), si era cautelato con una circolare che chiedeva ai direttori delle carceri di segnalare i malati gravi, più esposti all’infezione, per “le determinazioni di competenza” (cioè isolarli, o sottoporli a tampone, o a visite mediche, o a trasferimenti in strutture sanitarie, non certo per mandarli a casa). E chi accusava Bonafede e Basentini di non scarcerare nessuno ha cominciato a strillare che scarceravano tutti, con le trombette di Salvini & Meloni e il megafono di Giletti che usa gli errori del Dap nel caso Zagaria per gettare 400 scarcerati addosso a Bonafede anziché a chi li ha messi fuori: i giudici di sorveglianza. Ora si spera che il decreto annunciato ieri consenta di rispedire in cella chi ne era uscito. Ma si deve sapere chi l’aveva fatto uscire. E con quali strabilianti motivazioni.
Il boss dell’Uditore Francesco Bonura è passato dal 41-bis nel carcere di Opera alla sua casa di Palermo grazie a un giudice di Milano che cita il “rischio di contagio, indubitabilmente più elevato in un ambiente ad alta densità di popolazione come il carcere, che espone a conseguenze particolarmente gravi i soggetti anziani e affetti da serie patologie”. Una barzelletta, visto che il carcere è isolato per eccellenza, tantopiù per i detenuti al 41-bis, reclusi in celle singole senza contatti con gli altri. Il giudice scrive pure che “deve ragionevolmente escludersi il pericolo di fuga o di reiterazione dei reati” anche per “l’età e il complesso quadro clinico”. Cioè un boss di 78 anni non farà più il boss per raggiunti limiti di età (infatti l’ultimo boss della Cupola catturato nel 2018, Settimo Mineo, di anni ne aveva 81). Dunque, malgrado i domiciliari, potrà uscirne anche per “sedute dentistiche” sue e della moglie, e per “matrimoni, battesimi, eventi luttuosi, 25 e 26 dicembre, Domenica di Pasqua e Lunedì dell’Angelo (sic, ndr)”. E chi legge l’ordinanza che ha scarcerato il fratello del boss Zagaria dal 41-bis a Sassari scopre che sarebbe uscito comunque, anche senza i pasticci del Dap (che in quell’unico caso ci sono stati, come documentato da Giletti), perché la Corte d’Appello di Napoli lo definiva incredibilmente “non pericoloso” e il giudice di sorveglianza riteneva impossibile curarlo sia in carcere sia in ospedale. Quindi l’ha mandato a casa sua a Brescia, cioè nell’epicentro del contagio. Geniale. Ecco: il polverone Di Matteo-Bonafede sta coprendo tutto questo. E tutti gli altri decarceratori seriali pronti a riprovarci.
Well,Well, Well….direbbe un giudice di sua Maestà.
Il Travaglio travagliato dicono in Italia….
I POLVERONI servono a nascondere.
Le PAROLE servono a mistificare
Le URLA a far dimenticare le vere ragioni.
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“chi legge l’ordinanza che ha scarcerato il fratello del boss Zagaria dal 41-bis a Sassari scopre che sarebbe uscito comunque, anche senza i pasticci del Dap (che in quell’unico caso ci sono stati, come documentato da Giletti), perché la Corte d’Appello di Napoli lo definiva incredibilmente “non pericoloso” e il giudice di sorveglianza riteneva impossibile curarlo sia in carcere sia in ospedale.”
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quindi i pasticci del DAP sono su UN SOLO CASO e comunque la scarcerazione sarebbe avvenuta lo stesso.
Da ciò si evince che non ha senso fare dietrologia su presunte pressioni per nomine che avrebbero favorito la mafia.
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Che ci siano magistrati e politici DECARCERATORI non c’è dubbio, lo dimostra la storia italiana in cui una destra criminale ha sempre trovato una sinistra ipergarantista che gli ha fatto da palo. Una sinistra che spesso fingeva di credere all’ipergarantismo, lo utilizzava come paravento, solo per poter fare da palo ad una destra criminale. In altre parole non si tratta di una sinistra che in buona fede pensa ai reati come agli inevitabili risultati di una società ingiusta (De André: “se non sono figli sono pur sempre figli vittime di questo mondo”) ma di una sinistra socia in affari della destra peggiore (che almeno ruba senza cercare alibi meschini). Per me sono entrambe merda allo stato puro.
Quindi concordo in buona parte con l’articolo di Travaglio.
Concordo anche col giudizio positivo su Bonafede che sta operando soprattutto sul piano delle prassi e delle leggi, lasciandoci un sistema più efficace nella lotta contro la mafia e contro la corruzione. Quindi auspico che rimanga al suo posto.
Ma quello che non mi va proprio giù e la minimizzazione degli errori del Dap, che ci sono stati, sono stati tanti e pure gravi. Minimizzazione che ha portato molti grillini a scagliarsi contro Di Matteo con accuse davvero assurde e pesanti. Se al Dap c’è stato messo un incapace ed il dietrofront su Di Matteo è stato fatto per sollecitazioni politiche (non dei boss) perché non dovremmo saperlo? Perché “i panni sporchi si lavano in casa”? Faccio notare che questo modo di pensare la politica è un MODO MAFIOSO.
Tanto per citare due errori del Dap:
1) la direttiva del Dap non faceva alcuna distinzione tra carcerati comuni e boss della mafia, neanche al 41 bis.
2) i carceri sono gestiti dal Dap e non dal giudice di sorveglianza ed il Dap non rispondeva ai giudici che sollecitavano l’indicazione di un carcere idoneo (ed in Italia ce ne sono diversi con strutture ospedaliere d’eccellenza, quindi era facilissimo indicacargliene uno). Perché non lo ha fatto? Ancora non lo sappiamo, la giustificazione di Basentini è una supercazzola prematurata senza neanche lo scappellamento a destra, andatevela a sentire! Questo vi piace? A me NO!!
Parlare di Pasquale Zagaria come del “fratello del boss” è minimizzare il suo peso criminale perché anche Pasquale era un boss.
Questa minimizzazione degli errori del Dap (e quindi indirettamente dell’errore – a mio avviso grave – di Bonafede) rende meno credibili le parole di Travaglio.
Gomez dimostra un maggiore equilibrio nell’affrontare questo argomento.
Ma mi rendo pure conto che con questa destra di merda, questa sinistra di merda, questo giornalismo di merda, è spesso difficile resistere alla tentazione di chiudersi a riccio. Basta guardare 5 minuti di una diretta Facebook di Salvini è senti subito la necessità di farlo.
Ma è una tentazione a cui dovremmo resistere altrimenti la cura finisce per fare schifo quasi quanto il male che vorrebbe curare.
Saluti a tutti.
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Come si fa a non essere d’accordo? Soltanto, per mancanza mia, vorrei sapere con quali mezzi in quella determinata situazione si potevano distinguere, davanti alla legge, i detenuti comuni dai detenuti in 41bis
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In che senso? Dove vedi la difficoltà?
I posti disponibili nelle carceri dotate di strutture sanitarie adeguate (Roma, Viterbo Pisa…) non sono inesauribili e vanno lasciati proprio a quei criminali per i quali le pene alternative al carcere, per la gravità dei reati commessi, non vanno concesse.
Sassari queste strutture ospedaliere non ne ha e non ne ha nemmeno Cagliari, dove il Dap aveva Dap incredibilmente pensato di spostare Zagaria, ma tu pensa che sciatteria, come se non fosse a conoscenza di altre carceri. Ma a proposito degli errori del Dap mi viene anche in mente l’indicazione del carcere idoneo solo dopo che i termini di scadenza scadessero e – come se non bastasse – tramite email con indirizzo destinatario SBAGLIATO!!
Una sciatteria che è così macroscopica da far pensare all’intenzionalità.
È proprio questa sciatteria dell’indifendibile Basentini che ha generato sospetti e messo in grave difficoltà Bonafede.
Se al posto di Basentini ci fosse stato uno in gamba, Di Matteo non avrebbe detto nulla. Ed è più di una mia supposizione, lo dimostra il fatto che è stato in silenzio per due anni ed ha parlato solo dopo la scarcerazione dei mafiosi.
Cioè quello che molti grillini un po’ superficiali e giornalisti in malafede tipo Merdana si domandano (perché ha parlato dopo due anni?), è proprio ciò che dimostra la buona fede di Di Matteo che peraltro non ha alcun interesse a mettersi contro un partito che è sempre accorso – spesso solitario – in sua difesa. Di Matteo ha già troppi nemici per farsene altri. Se lo ha fatto è solo perché sentiva il DOVERE di farlo. Non va isolato altrimenti rischia la fine di Falcone e Borsellino.
E questo sì sarebbe un errore imperdonabile.
La scelta di Basentini invece è perdonabile vista la reazione di Bonafede.
Difendere l’indifendibile Basentini e smerdare Di Matteo non mi sembra strategicamente sensato, oltreché eticamente insopportabile.
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Che il DAP non abbia fatto distinzioni è cosa giusta.
Sarebbe stato incostituzionale se avesse detto, fateci sapere se ci sono malati tranne i mafiosi.
Perchè è questo che chiedeva sta vituperata circolare una cosa di buon senso e non è stata quella a far partire la scarcerazione.
I panni sporchi si devono lavare in casa perchè altrimenti è la barbarie.
Immaginatevi se ogni funzionario pubblico messo o rimosso da un ministro potesse o dovesse andare sui giornali o in TV a lagnarsi delle scelte del ministro, calunniando e sostenendo teorie senza prove.
Sarebbe un delirio tutti giorni e tutti giorni i ministri sarebbero screditati e impossibilitati ad esercitare il loro ruolo.
E quindi a lavorare.
Quello che ha fatto Di Matteo è ingiustificabile da qualsiasi punto di vista, per modi tempi e luoghi.
Uno strappo istituzionale senza precedenti, che infatti rischia di creare un precedente che potrà far saltare tutto.
Ha dimostrato di non avere alcun senso dello stato e delle istituzioni.
Bonafede ha sbagliato a mettere Besentini ?
Certo che si tutti sbagliano, il papa in questi anni ha fatto delle nomine disastrose altro che Basentini.
Il DAP doveva indicare dove portare i detenuti, certo e infatti ha fatto un casino con le mail che è sotto gli occhi di tutti.
Ma questo cosa c’entra con Bonafede (che non ha scelto lui quei funzionari che hanno sbagliato) e con l’uscita folle di Di Matteo?
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Mi dispiace ma secondo me hai scritto un bel po’ di cazzate. Non ho tempo ora di replicarti, un lavoretto chiama, ma la replica a Fos penso che contenga anche la replica a ciò che hai scritto.
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La mafia è garantista.
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@Ale
Dunque:
– Incostituzionale? Che le cure vadano concesse a tutti non implica lo stesso trattamento per tutti i detenuti indipendentemente dalla gravità dei reati. Altrimenti anche il 41 bis è incostituzionale.
L’indicazione delle carceri idonee la offre il Dap al giudice, non il contrario.
– Stendiamo un velo pietoso sull’idea mafiosa che i panni sporchi in politica vadano lavati in casa.
– Di Matteo non ha calunniato nessuno, ha solo raccontato i fatti. Non sparare cazzate. Altrimenti dimmi quali sono le OPINIONI del magistrato (conosci il significato del termine OPINIONE?)
– Di Matteo non si è lagnato per la mancata nomina perché, se fosse questo il motivo, ne avrebbe parlato subito .
Certo è che da un ministro GRILLINO sarebbe logico aspettarsi che l’ostilità dei boss sia un valido motivo di conferma. Sei inviso ai boss? Allora ti nomino subito.
Perché il dietrofront di Bonafede non avrebbe dovuto infastidire un uomo che ha a cuore la lotta alla mafia (e questo al di là dello sgarbo personale)?
E la nomina di un incapace che i boss li ha scarcerati avrebbe dovuto indurlo a tacere? Ma è proprio tacendo che avrebbe assicurato un futuro roseo alla sua carriera ! Quanta ottusità santiddio.
L’atteggiamento discrezionale e autoritario della dirigenza grillina ha creato un esercito di tifosi del cazzo.
È questa la triste realtà del M5S.
Il confronto con molti di loro è sempre più difficile.
E Travaglio purtroppo non li sta aiutando ad avere un atteggiamento critico e distaccato.
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Prima di tutto per me te sei un tifoso.
Stai parlando con uno che non vota da 10 anni.
Una norma come suggerisci ad mafiosum, sarebbe con alti livelli di probabilità incostituzionale perchè se uno è un vecchio di 80 anni e sta male non c’è mafiosità che tenga.
Deve esser trattato come gli altri.
Il DAP ha sbagliato nella gestione nell’indirizzare i detenuti ma non li ha scarcerati il DAP o Bonafede.
Questa è una cazzata punto e basta.
Velo pietoso?Ma perchè te racconti i fatti tuoi a tutti?
Ma hai idea della mole di decisioni che vengono fatte all’interno dei ministeri?
Ma prova un attimo a immaginare se ogni generale ogni medico ogni dirigente si lamentasse urbi et orbi per come “sarebbe” stato trattato dal rispettivo ministro..sarebbe il caos.
Di Matteo ha calunniato altro che cazzate, nel giustificarlo ve la state giocando sulle parole, sul detto e non detto di Di Matteo esattamente come fece Basentini alla domanda di Giletti sui giudici di sorveglianza “allora i giudici stanno mentendo!?”
E Basentini rispose “non ho detto questo”
Ecco è il modo paraculo di non assumersi le responsabilità
Di Matteo doveva dire quello che pensa nelle sedi opportune, cosi si fa tra e nelle istituzioni.
Non in un gigantesco reality show.
Poteva convocare la commissione anti mafia poteva chiede un audizione, canali istituzionali ce ne sono a iosa.
Di Matteo si è lagnato eccome della mancata nomina, lo ha detto nell’intervista a Repubblica.
Un ministro deve e può cambiare idea come e quando vuole e nessun funzionario dello stato deve mettere bocca o sindacare finchè ci sono modalità corrette e legali.
Le cose stanno cosi fatela finita di difendere l’indifendibile.
Una cosa cosi slabbrata, stracciona, scorretta a tutti i livelli non si era mai vista.
Nemmeno in piena era Berlusconiana.
Martelli che non è uno scemo e nemmeno un vigliacco disse di Di Matteo che era stupido e forse anche in malafede.
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Non mi sembri molto logico nel modo in cui sviluppi i tuoi ragionamenti ma che posso farci, mantieni pure le tue convinzioni.
Mi dispiace per Di Matteo e per gli attacchi che è costretto a subire.
Ma siamo quello che siamo, un popolo di disinformati, con poco senso civico e ancor meno delle istituzioni.
I panni sporchi si lavano in casa quando hanno a che fare con i cazzi propri ma questi sono cazzi comuni.
Ma anche questo ti sfugge!
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“Certo è che da un ministro GRILLINO sarebbe logico aspettarsi che l’ostilità dei boss sia un valido motivo di conferma. Sei inviso ai boss? Allora ti nomino subito.”
Stiamo ai fatti e non e considerazioni soggettive, Bonafede avrebbe voluto Di Matteo al suo fianco al Dipartimento per gli Affari della Giustizia (DAG), ruolo che gli ha proposto lui, quindi non mi pare proprio non vi fosse la volontà da parte del GRILLINO di portarsi Di Matteo al ministero per combattere la mafia…
Oltretutto il DAP è un ruolo meno significativo nella lotta alle mafie, solitamente è più un lavoro di amministrazione ordinaria ed è solo a causa del COVID-19 e delle scarcerazioni “straordinarie” che sembra essere improvvisamente divenuto così importante, Besentini non è mai stato considerato un incapace fino al mese scorso…
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Grafice,
i fatti sono che lunedì Bonafede gli ha proposto DUE incarichi lasciando a Di Matteo la possibilità di scelta.
Di Matteo IL GIORNO DOPO, ovvero martedì, si recò a Roma per accettare l’incarico al DAP scoprendo che non era più disponibile perché Bonafede lo aveva assegnato a Basentini. Ecco perché si parla di dietrofront. Così sono andate le cose.
Il fatto che Basentini non fosse mai stato considerato un incapace è una notizia che mi rincuora perché rende l’errore di Bonafede meno grave.
Ma Basentini ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che è un incapace. Ora lo sappiamo e Bonafede ha fatto bene a mettergli un vice al suo fianco a mo’ di tutore, e poi dargli il ben servito.
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Perché Di Matteo ha aspettato due anni?
Fate uno sforzo di immaginazione!
Si è andata proprio così, di Falcone e Borsellino ce ne sono stati soltanto due e li rimpiangeremo sempre.
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Perchè le scarcerazioni sono avvenute adesso.
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Almeno su questo ti ho convinto 🙂
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Ancora non l’hai capito?
Non sono gli altri che devono fare uno sforzo di “immaginazione”, sei tu che devi fare uno sforzo di raziocinio.
Stiamo proprio messi bene.
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@Ex Andrea
Per un migliore inquadramento della valenza di Basentini basta riandare all”esito di una indagine promossa da lui nota col nome “Tempa Rossa ” che coinvolse politici al tempo del governo Renzi con la dimissione del ministro Guidi. Ebbene furono tutti assolti con molte scuse
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