(Gaetano Pedullà – lanotiziagiornale.it) – Scusate se oggi non ci soffermiamo oltre sul falso scandalo Bonafede-Di Matteo per occuparci di uno scandalo vero: la Regione siciliana non sta pagando la cassa integrazione a migliaia di lavoratori perché i suoi dipendenti preposti a gestire la faccenda pretendono dieci euro a pratica. Una vicenda più paradossale che vergognosa, in quanto il Covid non ha tolto un euro dallo stipendio ai travet della Regione, e pertanto la loro rivendicazione può essere assimilata alla speculazione che continua sulle mascherine, con i soliti furbi che non si fanno scrupoli nell’approfittare di qualunque situazione.
Il governatore Musumeci – va dato atto – ha rimosso all’istante il dirigente responsabile della prebenda, ma questa ennesima schifezza riaccende un faro su quei carrozzoni che sono le Regioni. Anche al Nord, dove l’efficienza è dell’altro mondo rispetto al Mezzogiorno, questi enti ci costano un occhio della testa, con una pletora di consiglieri, portaborse e burocrati, autisti, funzionari e clientele. E c’è di più. A certi presidenti il potere ha dato alla testa, tanto da sentirsi novelli viceré, e pertanto scavalcando la Costituzione che assegna al Governo nazionale l’onere delle disposizioni per motivi sanitari.
Da settimane, invece, sentiamo presidente e assessori che per un titolo di giornale o una passerella tv decidono a giorni alterni di aprire e chiudere le attività economiche come se fossero le porte di casa loro. Naturale che tutto questo alimenti la confusione tra i cittadini, mentre si fa sfregio delle autonomie regionali, che invece di duplicare competenze e assumere compiti che non gli spettano alzano il livello di disgregazione territoriale, litigando persino con i loro Comuni e quel che resta delle Province.
Centri di costo che nessuno può toccare, come i privilegi che sono riusciti e continuano a strappare. E se i consiglieri siciliani si fanno chiamare onorevoli (con stipendi e rimborsi di tutto conseguenti) come stupirsi dei funzionari che vogliono papparsi dieci euro in più sulle pratiche che per regola devono lavorare. Tanto per gli uni e gli altri paga sempre Pantalone.
Una parola sola: sciacalli
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Su una cosa sola non sono d’accordo con Pedullà: quello che sta succedendo a livello regionale NON sta alimentando affatto la confusione tra i cittadini, ma sta definitivamente chiarendo quanto questi enti parassitari siano inutili, costosi, deleteri, criminogeni.
Se si riuscisse ad abolirli con apposita legge costituzionale, da sottoporre quindi a referendum, l’Italia
riprenderebbe a crescere, come aveva fatto dal dopoguerra fino all’entrata in vigore dell’ordinamento
regionale (1970) che gli ha tarpato le ali.
Tra nove giorni (16 Maggio) ricorrono esattamente 50 anni da quella data funesta: dovrebbe essere giornata di lutto nazionale.
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Petulla Pedulla ti posso solo esprimere solidarietà
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