Bisogna tornare alle domande senza risposta: perché Bonafede cambiò cavallo? Perché Di Matteo ha taciuto due anni? E perché ora accusa, proprio subito dopo le dimissioni di Basentini?
(Enrico Mentana – open.online) – Gli interrogativi sono ancora tutti lì. Perché fu bloccata la nomina di Antonino Di Matteo alla guida del Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria che due anni fa gli era stata proposta dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede? Come mai il magistrato ha atteso due anni per denunciare quello che evidentemente considera un segnale ai boss in cella?
Questo grumo di domande attende ancora risposte meno abborracciate e rituali, quando non evasive, di quelle arrivate dagli interessati tra domenica sera e oggi. Ai quesiti senza risposta in realtà ne va aggiunto un altro, e non di poco conto, che è stato fin qui oscurato: perché il posto promesso a Di Matteo fu poi dato al meno conosciuto, ma anche meno titolato Basentini? Ovvero: perché la poltrona più importante (e remunerata) di nomina del guardasigilli fu data all’allora procuratore aggiunto di Potenza e non a altri magistrati che per titoli e competenza specifica potevano più autorevolmente ambire a quella carica?
Andiamo per ordine. L’accusa di Di Matteo tocca il ministro Bonafede ma mira evidentemente più in alto. Nell’intervista a Liana Milella stamattina su la Repubblica, il magistrato ricorda che Bonafede gli disse, proponendogli il ‘contentino’ della Direzione degli Affari Penali del ministero, che per quel ruolo “non c’è dissenso o mancato gradimento che tenga”. Il che vuol dire che invece sul Dap qualcuno aveva manifestato dissensi o addirittura posto veti. Ma chi?
Ovviamente molti in queste ore cercano di mettere in mezzo il Quirinale, ricordando quel che avvenne otto anni fa, ai tempi del clamoroso conflitto di attribuzione attorno all’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, riguardo all’intercettazione di un colloquio tra il predecessore di Mattarella, Napolitano, e l’ex ministro dell’interno Mancino, imputato nel processo.
Tutto nacque anche quella volta da una clamorosa rivelazione fatta da Di Matteo nel corso di un’intervista (a la Repubblica, 22 giugno 2012): che erano state intercettate conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica, considerate allo stato irrilevanti, ma che la Procura si sarebbe riservata di utilizzare. Una vera e propria bomba istituzionale.

Quel nastro fu poi bruciato, alla fine di una disputa durissima culminata in una sentenza della Corte Costituzionale completente avversa alla Procura di Palermo. E nel testo di quella sentenza trovava spazio anche una dura rampogna proprio a Di Matteo: “Già la semplice rivelazione ai mezzi di informazione dell’esistenza delle registrazioni costituisce un vulnus che deve essere evitato”.
Tra i giudici costituzionali che diedero via libera a quella sentenza c’era anche Sergio Mattarella, è un fatto. Ma davvero si può credere che sei anni dopo, a causa di quello scontro, il presidente della Repubblica abbia bloccato una nomina interna al ministero della giustizia? Secondo noi no, nella maniera più assoluta.
Però in tanti ammiccano, evocano l’ombra del Quirinale, disegnano questo retroscena facendone la classica ciambella di salvataggio, un potere esterno a cui alludere per salvare capra e cavoli, il Pm irreprensibile e per questo penalizzato, e il ministro senza macchia, che per di più tace sulle pressioni per senso dello Stato. Troppo tardi e troppo comodo. Perciò bisogna tornare alle domande senza risposta: perché Bonafede cambiò cavallo? Perché Di Matteo ha taciuto due anni? E perché ora accusa, proprio subito dopo le dimissioni di Basentini?
E già che lo citiamo, il dottor Basentini: perché Bonafede preferì lui a Di Matteo e a tanti altri titolati magistrati? Perché proprio il procuratore aggiunto di Potenza, che era diventato noto solo per quella clamorosa inchiesta Tempa Rossa, con indagati illustri, potenti connivenze politiche evocate, gli interrogatori di ben quattro ministri (una costretta alle dimissioni) e poi il desolante finale giudiziario di una archiviazione generale? Ecco, vista anche la disastrosa gestione delle rivolte nelle carceri, visto il numero impressionante di mafiosi fatti uscire di prigione in poche settimane, ora infine può spiegare Bonafede perché lo scelse due anni fa?
L’ho detto e lo ripeto.
Non credo alla tesi della collusione mafiosa tanto cara alla sx ed ai 5s,quando riguarda gli altri.
Bonafede è solo scarso, manca di esperienza e suscettibile ai richiami provenienti dall’alto.
C’è da capire perché Di Matteo lo racconti e lo racconti adesso, questo però è un classico dato italiano.
Quante cose si sono sapute dopo decenni ed a babbo morto.
"Mi piace""Mi piace"
Invece Renzi che obbedì a Napolitano che non voleva Gratteri alla giustizia a che richiami è stato suscettibile? Dall’alto, dal basso o laterali?
"Mi piace"Piace a 1 persona
In altra pagina, nei giorni scorsi, ho citato il caso Gratteri.
Io evidenzio fatti, non tifo per alcuno, non ho fette di prosciutto sugli occhi e osteggiavo Renzi quando mezza Italia sbavava per lui.
Con il sottoscritto cadete tutti male, guardo e giudico la politica con sovrumano distacco. Diciamo, dal piano di sopra! (F. Battiato)
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bonafede non è scarso è solo inesperto.
"Mi piace""Mi piace"
“° @ LUDWIG
“BONAFE è solo scarso, manca di esperienza” !!! Posso capire per l’esperienza, ma vorresti sostenere che erano più esperti e più competenti l’ ALFANO, la CANCELLIERI,,la SEVERINO, NITTO PALMA,,MASTELLA ,CASTELLI; BIONDI; MANCUSO….etc etc.!!! MA VA CIAPA’ I RATT !!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Severino a Nitto palma erano competenti.
La Severino è quella che ha fatto una legge decente per i condannati in parlamento.
"Mi piace""Mi piace"
Dimenticavo di precisare che nell’episodio Gratteri, il pollice verso venne da Uno che stava al Colle più alto di Roma.
Per onestà intellettuale, si deve riconoscere.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Io non tifo certo per Bonafede o i 5s, m anche qui l’ordine è arrivato dal “colle”. Quanto a onestà intellettuale ho scritto che Renzi rispose a Napolitano. Non ho mai sbavato per Renzi e anzi, il giorno che ha lasciato il pd lo renderei festa nazionale.
"Mi piace""Mi piace"
Tutte domande legittime.
Bonafede ne può uscire un po’ ammaccato ma niente più.
Del resto, se fosse vero quanto ipotizzato, non ha ceduto alla mafia ma al PdR.
Il suo cedimento non è collusione mafiosa (non l’ho mai pensato, neanche per un istante) ma necessità politiche legate agli equilibri politici.
Non mi piace ma è una giustificazione almeno per me digeribile.
Di Matteo, lo dico da tempo, mirava più in alto, il suo obiettivo non era smerdare Bonafede ma far emergere la verità.
Pero noto che il giornalista e tanti commentatori continuano a ripetere la seguente ottusa: perché Di Matteo ha parlato dopo due anni?
Perché i boss sono usciti dopo due anni!
Chiaro?
La domanda avrebbe senso se nessun boss fosse uscito, allora si che l’uscita di Di Matteo sarebbe incomprensibile.
Ma i boss sono usciti, e sono usciti dopo due anni, capito tontoloni?
L’ultima domanda è la più pertinente. Perché l’errore grave di Bonafede non è stato quello di non mettere Di Matteo a capo del Dap ma di metterci quell’incapace (nella migliore delle ipotesi) di Basentini!
Ma lo avere sentito il contraddittorio con Giletti? Anche Mastella a confronto è parso uno statista.
"Mi piace""Mi piace"
Si la domanda è questa. Mica ha parlato intervenendo ad una puntata a casaccio, si parlava dell’uscita dei boss. Per carità avrebbe fatto meglio a non associare il suo nome a quella spazzatura ma i fatti sono evidenti, la consequenzialità c’è tutta.
"Mi piace""Mi piace"
Pura fuffa, la sua!
Io non avendo parlato prima, non avrei parlato neanche dopo, questione di stile.
Peraltro ho detto e ripetuto e questo Di Matteo lo sa benissimo, che a prescindere dai ritardi o le omissioni del Dap, i giudici di sorveglianza sono stati troppo meticolosi.
Chi conosce un minimo gli iter, sa che vi sono le pastoie per prendere tempo e rimandare il tutto.
Tra l’altro non si trattava di ladri di polli o piccoli spacciatori, ma noti mafiosi.
Infatti, Bonafede ha inviato ispettori presso i Tribunali in argomento.
Risibili poi i commenti di quelli che sostengono Bonafede perché i predecessori sono stati pessimi.
La logica dell’orbo nel paese dei ciechi!
"Mi piace""Mi piace"
Merdana insiste. Nonostante le sue pipì fuori del water, continua con le sue cazzate. Che personaggio squallido e spregevole!
"Mi piace""Mi piace"