(Marzio Breda – il Corriere della Sera) – Sergio Mattarella è l’indecifrabile convitato di pietra di molte discussioni politiche di questi giorni. Una presenza scontata, visto che toccherebbe a lui sbrogliare un’ eventuale crisi dalla quale dovrebbe nascere in fretta un nuovo governo «di salute pubblica». Ci si chiede: come si comporterà, il presidente della Repubblica, nell’ ipotesi che la maggioranza giallorossa si sbricioli per le tensioni esterne e interne?
Allargherà «la fisarmonica» dei suoi poteri, come fece ad esempio Napolitano nel novembre 2011, quando diede a Mario Monti l’ incarico di premier, favorendo la nascita di un esecutivo di larghe intese, in nome dell’ emergenza economica? E nel caso, a chi affiderebbe il ruolo di nocchiero? Su quale programma? Con il sostegno di quali alleati?
Sono le domande di quanti (da Renzi a Salvini, i più esposti ma non gli unici) sognano di spodestare Giuseppe Conte da Palazzo Chigi e costruire una maggioranza alternativa.
Interrogativi che al Quirinale non trovano udienza. Certo, le fibrillazioni e il clima da guerra di tutti contro tutti preoccupano il capo dello Stato. Il quale però, per come interpreta il ruolo, non si lascia condizionare dalla babele quotidiana di diktat e dalle manovre, né tantomeno predispone lui qualche piano B. Perché non gli compete. Dunque non è questo per lui il momento in cui entrare in campo. Almeno fino a quando il governo avrà la fiducia del Parlamento.
Per Mattarella, insomma, chiunque aprisse oggi una crisi senza la prospettiva di formare una nuova compagine, e dunque al buio, si assumerebbe una responsabilità enorme.
L’ Italia infatti è sotto l’ incubo di un triplo default. Sociale, politico ed economico: 1) si trascina l’ enorme lutto collettivo del contagio da coronavirus, che ha già provocato più di 27 mila morti; 2) si moltiplicano manovre destabilizzanti che ispirano all’ estero dubbi su tenuta e solvibilità del Paese (lo dice il declassamento di Fitch); 3) è indifferibile il varo di una ripartenza complicatissima proprio sul piano dell’ economia reale. Da due mesi non si produce più nulla e migliaia di aziende, piccole, medie e grandi, rischiano di chiudere i battenti.
Uno scenario del genere – è la riflessione di Mattarella, che non co-governa e quindi non vuole passare per la balia di Conte – dovrebbe ispirare buonsenso a qualsiasi attore politico. A partire da coloro che propongono azzardatissime soluzioni in casa nostra (per esempio il liberi tutti subito e senza cautele), pretendendo dall’ Europa il miracolo di aiuti incondizionati e a fondo perduto. Atteggiamenti quasi provocatori, che hanno minato i primi tentativi di unità nazionale invocata dal Colle.
E allora, che cosa può succedere di qui ai prossimi due o tre mesi? E come potrebbe muoversi il presidente? Escluso il voto in autunno (perché prima bisognerebbe fare il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari e poi una nuova legge elettorale), tra chi scommette sulla caduta del premier, qualcuno sostiene che sarà «la forza delle cose» a determinare la sorte di Conte. Cioè la forza di un malcontento che Conte finora non avrebbe dimostrato di saper arginare. Indipendentemente dal Quirinale, com’ è ovvio.
Non ho capito se.. questi articoli vengono scritti per occupare spazio sul giornale – stile tappabuchi – oppure ci credono veramente .
Su questo blog commentano persone, che con una mano legata dietro riuscirebbero a fare meglio. (Non io, ovvio)
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“malcontento” è quello che spera e su cui soffia ” Il Gionale Unico”
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E le cavallette?
E la pioggia di rane, dove la mettiamo?
E la morte dei primogeniti accompagnata dalla pioggia di sangue?
Senza contare che il Diluvio Universale, se continueremo a tollerare che le leve del potere siano manovrate
da un blasfemo incompetente come Conte, potrebbe essere scatenato da un Dio giustamente irato dall’incapacità del Popolo di seguire i consigli degli Illuminati della Grande Stampa.
“Guai a voi, anime prave! Non isperate mai a veder lo cielo: i’ vegno a menarvi all’altra riva…”
Anche se Marzio Breda non è “vecchio dall’antico pelo” come Caronte, pure lui c’ha lo stomaco ricoperto
dall’antico pelo della malafede.
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