Arianna Meloni si candida: la scelta della sorella della premier. Ecco come si prepara: partito, comizi (e debutto negli Usa). Arianna Meloni, sorella della premier, ha deciso di correre alle prossime elezioni Politiche: esamina i dossier economici con Filini, coordinatore del centro studi creato da Fazzolari, e fa lezioni di inglese

(di Simone Canettieri – corriere.it) – È il filo di Arianna. Il gomitolo da seguire, destinato a portare la sorella della premier e numero due di Fratelli d’Italia in Parlamento. Più in Senato che alla Camera. Ultimi dettagli da tenere a mente: due settimane fa il battesimo internazionale a Washington per i 50 anni della Niaf nelle vesti di capo delegazione informale di FdI, nonostante la presenza di due ministri e parlamentari assortiti (con tanto di saluto conoscitivo con John Elkann in ambasciata). E poi l’ennesimo evento politico per le elezioni regionali (venerdì sarà a Lecce per presentare le liste provinciali). Il tutto in attesa di Atreju, la festa del partito, il prossimo dicembre a Castel Sant’Angelo, dove l’attenderà per la seconda volta un panel di prima fascia. Dunque il palco. E ancora: le polemiche contro l’audio di Report su Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, il caso dell’incontro con uno dei garanti della Privacy nella sede del partito. Botta, risposta, titolo assicurato.

Dietro le quinte ci sono poi le mosse private: le ripetizioni di inglese, lo studio dei dossier economici con i parlamentari fidati (su tutti Francesco Filini, coordinatore del centro studi del partito, lascito del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari), una fitta agenda di incontri in via della Scrofa che spesso organizza nella stanza che fu prima di Giorgio Almirante, poi di Gianfranco Fini e ora della sorella, ormai «murata viva» a Palazzo Chigi.

Così Arianna Meloni si prepara al salto nel cerchio di fuoco. L’ultimo balzo nella politica dopo una trentennale militanza iniziata come ombra di Giorgia, tra la sezione casalinga della Garbatella e quella pedagogica di Colle Oppio dove aveva il compito, tra le altre cose, di armarsi di pazienza e manciate di monete per andare alla cabina telefonica e ricordare a tutti il giorno della riunione, convocata dal capo dei «Gabbiani», Fabio Rampelli.

Romanticismo senza nostalgismi per la sorella d’Italia: cinquant’anni, due in più della presidente del Consiglio. Delle due colpisce il medesimo timbro di voce, utile in passato per spassosi scherzi telefonici a qualche malcapitato collega di partito. «So’ Giorgia». Invece era Arianna. La quasi parlamentare. Nessuno osa smentire questo scenario considerato normale. Anzi, tutti lo confermano e lo sostanziano, ma sottovoce con un discreto passaparola che da mesi aumenta sempre di più, con l’avvicinarsi della fine della legislatura: il conto alla rovescia è già iniziato.

E la diretta interessata? Dissimula. Ride. E poi risponde con il solito ritornello: si può fare politica anche dalle retrovie. Certo. Eppure, per dirla alla Nino Manfredi, fosse che fosse la volta buona: dopo l’idea di correre alle ultime Europee, dopo le spinte locali per schierarla capolista alle Regionali nel Lazio e alle Comunali di Roma (addirittura è girata l’idea di candidarla sindaco dopo l’esperienza della sorella nel 2016), il momento sembra arrivato. Tra strappi e piccoli passi.

Agenda minima. Ad agosto 2023 viene nominata responsabile del tesseramento e della segreteria politica di FdI. L’anno dopo, a maggio, il primo comizio. A Viterbo, città di papi e papesse, già nel destino della sorella, che nel capoluogo della Tuscia venne eletta presidente di Azione giovani nel 2004. E infine, sempre lo scorso anno, la separazione ufficiale con lo storico compagno e padre delle figlie, Vittoria e Rachele, Francesco Lollobrigida, ministro e capodelegazione di FdI. Svolta personale, ma forse anche di totale emancipazione politica, anche se la coppia ancora convive sotto lo stesso tetto, sebbene su due piani diversi.

Familismo? Dio, patria e molta famiglia? Giorgia Meloni, dopo le iniziali risposte al vetriolo, nemmeno se la prende più. Perché la sorella maggiore intanto, tra polemiche e accuse di accerchiamento, sembra aver conquistato un ruolo sempre più centrale e pubblico. Arrivederci timidezza. Cortese e accogliente, ma anche feroce alla bisogna, così la descrivono. Come quando leggendo le interviste di qualche big di FdI che proponeva di togliere la fiamma dal simbolo del partito rispose così: «È più facile che esca lui dal partito». La voce della verità e forse anche della sorella, chi lo sa. Esercizi pratici e teorici in vista delle elezioni politiche del 2027. Quelle delle due Meloni.