(Tommaso Merlo) – La pubblicità serve per spingerci a consumare sempre di più, anche roba inutile per soddisfare bisogni superflui. Un sistema demenziale che in nome del profitto ci sta portando all’autodistruzione. Siamo vittime di una epocale manipolazione di massa. Intere generazioni vengono educate al consumo e alla competizione oltre che ai deliri dell’immagine. Dinamiche adolescenziali che si sono estese anche agli adulti. Con gli oggetti e le marche che sono diventati argomenti di conversazione e addirittura parte dell’identità personale o di categoria. Sei quello che ti puoi permettere e più hai, più sei. Col benessere proporzionale a quello che consumi. Cartelloni e spot che sbucano ovunque. Influencer strapagati, file fuori dai negozi, furgoni dei corrieri che girano impazziti a consegnare pacchi. Un mercato permanente, una immensa discarica anche valoriale. Ma se ci bombardano di pubblicità dalla mattina alla sera investendo cifre folli, è perché funziona. Ci sono cioè persone che ascoltano ed ubbidiscono alle pubblicità. Sonnambuli esistenziali ma anche persone genuinamente convinte che il loro benessere dipenda dalla roba che posseggono. Convinte che “più” sia sinonimo di “meglio” e che passano la vita a comprare più versioni degli stessi prodotti e modelli sempre più nuovi e lussuosi. Il mercato conosce i suoi polli ed infatti non vende roba, vende stati d’animo e status. Psicologia al servizio del mero profitto. Burattini che si credono protagonisti. Ma l’epocale successo del sistema consumista, si deve al fatto che si fonda sui peggiori istinti egoistici dell’essere umano. L’avidità materiale, il voler prevalere sugli altri, la superficialità dell’apparenza. Il sistema consumista offre alle vittime del loro ego una facile scorciatoia per realizzarsi. Molto più facile cercare fasulle risposte là fuori, che genuine dentro di sé. Molto più facile accumulare roba che sapienza. Molto più facile indossare maschere che diventare qualcuno. Molto più facile comprare una fasulla felicità che sudare per conquistare quella genuina. Nessun uomo nero o complotto, il male che ci sta portando all’autodistruzione è dentro di noi. Ed è lì che dobbiamo sconfiggerlo. Se cambiamo noi, cambia tutto. Gran parte del mondo non ha l’indispensabile per sopravvivere, mentre in Occidente viviamo nello spreco fine a se stesso. Dobbiamo smettere di stare al gioco e reagire. Boicottando ogni forma di pubblicità e disintossicandoci da ogni condizionamento. Dobbiamo smettere di seguire greggi ed abitudini e guardarci dentro. Per capire cosa davvero abbiamo bisogno nella nostra vita e sbarazzarci di tutto il superfluo. Dobbiamo comprare solo cose prodotte in maniera sostenibile o di seconda mano. Dobbiamo tornare a riparare e riciclare e premiare prodotti che durano nel tempo. Una rivoluzione silenziosa, una emancipazione dal vero tiranno dei nostri tempi che è il mercato e le sue logiche di profitto ad ogni costo. Dobbiamo capire cosa davvero ci dona benessere e cosa invece è fuga dalla realtà e spreco anche di vita. Riducendo il superfluo si riduce di conseguenza anche il budget di cui abbiamo bisogno per vivere una vita coerente con la nostra persona. La verità è opposta da quella che ci inculca il sistema, soddisfatti i bisogni reali, il nostro benessere non dipende affatto da quello che consumiamo. Non c’è negozio al mondo che vende ciò di cui abbiamo bisogno come pace e senso e pienezza. E le nostre emozioni profonde non dipendono affatto dalle cose che possediamo, ma sono una conquista interiore. Questo sistema demenziale di matrice egoistica porta solo all’autodistruzione della nostra vita e dell’intero pianeta, fin che siamo in tempo dobbiamo reagire tornando a vivere in maniera consapevole. Se cambiamo noi, cambia tutto.