(DI FABRIZIO D’ESPOSITO – ilfattoquotidiano.it) – Una finzione. Tranne i soldi spesi per propinarla a Grandi e piccoli, élite e popolo bue. Un maestro esperto come Borges così descriveva un pianeta immaginario, in uno dei magistrali racconti di Finzioni: “I metafisici di Tlön non cercano la verità, e neppure la verosimiglianza, ma la sorpresa”.

La sorpresa. Appunto.

Giorgia Meloni detta Giorgia voleva stupire o sorprendere e alla fine, nel Paese che vanta più bellezza (vera) di tutti, ha scelto il pianeta immaginario di Borgo Egnazia per farne una vetrina patriottica nell’intero orbe terracqueo. Ossia, come ampiamente descritto dai media nei giorni scorsi, il resort acquistato lustri fa da un protagonista della Tangentopoli romana e trasfigurato in un finto paesino della Puglia, laddove nell’agosto scorso, in un’altra masseria, la premier fece riposare le sacre membra sue e della sua famiglia dopo quasi un anno a Palazzo Chigi. È il fascino che avanza, per nulla discreto, anzi decisamente appariscente (che evoca quei parvenu ossessionati dalle cose “fini” o “eleganti”) della borghesia egnaziana al potere. Un G7 perfettamente in linea con la Venere di Botticelli diventata una Barbie da vestire con abiti diversi a seconda della città (Open to Meraviglia) oppure con il grottesco spot sull’autarchia gastronomica by Lollo con il povero Chiellini che conclude così: “Diventiamo Fratelli d’Italia”.

In sé poi, il G7 meloniano è stato una finzione nella finzione, dove gli unici momenti di verità sono stati incarnati dal Biden vagante nei prati o dal replay della scena di Giorgia con De Luca, stavolta con l’altezzoso e perdente Macron. Mancava solo la versione francese di “sono quella stronza della Meloni”. In ogni caso, dal suo punto di vista, la premier giudica un successo la lunga passerella a Borgo Egnazia. È la convinzione di aver interpretato il senso comune dell’opinione pubblica media, secondo la definizione gramsciana, soprattutto con la presenza inedita di un papa, Francesco, e del “martire” Zelensky. Insomma una prova di egemonia della nuova destra italica, sempre per citare Gramsci. Il punto è che di questo passo la maggioranza rischia di diventare una somma di finzioni, per nascondere la crisi del Paese e continuare a propinare immagini di propaganda. Fino a che il governo non deciderà di stabilirsi a Borgo Egnazia, come Pinocchio nel Paese dei Balocchi.