Brindisi, via i militari dalla nave fatiscente. Il Salento di lusso, un finto paesino per riprodurre la Puglia delle contrade sospese tra campagna e mare

Ville, piscine e agenti segreti. Nel resort di lusso che attende il G7

(Fabrizio Roncone – corriere.it) – Lei è nel suo appartamento. No, adesso è a bordo piscina. Poi arriva uno della scorta e dice di averla vista al cellulare, che rideva. Dettagli: c’è un cielo azzurro, il sole a picco, ci sono cicale che cantano tra magnifici ulivi secolari (il resort è così esclusivo che la Xylella non se l’è sentita di entrare).
Pieni di sussiego, fanno a gara per andarle a portare il caffè. «Vado io dalla regina…». La premier Meloni è diventata regina Giorgia. Incoronata da quasi due milioni e 500 mila preferenze e da camerieri che, sottovoce, escono dal bar scherzando con rispetto, dentro un’ironia politica graffiante e forse più efficace di molti editoriali.

Il racconto di questo G7 potrebbe cominciare da qui. Con qualche appunto rubato all’ingresso di Borgo Egnazia, nella piccola bolgia di sherpa e agenti segreti, fornitori di vino e fotografi. Solo che bisogna subito scansarsi perché laggiù sta atterrando un elicottero Chinook. Rumore assordante, nuvole di polvere rossastra. Saltano giù una dozzina di uomini armati. «Sono gli incursori della nostra Marina», spiega un ufficiale dei carabinieri tenendosi il cappello con la mano. Li vediamo avviarsi nei campi e sparire dietro un casolare.

Allora, riprendiamo: Giorgia Meloni è la presidente di turno del G7 e tutti i grandi, dopo la cena di domani sera al castello Svevo di Brindisi, dove saranno accolti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, verranno in questo luogo abbastanza surreale che la maggior parte di voi può solo provare a immaginare (una camera, d’estate, arriva a costare 4.500 euro a notte, anche se il frigobar è free).

Sedici ettari tra Fasano e Savelletri, il Salento di lusso, un finto paesino per riprodurre la Puglia delle contrade sospese tra campagna e mare, inaugurato nel 2010 dopo cinque anni di lavoro per costruire case in pietra a due piani con luci soffuse e piscine jacuzzi nei bagni, una piazzetta per le feste e le bancarelle che distribuiscono prodotti tipici, l’allegria dei tappi di Dom Perignon che saltano e una clientela da vero jet set, prima della guerra erano ospiti abituali molti oligarchi russi, adesso indiani ricchi sfondati e ancora Madonna e David Beckham, tutti sicuri di essere avvolti dalla proverbiale riservatezza del personale, settecento dipendenti che sanno quel che rischiano: «Se qualcuno racconta un particolare, lo licenzio», è la solenne minaccia di Marisa Melpignano, ex maestra e vedova di Sergio, avvocato tributarista e imprenditore, coinvolto in Tangentopoli, con arresto e patteggiamento, prima di venire ad investire qui, dov’era nato.

È un luogo destinato a entrare nella storia. La partecipazione a questo forum è davvero eccezionale. Oltre ai sette leader che ne fanno parte — Giorgia Meloni, Joe Biden, Rishi Sunak, Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Fumio Kishida e Justin Trudeau — è prevista la presenza di Papa Francesco e di numerosi altri capi di Stato e personalità politiche. Dal presidente turco Erdogan al discusso membro della famiglia reale saudita Bin Salman, ci saranno l’indiano Modi e il brasiliano Lula, più rappresentanti di governo provenienti da Algeria, Kenya, Mauritania (che ha la presidenza di turno dell’Unione africana), Sudafrica e Argentina (nelle ultime ore, sembrerebbe orientato a venire personalmente Javier Milei).

Il bilaterale tra il Santo Padre, che prenderà parte alla prima giornata dei lavori e sarà l’oratore principale sul tema «Intelligenza artificiale e futuro», e il presidente degli Stati Uniti, Biden, è stato confermato dal Vaticano nei giorni scorsi e sarà solo uno dei tanti faccia a faccia che terrà il Pontefice. Il tema della guerra in Ucraina rimarrà certamente sempre centrale (il programma del primo giorno prevede anche un intervento del presidente ucraino Zelensky). Le altre sessioni di lavoro sono estremamente ambiziose: Africa-clima-sviluppo, Medio Oriente, Migrazioni, Indo-Pacifico e sicurezza economica e, infine, il segmento di outreach su Africa, Mediterraneo ed energia.

Tutta l’organizzazione del vertice è stata curata da Elisabetta Belloni, ex segretaria generale alla Farnesina e oggi a capo del Dis, il dipartimento che sotto la presidenza del Consiglio si occupa di coordinare i servizi segreti. Certo la Belloni non poteva prevedere l’esito delle Europee: saranno così un autentico fuori programma gli incontri ravvicinati (eufemismo) che la Meloni avrà con Macron e Scholz. La nostra premier, dopo la recente affermazione, è determinata a far pesare la propria forza anche nei confronti dei leader di Francia e Germania, usciti invece piuttosto ammaccati. Un governo forte «rafforza l’Italia in tutte le sedi internazionali»: compreso il tavolo del Consiglio europeo. Dove la fondatrice di Fratelli d’Italia è intenzionata a giocare fino in fondo la sua partita per le cariche di vertice.

 «L’Italia — ha già detto Meloni — può essere un’ancora nel caos e nell’incertezza». Va bene, premier: ma lei preferirebbe una conferma di Ursula von der Leyen o, piuttosto, al suo posto immagina Mario Draghi? Siccome si viaggia, come sempre, tra alto e basso, l’altra domanda che circola è: chi cucinerà per questi potenti? Gli chef chiamati sono Massimo Bottura, che si occuperà delle due cene dentro il resort, e Vincenzo Elia, che curerà quella di gala (faremo bella figura).

Cronaca battente. Per arrivare al centro del mondo si percorre una stradina stretta tra muri a secco e terreni deserti: agli agricoltori è stato infatti vietato di usare trattori o altri mezzi pesanti. Dalla strada provinciale, pulita come nemmeno fosse al centro di Zurigo, contati sedici posti di blocco. Sono 1.500 i militari impegnati nel controllo di questo lembo di Puglia, 5 mila gli agenti, i carabinieri e i finanzieri: li avevano alloggiati su una nave da crociera presa in affitto; ma poi water ostruiti, asciugamani infetti, aria condizionata fuori uso, li hanno trasferiti in alcuni alberghi sulla costa.

Nessun avvistamento di black bloc (fermati solo due ciclisti tedeschi alle porte di Savelletri: zuppi di sudore, con i capelli un po’ lunghi e molti tatuaggi. Ma tatuarsi non è, ancora, reato).