(Dott. Paolo Caruso) – Sono trascorsi trentadue anni da quel 23 maggio 1992 giorno in cui la mafia in combutta con i servizi deviati dello Stato compì una strage di stampo terroristico facendo saltare in aria con una ingente quantità di tritolo l’autostrada all’altezza di Capaci, uccidendo Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli Uomini della scorta. Totò Riina fu il principale responsabile dell’attentato ma anche il regista indiscusso di una nuova stagione di stragi. Losche figure dell’apparato dello Stato introdussero i loro tentacoli e collaborarono attivamente alla riuscita di questo e degli altri attentati, ma ancora dopo trent’anni tutta la verità rimane incerta e nebulosa. Inizia proprio da quel lontano 23 Maggio una lunga serie di ricorrenze legate alla scia di sangue che portò tanto dolore e lutti a Palermo, in Sicilia, ma anche nel resto del Paese, in primis a Firenze in via dei Georgofili. Tali tragici avvenimenti che si susseguirono con aberrante ferocia e che colpirono non solo servitori dello Stato ma anche semplici cittadini turbarono profondamente le coscienze, sfregiando l’immagine di Palermo e dell’Italia intera. In questo 23 Maggio 2024 giornata del ricordo, mentre riecheggiano le frasi simbolo di Giovanni Falcone: “Gli Uomini passano, le idee restano, e restano anche le loro tensioni morali che continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”, si assiste al chiacchericcio ipocrita delle Istituzioni a cui faranno seguito in tutt’altra direzione le azioni del governo e la “schiforma Nordio. Infatti si è dato corso ad una nuova stagione di riforme giudiziarie con spinte sempre più perverse e estremamente garantiste soprattutto per il mondo sommerso delle contiguità politico mafiose imprenditoriali. Grazie al governo del “fare” si fa di tutto per attuare quel progetto di riforma tanto caro alla P2 di Gelli e al Caimano. Una riforma in dirittura d’arrivo che prevede la separazione delle carriere con un PM sottomesso all’esecutivo, l’abolizione del reato di Abuso d’ufficio in un momento di gravi episodi corruttivi, una limitazione alle intercettazioni telefoniche con stop al Trojan che tanto utili e preziosi si rivelarono per le indagini condotte da Falcone e dal pool antimafia. Si va così da tutt’altra parte a quel che si professa, con il Ministro Nordio all’assalto della “carovana” giustizia, che porta in CdM gli anticorpi riformatori utili a neutralizzare l’azione dei magistrati. Un vero regalo alle mafie, una pura follia istituzionale, che tende ad indebolire il terzo potere dello Stato e che trova pesanti critiche nell’ANM “Associazione Nazionale Magistrati”. Chissà quante volte al il cittadino si sarà chiesto a cosa sia servito il prezzo pagato da questi “UOMINI” osservando il persistere della mafia, i depistaggi, i tanti fenomeni corruttivi, e la scarsa volontà della politica spesso collusa a volere agire concretamente fino in fondo. Un Paese dove pseudoverità e bugie, denaro e collusione si intrecciano tra loro portando indietro le lancette dell’orologio, facendoci rivivere una nuova stagione buia della Politica. Ah se i morti potessero parlare…! Le contraddizioni dei nostri politici riemergono dalle ceneri di tanti misteri come sepolcri imbiancati a imperitura memoria. A noi non resta altro in questa dolorosa ricorrenza che tenere scolpite nella memoria queste fulgide figure di Uomini, Eroi dei nostri giorni, che hanno sacrificato la vita per il riscatto della Sicilia e dell’Italia intera così da potere tramandare alle nuove generazioni gli ideali di onestà, di giustizia, di libertà e di amore per la propria TERRA.