Il provvedimento espande il controllo preventivo sugli atti e fornisce agli amministratori uno “scudo” di fatto per quel che accade dopo. Secondo la maggioranza così si contrasta la “paura della firma”. Pd: “Pericolosa deresponsabilizzazione dei pubblici amministratori, è vendetta per la bocciatura del Ponte”. M5s: “Gli uomini di potere non risponderanno pienamente dei danni causati”

(ilfattoquotidiano.it) – Via libera del Senato con 93 voti a favore, 51 no e cinque astenuti al disegno di legge Foti, la discussa riforma della Corte dei conti approvata in prima lettura dalla Camera lo scorso aprile. I magistrati contabili la contestano duramente perché espande in maniera abnorme l’ambito del controllo preventivo degli atti e fornisce agli amministratori uno “scudo” di fatto per quel che accade dopo. Non solo: il risarcimento erariale, quello dovuto da funzionari e amministratori che causano un danno economico allo Stato, viene limitato senza eccezioni al 30% del danno accertato o due annualità di stipendio. Insomma, “viene trasformato in una sanzione limitata” e il resto lo pagheranno “i cittadini con le tasse“, ribadisce in un’intervista a La Stampa Donato Centrone, presidente dell’Associazione magistrati della Corte dei Conti, che parla di provvedimento “frettoloso” e paventa anche il rischio di ingolfamento nel caso i Comuni decidano di inviare alla Corte gli atti attuativi del Pnrr chiedendo il visto preventivo.
Respinta con 99 voti contrari, 49 favorevoli e un astenuto la proposta di questione pregiudiziale al ddl presentata dalle opposizioni, secondo cui il provvedimento vuol limitare i controlli sugli sprechi e le scorrettezze degli amministratori pubblici ed è una “rivalsa” contro la Corte per la recente bocciatura del procedimento governativo sul Ponte sullo Stretto. “Si impone al Parlamento di votare in tutta fretta questa riforma perché il 31 dicembre scade lo scudo erariale”, ha ricordato il senatore dem Walter Verini nel suo intervento in Aula. “Il sospetto è che Governo e maggioranza vogliano soltanto esercitare qualche forma di vendetta e di sottomissione verso una magistratura che – compiendo il suo dovere – ha segnalato pesanti irregolarità sul Ponte sullo Stretto di Messina e sul Centro per migranti in Albania, emblemi dei tanti flop di questo Governo”.
Cosa prevede la riforma
Il ddl rende strutturale lo scudo erariale introdotto durante il Covid nel 2020 e finora prorogato fino a tutto il 2025. Poi c’è la riforma vera e propria. La prima parte, che entrerà subito in vigore, modifica le funzioni della Corte introducendo il doppio tetto al risarcimento per responsabilità amministrativa. In sostanza, l’ammontare del risarcimento per l’amministratore condannato per danno erariale calcolato dal giudice contabile dovrà essere risarcito nella misura massima del 30% del pregiudizio accertato e comunque non oltre due annualità di stipendio lordo. Viene poi ampliato il controllo preventivo sugli atti, introducendo un controllo preventivo “a chiamata” su quelli individuati dalle amministrazioni. Insomma: il dirigente avrà tre opzioni. Potrà chiedere un parere alla sezione di controllo della Corte, che avrà 30 giorni di tempo per rispondere pena lo scattare di una sorta di silenzio assenso: il parere si intenderà favorevole e il richiedente sarà esente da qualsiasi responsabilità. In alternativa il dirigente potrà decidere di sottoporre l’atto al controllo preventivo della magistratura contabile. Anche in questo caso, se la risposta non arriva entro trenta giorni, il richiedente viene esentato da ogni responsabilità. Infine, se il dirigente non interloquisce con la Corte e adotta un atto illegittimo, viene indagato e condannato per danno erariale.
La seconda parte della riforma andrà invece attuata con decreti delegati e inciderà sull’organizzazione della Corte e sui poteri del procuratore generale. Sul fronte organizzativo, verranno accorpate le sezioni centrali regionali, i cui magistrati dovranno svolgere sia funzioni di controllo che giurisdizionali e consultive. Infine si introdurrà anche per la magistratura contabile la separazione per funzioni di magistrati requirenti e giudicanti e si aumenteranno i poteri del procuratore generale, anche quelli sui procuratori regionali.
La maggioranza: “Mette gli amministratori al riparo dalla paura”.
Secondo il governo le nuove norme puntano a contrastare la cosiddetta “paura della firma” da parte degli amministratori pubblici. Per Fratelli d’Italia si tratta di una “una riforma necessaria“, che “introduce il principio che il controllo sia doveroso, ma debba basarsi su fatti e non su mere presunzioni”. La Lega dal canto suo sostiene che “fornisce chiarezza a chi opera nella pubblica amministrazione, rendendo prevedibili gli eventuali effetti dannosi collegati all’esercizio di un potere amministrativo”.
Pd e M5s: “Pericolosa deresponsabilizzazione”
L’opposizione protesta: per il Partito democratico, il provvedimento “nei fatti afferma una sostanziale irresponsabilità della pubblica amministrazione” e “scardina il principio della responsabilità dei pubblici amministratori in relazione agli atti che arrecano un danno erariale”. L’effetto? “Una pericolosa deresponsabilizzazione dei pubblici amministratori, in un Paese in cui la qualità della burocrazia non rappresenta un volano per lo sviluppo”. Per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, intervenuto in aula durante il dibattito, la riforma “rende più difficile perseguire gli illeciti erariali. Riduce drasticamente la responsabilità per colpa grave, introduce veri e propri salvacondotti preventivi e limita persino il risarcimento del danno. Il messaggio è chiaro: meno controlli, meno responsabilità. Non è una riforma per tutelare le risorse pubbliche, è una riforma per proteggere chi governa dalle conseguenze delle proprie scelte”. Il problema della cosiddetta paura della firma c’è, dice il dem, “ma qui viene usata come foglia di fico. Questa legge non aiuta i funzionari onesti: deresponsabilizza soprattutto gli organi politici, la cui buona fede viene addirittura presunta per legge. Se un atto è vistato, o se scatta il silenzio-assenso, la responsabilità praticamente scompare. Questa legge fa esattamente il contrario di ciò che chiede l’Europa. L’UE pretende controlli rigorosi, progressivi, responsabilità chiare. Qui invece si introduce il silenzio-assenso sul controllo di legittimità e lo si trasforma in uno scudo contro la colpa grave. È un corto circuito pericoloso, soprattutto su Pnrr e grandi opere: meno controllo oggi significa più danni e più contenziosi domani”.
La limitazione della responsabilità erariale anche per i casi di colpa grave, unita al fatto che la prescrizione inizierà a decorrere, anche nel caso di occultamento doloso del fatto, nel momento della commissione del fatto e non nel momento della scoperta, per i dem “manifesta la palese irragionevolezza di queste norme, che certamente non supereranno il vaglio di costituzionalità“. Secondo il Pd è come se “si incentivasse il colpevole ad occultare il fatto causa di danno erariale, da un lato, mentre la previsione di una riduzione della responsabilità contabile per il singolo al 30% del pregiudizio accertato si sostanzia in una enorme deresponsabilizzazione dei pubblici amministratori che scaricano sulla collettività il restante danno erariale“.
Contrario anche il M5s, secondo il quale il “si introduce una riforma che contraddice pienamente un principio cardine dello Stato di diritto, per cui la legge è uguale per tutti”. Per il partito guidato da Giuseppe Conte, “l’introduzione della possibilità di richiedere un parere preventivo alla Corte dei conti, unito all’introduzione di un meccanismo di silenzio-assenso, nei fatti rappresenta un via libera per tutte le illegalità“. “Il provvedimento – evidenziano quindi i pentastellati – non aggiunge risorse economiche per incrementare l’organico della Corte, che pertanto sarà ingolfata da richieste di pareri preventivi che non riuscirà ad evadere, con ciò alimentando il meccanismo del silenzio-assenso”. Infine viene sottolineato dal M5s che “la disparità di trattamento sotto il profilo della responsabilità introdotta dal provvedimento rappresenta un grave vulnus al principio di uguaglianza. La paura della firma, infatti, è propria di tutti i professionisti, si pensi ai medici o agli avvocati: i cittadini cioè rispondono sempre e comunque delle proprie azioni, mentre, con il disegno di legge, si afferma nuovamente il principio che gli uomini di potere non rispondono pienamente dei danni causati, secondo un fil rouge che lega tutti i provvedimenti di questo Governo, a partire dall’abolizione del reato di abuso di ufficio“.
Italia viva si asterrà. “Ancora una volta governo privilegia la strada dello scontro, del non ascolto delle opposizioni, della chiusura oltranzista a qualsiasi miglioramento del testo”, ha detto in aula Dafne Musolino (Iv). “E alla fine produce un testo che presenta molti aspetti critici su cui credo che il vaglio di costituzionalità non sarà favorevole come voi prospettate”.
Corte dei Conti, Salvini al Senato vota per limitare i poteri dei giudici (che hanno bocciato il Ponte sullo Stretto)
Il leader della Lega a sorpresa si è presentato a Palazzo Madama e ha detto “sì” al disegno di legge Foti che riduce i controlli e introduce uno scudo erariale per i politici

(di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – Un passaggio rapido. Per salutare i suoi senatori, poi i colleghi di governo – tra cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – e infine votare. Per far passare la riforma che limita i poteri della Corte dei Conti, proprio l’ente costituzionale che a fine ottobre ha stoppato la delibera del Cipess sul Ponte sullo Stretto di Messina. Il leader della Lega Matteo Salvini sabato mattina, poco dopo l’ora di pranzo, si è presentato nell’aula del Senato per votare “sì” al disegno di legge che porta la firma del collega di governo Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) che limita i poteri di controllo e successivi dei giudici contabili e riduce lo scudo erariale al 30% per gli amministratori pubblici, oltre a presumere la loro “buona fede”.
La decisione del governo di approvare il 27 dicembre la riforma è legata al fatto che il 31 scade lo scudo erariale per gli amministratori, ma punta anche a dare un segnale ai giudici in vista della riforma sulla separazione delle carriere. Lo aveva già spiegato la premier Giorgia Meloni il 29 ottobre quando la Corte dei Conti aveva bocciato il progetto del Ponte sullo Stretto: “L’ennesima invasione di campo dei giudici: non ci fermeranno”, aveva detto la presidente del Consiglio. Anche Salvini dopo quella decisione era andato all’attacco: “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora”.
Sabato mattina così si è presentato in aula per votare, nonostante la sua presenza a Palazzo Madama sia piuttosto inusuale anche in caso di votazioni importanti. Insieme a lui c’erano altri colleghi di governo: i ministri Anna Maria Bernini, Paolo Zangrillo, Nello Musumeci e Roberto Calderoli, oltre ai sottosegretari Claudio Durigon, Francesco Paolo Sisto e Patrizio La Pietra. Il testo è passato con 93 sì, 51 no e 5 astenuti. Al termine del voto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano, uno degli ispiratori del disegno di legge, si è presentato di fronte alle telecamere e ha detto che il voto sulla Corte dei Conti non è una “vendetta per la delibera sul Ponte: il disegno di legge è stato presentato due anni fa, è arrivato al Senato a marzo ed è stato approvato oggi. Mi sembra una forzatura”.
tempo fa, per prevaricare, usavano armi e bombe per assassinare gli onesti. ora scrivono norme per pasare indenni nelle (e tra le) maglie (già larghe) della giustizia…!
segno che l’impero è all’ultimo stadio di decadenza…!!!
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un ringraziamento particolare a enrico nipote dello zio che fu braccio destro del cainano piduista…
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