
(ANSA) – Gli imprenditori che, sulla base di quanto stabilito dai giudici, non pagano adeguatamente i propri lavoratori, non saranno tenuti a corrispondere la differenza nel caso si siano comunque attenuti agli standard di alcuni contratti collettivi. Lo prevede una modifica alla manovra approvata in commissione al Senato e contenuta nel testo all’esame dell’Aula.
Si tratta di casi in cui, secondo i giudici, il trattamento economico non sia conforme “ai princìpi” dell’articolo 36 della Costituzione sulla retribuzione proporzionata. Il dossier del Servizio Studi del Parlamento chiede quindi che “si valuti l’opportunità di chiarire, in relazione all’orientamento giurisprudenziale suddetto, la portata giuridica di tali riferimenti”.
MANOVRA: CASTELLONE, ENNESIMA VERGOGNA CONTRO I LAVORATORI POVERI
(ANSA) – “In questa manovra non c’è nulla sui salari ma addirittura, a notte fonda, la maggioranza ha approvato un emendamento che già in passato avevamo bloccato dopo una battaglia serratissima. Una norma secondo cui tutti i lavoratori che hanno ottenuto delle sentenze in cui è scritto che i loro salari non rispondono ai criteri di dignità sanciti dall’art. 36 della Costituzione non avranno più diritto gli arretrati.
FdI, Lega e FI hanno colpito ancora una volta i più deboli, i lavoratori più poveri e fragili. Tra l’altro, il tutto avviene con un emendamento ordinamentale. Torneremo a dare battaglia contro questa ennesima vergogna”. Così la capogruppo del M5S in 10a commissione al Senato e vicepresidente di Palazzo Madama Mariolina Castellone.
MANOVRA: GRIBAUDO (PD), DOPO NO A SALARIO MINIMO PRIVANO CHI LAVORA DI STIPENDI DOVUTI
(ANSA) – “Non solo non vogliono il salario minimo e aumentano senza ammetterlo l’età pensionabile, ma privano anche i lavoratori e le lavoratrici delle retribuzioni dovute, cercando di far passare emendamenti nella manovra che, invece di aumentare tutele e diritti, ne tolgono”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico. “È il caso – aggiunge – delle disposizioni in materia di accertamento giudiziale dell’applicazione degli standard retributivi previsti dai contratti collettivi di lavoro, introdotte con l’emendamento 7.9 del testo che il Senato si appresta a votare. Il partito di Giorgia Meloni aveva provato già in estate, con il decreto Ilva, a inserire una misura simile, ma le opposizioni erano riuscite a fermarla”.
“Ora – conclude – ripropongono, in fretta e furia e con metodi del tutto svilenti per il ruolo del Parlamento, un cambiamento che avrebbe degli effetti decisamente negativi. Farebbe sì che, nel caso in cui il giudice dichiari insufficiente la retribuzione prevista dal Ccnl applicato, il lavoratore o la lavoratrice non abbia diritto a tutti gli ‘arretrati’ ma solo a quelli dovuti dopo la proposizione del ricorso. Una vergogna che è già approvata in Commissione e che, nel silenzio generale, potrebbe cambiare, in peggio, le condizioni di lavoro di molte e molti” conclude Gribaudo.
MANOVRA: APPENDINO (M5S), EMENDAMENTO NASCOSTO GOVERNO UMILIA LAVORATORI
(ANSA) – “Dentro la Manovra il governo ha infilato di nascosto una norma che cambia in peggio la vita di migliaia di lavoratori. È la stessa misura che Fratelli d’Italia aveva già tentato di far passare nei mesi scorsi e che era stata fermata grazie alla battaglia del M5S e delle altre opposizioni. Hanno avuto il coraggio di ripescarla approfittando della confusione in commissione Bilancio al Senato”. Lo dichiara in una nota la Deputata del M5S Chiara Appendino.
“Con questa scelta, se un giudice accerta che un salario non rispetta l’art. 36 della Costituzione, il lavoratore non potrà più recuperare quanto gli è stato ingiustamente tolto negli anni precedenti. È un messaggio devastante: puoi sottopagare e violare la legge senza pagare il conto. È l’ennesima prova – conclude – di una destra che umilia chi lavora. Noi non lo accetteremo e continueremo a contrastare ogni tentativo di svuotare la Costituzione e i diritti conquistati con fatica”.
Ancora dubbi sul fatto che la sottocane sia arrivata alla poltrona per fare gli interessi di sfruttatori, evasori, speculatori…?
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e si vogliono pure sostituire alla magistratura con un DL ad hoc… senza alcuna urgenza come al solito e la consueta firma poi del capo.
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ci sarà mai giustizia nel nostro piccolo mondo del lavoro ,solo chi appartiene alla casta può giovarsi delle discriminazioni quali nepotismo e ultimamente non più perseguibile il reato di abuso d’ufficio ,possiamo essere nichilisti e dire muoia Sansone e tutti i filistei ?
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Stanno tirando sempre di più la corda con un gusto così sadico che gli dà piacere nel vedere la povera gente fino a che punto è disposta e scendere in basso e farsi calpestare dalle loro luride zampe.🤔
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manca la “definizione” di Bocchino da parte dell’ Amico sampdoriano Maurizio Crozza…..ma lasciamo perdere….per questa volta….!!!
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Ieri sera ho apprezzato moltissimo il nostro Presidente Conte che ha costretto Mentana all’ angolo per tutta l’ intervista….!!!
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Eccola:
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“LA LEZIONE DEL PROFESSORE (MENTRE GLI ALTRI ABBAIANO ALLA LUNA)
Diciamocelo chiaramente, senza girarci troppo intorno. Abbiamo appena finito di vedere l’intervista di Enrico Mentana a Giuseppe Conte al TgLa7 di stasera. E la domanda sorge spontanea, mentre immaginiamo il fegato spappolato dei soliti detrattori rotolare via dagli studi televisivi: è solo un’ impressione, o il Presidente ha letteralmente asfaltato ogni singola polemica strumentale degli ultimi mesi?
Spoiler: non è un’impressione. È cronaca.
Quella andata in onda stasera non è stata un’intervista. È stata una lezione magistrale di realismo politico. Mentana ha posto le domande, tante, e Conte ha risposto. A tutto. Punto su punto.
Lo ha fatto con una lucidità disarmante, citando dati, esponendo criteri inoppugnabili e, soprattutto, con un’autorevolezza che oggi, in questo governo di dilettanti allo sbaraglio, è merce rarissima.
Niente slogan da due soldi. Niente bava alla bocca. Niente comiziacci o frasi a effetto per titillare la pancia degli elettori. Solo fatti.
Ha dimostrato un galateo istituzionale e un aplomb che dovrebbero essere la norma per chi guida un Paese, ma che purtroppo sono diventati l’eccezione in un panorama politico dominato dall’insulto libero. C’è qualcuno che ha il coraggio di smentirlo stasera? C’è qualcuno che può alzarsi e dire: “Ha mentito”?
No. Non c’è. Per un motivo banale: la verità non si smentisce.
Hanno passato mesi a dipingerlo come putiniano, trumpiano, stampella di Salvini o “pacifinto”. Stasera Conte ha polverizzato queste sciocchezze con la forza della coerenza. Ha ribadito l’unica posizione sensata: la pace non si ottiene nutrendo la guerra.
Ha smontato l’assioma orwelliano e folle secondo cui per avere la pace bisogna inviare armi offensive a oltranza. Un concetto che non solo offende l’intelligenza, ma calpesta la nostra Costituzione. Il diritto internazionale si difende sempre, cari “patrioti” a giorni alterni, non solo quando fa comodo agli americani.
E poi, il passaggio definitivo, tombale, sulla menzogna del riarmo indolore.
Mentre la Meloni e la sua allegra brigata ci raccontano la favoletta che le spese militari non toccheranno il welfare, Conte ha messo sul tavolo i numeri: via 900 milioni alla scuola, sanità pubblica al collasso, ma soldi a palate per i fucili.
Riarmo comune europeo? Sì. Ventisette eserciti che sprecano risorse per farsi la guerra in casa? No.
Una lezione di pragmatismo, di educazione e di politica con la P maiuscola. Agli altri restano le chiacchiere da bar e la propaganda.
A lui, e a chi ha ancora l’onestà intellettuale di guardare i numeri, resta la forza della ragione.
Chapeau, Presidente.
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Giancarlo Selmi
Una domanda che va fatta oggi, per la quale attendo risposte, è la seguente: le questioni che ha posto Mentana sono state tante, è una mia impressione o Giuseppe Conte ha risposto a tutte? L’impressione è che lo abbia fatto brillantemente. Lo ha fatto citando dati ed esponendo criteri inoppugnabili. Lo ha fatto con grande autorevolezza e lucidità, senza luoghi comuni, senza comiziacci, senza battute o frasi a effetto. Senza offendere nessuno e senza cadere in giudizi che potessero toccare le persone. Una dimostrazione di galateo politico, di aplomb che dovrebbe essere abitudine di chi riveste incarichi istituzionali, ma abitudine non è. Una lezione di pragmatismo, di analisi politica, ma anche di educazione. C’è qualcuno che possa smentire ciò che ha detto? C’è qualcuno che possa accusarlo di aver detto una sola bugia? Non c’è per un motivo semplicissimo: non può esserci. La verità, per quanto si cerchi di taroccarla è una sola e risiede nei numeri. E, finalmente, c’è stata una risposta a chi lo accusa di essere d’accordo con Salvini, di essere putiniano, di essere trumpiano, di essere pacifinto. Ha dichiarato disponibilità e promesso responsabilità su un progetto di alternativa a questo governo. Ha smontato congetture, accuse e insulti, riproponendo una posizione che, dall’inizio, è stata sempre la stessa: la necessità della diplomazia, di negoziati, di pace. Perché non si fa e si nutre la guerra per ottenere la pace, assioma assurdo che molti sostengono e che lui non ha mai sostenuto. Non si forniscono armi offensive se si vuole la pace. Non si rispetta la Costituzione quando si forniscono armi destinate all’offesa. E poi il lapidario giudizio sul diritto internazionale: si difende sempre, non solo quando conviene. Il lucido giudizio sul riarmo ha smentito una serie di favolette. Riarmo comune europeo si, 27 riarmi no. E quando si tolgono soldi alla sanità e 900 milioni l’anno alla scuola, non si può credere a chi dice (Meloni e compagnia) che il riarmo non influirà sul finanziamento del welfare. Perché già in questa manovra ed è evidente, il welfare si è cominciato a definanziarlo ulteriormente. Chapeau Presidente
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