
(di Johnny Ryan – The Guardian) – L’impensabile è accaduto. Gli Stati Uniti sono l’avversario dell’Europa. Il netto e profondo tradimento contenuto nella strategia di sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump dovrebbe mettere fine a ogni ulteriore negazione e tergiversazione nelle capitali europee.
Coltivare la “resistenza all’attuale traiettoria dell’Europa nelle nazioni europee” è ora una politica dichiarata di Washington.
Ma dentro questa calamità si nasconde il dono della chiarezza. L’Europa o combatterà o perirà.
La buona notizia è che l’Europa ha in mano carte forti.
La scommessa degli Stati Uniti sull’intelligenza artificiale è ormai così gigantesca che la pensione di ogni elettore Maga è legata alla sopravvivenza precaria di questa bolla.
Gli investimenti nell’IA rivaleggiano ora con i consumi come principale motore della crescita economica americana. Hanno rappresentato praticamente tutta (il 92%) la crescita del PIL nella prima metà di quest’anno.
Senza di essi, il PIL degli Stati Uniti sarebbe cresciuto appena dello 0,1%. Nonostante le pose di Donald Trump, il terreno economico sotto i suoi piedi è instabile.
[…] Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha due carte da giocare che potrebbero far scoppiare la bolla dell’IA. Se lo facesse, la presidenza di Trump verrebbe gettata nella crisi.
La prima: la società olandese ASML detiene un monopolio globale sulle macchine per l’incisione dei microchip che utilizzano la luce per scolpire schemi nel silicio.
Queste macchine sono essenziali per Nvidia, il colosso dei microchip per l’IA che è oggi l’azienda più preziosa al mondo. ASML è una delle società più preziose d’Europa, e anche banche europee e fondi di private equity sono investiti nell’IA.
Trattenere queste macchine per l’incisione del silicio sarebbe difficile per l’Europa ed estremamente doloroso per l’economia olandese. Ma sarebbe molto più doloroso per Trump.
L’investimento febbrile degli Stati Uniti nell’IA e nei data center su cui essa si basa andrà a sbattere contro un muro se i controlli europei sulle esportazioni rallenteranno o fermeranno le vendite verso gli Stati Uniti – e verso Taiwan, dove Nvidia produce i suoi chip più avanzati. Attraverso questa leva, l’Europa ha i mezzi per decidere se e di quanto l’economia statunitense si espanderà o si contrarrà.
La seconda carta, ed è molto più facile […], è l’applicazione delle regole europee sui dati […] contro le grandi aziende tecnologiche statunitensi. Documenti aziendali riservati resi pubblici in procedimenti giudiziari negli Stati Uniti mostrano quanto aziende come Google siano vulnerabili all’applicazione delle norme di base sui dati.
Nel frattempo, Meta non è stata in grado di dire a un tribunale statunitense cosa facciano i suoi sistemi interni con i dati degli utenti, né chi vi possa accedere, né per quale scopo.
Questo “far west” dei dati consente alle big tech di addestrare i loro modelli di IA su enormi masse di dati di chiunque, ma è illegale in Europa […]. A Bruxelles basterebbe reprimere l’Irlanda, che per anni è stata una sorta di far west dell’applicazione lassista delle norme sui dati, e le ripercussioni si farebbero sentire ben oltre.
Se l’UE avesse il coraggio di esercitare questa pressione, queste aziende tecnologiche statunitensi dovrebbero ricostruire le loro tecnologie da zero per gestire correttamente i dati. Dovrebbero anche dire agli investitori che i loro strumenti di IA sono esclusi dall’accesso al prezioso mercato europeo finché non si adegueranno.
È improbabile che la bolla dell’IA sopravviva a questo doppio shock.
Gli elettori Maga non hanno votato per perdere le loro libertà e i diritti costituzionali, e un Trump sempre più autoritario che non riesce a garantire stabilità economica a causa della sua vicinanza a un’industria tecnologica detestata rischia di essere profondamente impopolare alle elezioni di medio termine del 2026.
[…] Le ragioni della cautela stanno svanendo. La reazione estrema dei leader Maga alla relativamente modesta multa da 120 milioni di euro recentemente inflitta dalla Commissione europea a X dimostra che risparmiare i colpi non li placherà.
Il “piano in 28 punti” di Trump per l’Ucraina ha dissipato ogni illusione che concessioni europee potessero garantire un ritorno dell’impegno militare statunitense.
Con la sua democrazia ora esplicitamente sotto minaccia, l’Europa deve unirsi a India, Brasile e Cina nel fronteggiare Trump.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è un esempio di come farlo. Si è mostrato dignitoso e risoluto di fronte a un bullismo straordinario da parte di Trump. In un solo mese, a settembre, ha proclamato in una lettera aperta a Trump che la democrazia e la sovranità del suo paese non sono negoziabili, ha risposto ai dazi di Trump con dazi propri e ha approvato una nuova legge che obbliga le piattaforme digitali a proteggere i bambini in Brasile dalle molestie sessuali e da altri abusi online.
Poi ha “messo all’angolo” Trump sul piano retorico in un discorso all’Assemblea generale dell’ONU, subito prima che Trump prendesse la parola. In seguito al rifiuto di Lula di lasciarsi intimidire, Trump ha immediatamente ammorbidito i toni. Ora sono attesi dazi più bassi dopo i negoziati tra i due leader.
All’inizio di dicembre Trump ha detto di ritenere deboli i leader europei. Non crede che difenderanno le libertà degli europei e la loro democrazia conquistata a caro prezzo contro di lui. Finora, la risposta dei leader europei gli sta dando ragione. Ma ciò che Trump non ha ancora capito è che von der Leyen tiene l’economia statunitense e la sua presidenza nelle proprie mani. Deve avere il coraggio di andare ben oltre qualsiasi norma precedente del suo comportamento. In altre parole, se colpirà Trump dove fa più male, l’Europa vincerà questa battaglia.
80anni di leccate di qulo non vi sono bastati per capire con chi avete a che fare?
I servi servono solo per servire ed essere abbandonati appena se ne trovano altri.
Questo imbecille pensa di fare la rivolta dei servi andando a leccare l’India e la Cina, o meglio, ad unirsi ai BRICS meno la Russia.
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In seguito al rifiuto di Lula di “lasciarsi intimidire, Trump ha immediatamente ammorbidito i toni.”
Eh, ma Lula è Lula… noi siamo una congrega di c0gli0ni & leccaqli.
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E l’IA dice chiaramente che nel futuro potrebbero liberarsi degli esseri umani se le macchine diventassero realmente autonome.
Tra le altre cose.
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Articolo interessante che tuttavia è un appello politico travestito da analisi.
Ha dei punti molto validi che vale la pena descrivere brevemente.
Il primo punto forte è la chiarezza: l’autore dice esplicitamente che il tempo dell’ambiguità per L’EU è finito.
Il secondo punto forte è l’arma economico-tecnologiche (ASML e dati).
Il monopolio sulle macchine EUV è una leva enorme, ma è anche vero che usarla come arma significherebbe: accelerare la volontà americana (e cinese) di aggirare o duplicare quella tecnologia e politicizzare definitivamente un settore che finora l’Europa ha cercato di tenere “tecnico”.
È una carta potente, ma one-shot: se la giochi, cambi il sistema per sempre.
Quanto alle regole sui dati l’argomento è molto più solido.
L’UE ha già la base giuridica (GDPR, DSA, DMA); non servono nuove leggi, serve applicare quelle esistenti.
L’Irlanda come collo di bottiglia regolatorio è un tema noto da anni; ma ultimamente l’EU si è fatta sentire; lo dimostrano le sanzioni irrogate alle bigh tech; il tempo dirà quanto concrete saranno.
Poi si passa alle parti decisamente più discutibili.
L’articolo sembra quasi suggerire che far scoppiare la bolla dell’IA americana porterebbe automaticamente alla caduta politica di Trump ma i suoi elettori non reagiscono sempre in modo economico-razionale; inoltre una crisi può rafforzare una narrazione vittimistica (ci attaccano perché siamo forti); l’idea che l’Europa possa vincere uno scontro frontale senza pagare costi enormi è quanto meno bizzarra; se poi ci si vuole sbarazzare di Trump basta essere pazienti ed attendere che l’inflazione USA faccia il suo corso
Il paragone con Lula non regge: il Brasile è una delle poche grandi nazioni che ha un deficit commerciale con gli USA (il Brasile vende alla Cina e spende il ricavato negli USA)
Uno dei giacimenti più promettenti di terre rare quello di “Serra Verde” è controllato da due fondi americani (Denham Capital e Energy and Minerals Group) ed uno inglese (Vision Blue Resources).
Lula, quando spara, spara colpi veri, non orsinate.
Quanto alla NSS di Trump si tratta di una mera cortina fumogena: Trump non è, contrariamente a quanto la stampa di massa racconta, un monarca assoluto.
Gli ordini esecutivi possono essere ( e sono già stati) bloccati dai tribunali federali, possono essere svuotati dall’amministrazione stessa, spesso richiedono stanziamenti del congresso per essere applicati e il congresso non è un passacarte; su tecnologia, commercio e alleanze internazionali, i repubblicani non sono un blocco compatto e poi ci sono i democratici
L’articolo tratta Trump come se potesse decidere una guerra economica contro l’EU o trattare il conflitto russo/Ucraino da solo; non è così.
Quanto alla bolla dell’IA prima o poi scoppierà e mieterà le sue vittime: non è possibile, nemmeno con aspettative razionali, che aziende con 100 di patrimonio netto, flussi di cassa deboli o negativi e dipendenza totale da capitale esterno, valgano x10, x 500, x 1000 il loro valore contabile.
E quando questa bolla scoppierà non sarà una punizione per Trump sarà un problema mondiale.
Quindi usare l’argomento bolla per mettere Trump al tappeto, non solo è irrealistico, ma anche se fosse possibile, sarebbe come lanciare una bomba atomica sulla casa del vicino pensando che la propria non si incenerisca.
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