Superato senza correttivi anche l’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato

(di Gianni Trovati – ilsole24ore.com) – La riforma della Corte dei conti supera senza correttivi anche l’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato; ed è quindi pronta per il voto finale nell’Aula che dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno, una volta chiusa la sessione di bilancio. L’obiettivo di Governo e maggioranza è di condurre in porto le nuove regole senza modifiche rispetto al testo approvato alla Camera, per farle entrare in vigore prima del 1° gennaio 2026 ed evitare così l’ennesima replica dello scudo…

Corte dei Conti, Meloni vuole la riforma entro l’anno: si lavora il 29, senatori furiosi

Chigi vuole la legge anti-giudici entro il 31 quando scade lo scudo erariale, ma gli eletti non vogliono tornare dalle vacanze

Corte dei Conti, Meloni vuole la riforma entro l’anno: si lavora il 29, senatori furiosi

(di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – Sul calendario di Giorgia Meloni c’è una data cerchiata in rosso: 30 dicembre. Non oltre. Con possibilità di anticipare tutto anche prima di Natale. Così non sarà perché il Senato, tra uno slittamento e l’altro, fino al 23 è impegnato con la legge di Bilancio. Ma la premier non demorde: entro la fine dell’anno la maggioranza a Palazzo Madama deve approvare la riforma della Corte dei Conti che contiene la riduzione dei poteri di controllo (e non solo) dei giudici contabili, l’allargamento dello scudo erariale presumendo la “buona fede” degli amministratori pubblici e la limitazione delle sanzioni.

Una riforma a cui il governo tiene molto per rivendicare il superamento della cosiddetta “paura della firma” e su cui Meloni punta anche per la campagna referendaria della separazione delle carriere che si concluderà a marzo. La premier ne aveva parlato anche dopo lo stop della Corte dei Conti alla delibera del Cipess sul Ponte sullo Stretto usando la riforma come ritorsione nei confronti dei giudici contabili: “La risposta più adeguata a un’intollerabile invadenza che non fermerà l’azione del governo sostenuta dal Parlamento”, aveva scritto Meloni il 29 ottobre in una nota ufficiale.

Ma c’è una ragione più specifica per cui Palazzo Chigi vuole approvare la riforma della Corte dei Conti entro il 31 dicembre: quella data, infatti, scade lo “scudo erariale” per gli amministratori nelle condotte legate ai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I giudici contabili si sono più volte espressi contro questa misura (che esclude la punibilità per la “colpa grave”) introdotta dal governo Conte-2 nel 2020 e prorogata da tutti i governi che sono venuti dopo. La riforma che è già stata approvata alla Camera e in commissione al Senato non lo proroga, ma di fatto lo “supera” eliminando una parte consistente dei poteri di controllo e successivi dei giudici contabili e riducendo al minimo le responsabilità erariali per gli amministratori: viene introdotta la “presunzione della buona fede” per gli amministratori pubblici che, in assenza di dolo, non andranno incontro a contestazioni erariali. È per questo che Palazzo Chigi vuole far diventare legge la riforma entro la fine dell’anno: per evitare di lasciare “scoperti” gli amministratori che devono finire di “mettere a terra” i progetti del Pnrr.

Ma c’è un ostacolo: per approvarla il 29 e 30 dicembre, i senatori dovranno tornare dalla settimana bianca e dalle vacanze natalizie rischiando di rovinarsi i viaggi per le mete esotiche in vista di Capodanno. Così, sotto traccia, è iniziato uno scontro molto duro tra Palazzo Chigi e la maggioranza al Senato per decidere se rientrare o meno tra Natale e Capodanno.

D’altronde molti senatori avevano già programmato le ferie, prenotato alberghi e voli (anche in luoghi molto lontani dall’Italia) con largo anticipo perché consapevoli del fatto che quest’anno, a differenza dello scorso, avrebbero dovuto approvare la manovra entro il 23 dicembre chiudendo i battenti prima di Natale.

La protesta, in queste ore, non riguarda solo i senatori di maggioranza ma anche delle opposizioni che vogliono essere in aula per contrastare la riforma della Corte dei Conti considerata “punitiva” contro i giudici contabili. E il governo teme che, in cambio di un approccio “collaborativo” sulla legge di Bilancio, l’opposizione chieda di rinviare la riforma della Corte dei Conti ad anno nuovo.

La decisione sarà presa questa mattina nella conferenza dei capigruppo prevista per le 12 al Senato a cui prenderanno parte, oltre ai presidenti dei gruppi di maggioranza e opposizione, anche il presidente di Palazzo Madama Ignazio La Russa e il ministro coi Rapporti col Parlamento Luca Ciriani. Ufficialmente è convocata per decidere solo l’iter dei prossimi giorni della legge di Bilancio che dovrebbe arrivare in aula lunedì prossimo (mercoledì ci saranno le comunicazioni di Meloni prima del Consiglio europeo, domenica il concerto), ma si discuterà anche se rientrare o meno dalle ferie natalizie.