Giuli e Roccella alla festa di FdI. Il ministro: “Noi egemonici nell’ironia”. Roccella: “Gli altri? Un piccolo potere spaventato”

(di Gabriella Cerami – repubblica.it) – Missione del dibattito: arruolare Pier Paolo Pasolini. O per meglio dire liberarlo e consegnarlo alla nazione in quanto «conservatore». Sul palco della sala Livatino della festa di Atreju lo scrittore viene descritto come un uomo che «ha subito una vita di costrizioni dal punto di vista politico». E quindi ecco che Fratelli d’Italia si intesta questa battaglia.
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, fa da grande stratega di questa operazione: «La cultura di destra oggi rappresenta anche quella di sinistra che non c’è più. Ci accusano di “amichettismo”, ci accusano di qualsiasi nefandezza, come prenderci dei personaggi», per esempio Pasolini, «che loro hanno rifiutato. Quindi noi coniamo il termine “nemichettismo”». Sinistra uguale nemica della cultura […]
Insomma, di fronte alle accuse nei confronti di chi intende praticare ancora il gioco degli steccati culturali, Giuli risponde così. Se l’ironia non dovesse bastare a vincere il nemico, allora, c’è sempre la tradizione popolare che corre in aiuto: «Agli attacchi della sinistra rispondiamo con un detto arabo: i cani abbaiano, la carovana passa», sintetizza il ministro che dopo il dibattito su Pasolini e Mishima si concede un passaggio alla radio di Atreju dove intona Albachiara di Vasco Rossi. E chissà se anche il cantante di Zocca sarà corteggiato dai Fratelli d’Italia.
“Operazione PPP”: ad Atreju l’assalto di FdI alla cultura
(di Daniela Ranieri – ilfattoquotidiano.it) – Ha detto il deputato di FdI Federico Mollicone sul palco di Atreju, il parco a tema fantasy degli eredi dell’Msi: “Pasolini sarebbe stato qui stasera!”. Come no: a parlare con Arianna e Raoul Bova di deep fake e web reputation. “Pensate al culto del corpo che aveva Pasolini, si allenava!”, ha urlato, a significare che la disciplina fisica e l’adorazione della forza, care alla destra e alla compagine di governo (basta guardare l’aitante Tajani), sono ancor’oggi estranee agli egemonici intellettuali di sinistra, notoriamente flaccidi e/o mingherlini. In effetti l’altra salma trafugata dai tombaroli di FdI è stata quella di Yukio Mishima, il grande scrittore giapponese la cui visione superomistica avrebbe fatto pendant con l’estetica espressa dal trapianto tricologico di Lollobrigida. Mishima purtroppo si è già suicidato nel 1970 col seppuku (il taglio rituale del ventre con un pugnale), altrimenti l’avrebbe fatto volentieri a Castel Sant’Angelo, sede della kermesse, dopo aver sostenuto la separazione delle carriere insieme al ministro Nordio.
L’operazione Pasolini, già saccheggiato da CasaPound, è chiara: è la furba appropriazione di un totem della sinistra per i suoi tratti reazionari. E quindi “a noi!” il Pasolini anti-modernista, nostalgico della società rurale, anti-abortista, il moralista di Valle Giulia (i carabinieri figli del popolo, gli studenti figli di papà) etc. Come ci ha spiegato la Roccella (per far arrabbiare gli aristodem, che infatti hanno pavlovianamente reagito), Pasolini era sì reazionario e anti-femminista (contrario alla libertà sessuale femminile, persino), ma è stato anche il regista di Salò o le 120 giornate di Sodoma, cruda allegoria di un potere fascista sadomasochistico, basato sull’abuso dei forti sui deboli, il consumismo sessuale, la torva stupidità dei potenti, la schiavizzazione dei poveri; è la visione oscena del fascismo realizzato, che non avrebbe avuto più bisogno di fez e manganelli per imporsi. Il punto, ignorato dai presunti intellettuali di presuntissima sinistra che rivendicano la proprietà di Pasolini, è che quella società degenerata è la profezia dello stato terminale e totalitario della società neoliberista nella quale siamo immersi, prevista e deprecata da Pasolini sulla spiaggia di Sabaudia; cioè siamo più vicini a Salò noi oggi di quanto lo fossero gli italiani del dopoguerra. Non è infatti la prima volta che si fa scempio della memoria di Pasolini: nel 2017 venne aperta un’incredibile “Scuola di Partito Pier Paolo Pasolini”, dove il partito era il Pd renziano, la testa d’ariete del neoliberismo in Italia.
Glie’ frega ©azzi alla gente comune de Pasolini🤔
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poi a uno che è morto gli fanno dire tutto quello che vogliono …tanto quello mica può ribattere!
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I fascisti… vogliono appropriarsi di Pasolini dopo che è stato ammazzato da gentaglia probabilmente connessa con l’estrema destra come era tipico negli anni 70. Rispettate almeno i morti!
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questi non rispettano neanche se stessi, figurati se rispettano i morti
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