Nel complesso, il numero di miliardari è di 2.919. Nel 2025 hanno puntato soprattutto al Nord America, l’anno prossimo guardano a private equity, fondi speculativi e oro

(Sara Tirrito – lastampa.it) – Nel 2025 i miliardari nel mondo sono stati 2.919, in aumento dell’8,8% rispetto al 2024, quando erano 2.682. Con loro cresce anche il patrimonio complessivo, pari a 15.800 miliardi di dollari, in rialzo del 13% rispetto ai 13.969 miliardi dell’anno precedente. Lo registra l’undicesimo UBS Billionaire Ambitions Report, secondo cui 196 imprenditori “self-made hanno” aggiunto 386,5 miliardi di dollari, mentre 91 eredi hanno ricevuto 297,8 miliardi di dollari in eredità.
I settori in cui si investe
Il comparto tecnologico è cresciuto del 23,8%, portando il patrimonio dei miliardari del comparto a 3.000 miliardi di dollari. Il consumer e retail rimane il più grande con 3.100 miliardi, pur crescendo solo del 5,3%. L’industriale segna +27,1% a 1.700 miliardi, mentre i servizi finanziari raggiungono 2.300 miliardi (+17%).
Nei prossimi 12 mesi il 49% intende aumentare l’esposizione al private equity, il 43% agli hedge fund, il 35% alle infrastrutture e il 32% all’oro. Le preoccupazioni principali riguardano i dazi (66%), i conflitti geopolitici (63%) e l’incertezza politica (59%). Entro il 2040 si stima un trasferimento “intergenerazionale” di 6.900 miliardi di dollari, di cui almeno 2.800 verso eredi statunitensi.
La geografia della ricchezza
Le Americhe concentrano 1.052 miliardari con un patrimonio di 7.464 miliardi di dollari (+15,5%). Gli Stati Uniti da soli contano 924 miliardari con 6.889 miliardi. L’area Asia-Pacifico ne conta 1.036 con 4.227 miliardi (+11,1%), di cui 470 in Cina continentale con 1.766 miliardi e 188 in India con 888 miliardi. La regione EMEA registra 831 miliardari con 4.100 miliardi (+10,4%), con concentrazioni significative in Germania (156 miliardari, 692 miliardi) e Svizzera (84 miliardari, 518 miliardi).
Il 63% dei miliardari identifica il Nord America come area di maggiore opportunità per i prossimi 12 mesi, in calo però dall’80% del 2024. L’Europa occidentale sale al 40%, la Grande Cina al 34% e l’Asia-Pacifico al 33%. Il 42% prevede di aumentare l’esposizione alle azioni dei mercati emergenti, il 43% a quelle dei mercati sviluppati.
Che strano che la percentuale maggiore sia la preoccupazione della Trade diversion dei dazi e non i conflitti.
Qualche pirla pensa che quel morto di fame di Vladimiro investa i suoi miseri averi accumulati solo dallo stipendio di presidente della Russia dandoli in mano ad Alladin che li smista nei settori siderurgici-tecnologici (armi)americani e guadagni sul sangue dei suoi soldati.
kattivoni al soldo della propaganda atlantista
ops…
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Tanti numeri e altrettanta confusione.
Cerchiamo di dipanare il bandolo della matassa: il numero dei miliardari cresce (+8,8%) ed il loro patrimonio cresce in misura maggiore (+13%), a prima vista si potrebbe dire che la piaga mondiale dell’iniquità si incancrenisce sempre di più: non solo crescono i miliardari ma la crescita maggiore del loro patrimonio in rapporto al numero indica una maggiore concentrazione di ricchezza.
Va pure detto che l’aumento di ricchezza dei miliardari è trainata soprattutto da chi crea aziende da zero, confermando il ruolo dell’innovazione e dell’imprenditorialità.
I settori di investimento: il più vasto rimane il consumo retail (Amazon per semplificare) ma in tale settore si registra la crescita più bassa (+5,5%); il settore di investimento che segna una ottima crescita è quello tecnologico (+23,8%) che, unitamente a quello industriale (+27%), dovrebbero fare accendere qualche lampadina ai politici e non solo del paese di selce, clava e PMI (dovrebbe, appunto).
Le preferenze di investimento: evitiamo di ripetere i numeri, ma non ci sono settori nettamente prevalenti; anzi proprio quei numeri indicano che miliardari stanno diversificando e proteggendo i loro patrimoni da rischi globali, mostrando prudenza.
In quanto ai rischi percepiti, il fatto che non ci sia una prevalenza netta di una fonte di preoccupazione indica la complessità e l’instabilità del periodo attuale il che richiede strategie articolate.
Per quel che riguarda la distribuzione della ricchezza per aree geografiche, la ricchezza dei miliardari resta concentrata principalmente negli USA e in alcune aree chiave dell’Asia, ma l’EMEA continua a crescere grazie al settore industriale, presumibilmente, e alla stabilità finanziaria.
Non può non saltare all’occhio il cambiamento nella percezione delle opportunità: Nord America in calo (63% vs 80%), Europa e Asia in aumento.
In sintesi un articolo mal fatto: tanti numeri, concetti chiave quasi del tutto assenti o poco digeribili.
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