No di Elly dopo l’invito di Meloni esteso a Conte

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Solo lunedì scorso lei e lui sorridevano e si abbracciavano a Napoli, dopo la vittoria a valanga in Campania. Ma ora tra Elly Schlein e Giuseppe Conte c’è di nuovo un fossato di rancori e sospetti. I dem accusano l’ex premier di giocare di sponda con Giorgia Meloni, mentre lui è offesissimo con la segretaria del Pd e i suoi. Tutta colpa del pasticciaccio brutto di Atreju, con Schlein che mercoledì ha posto come condizione per essere alla festa di Fratelli d’Italia un confronto sul palco con la premier, senza preavvertire Conte. Da lì in poi, il diluvio.
Ossia il leader dei 5Stelle che non gradisce, e così il giovedì mattina ricorda sul sito del Fatto che anche lui aveva chiesto di duellare con la leader di FdI. Precisando poi che andrà ugualmente (sabato 13 dicembre alle 17, intervistato da un giornalista). La sera, il gol di Meloni a porta spalancata: “Ritengo che al confronto debba partecipare anche Conte che, a differenza di Schlein negli anni passati è venuto ad Atreju senza imporre vincoli. E poi non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell’opposizione”. Quindi la dem che a Piazza Pulita rovescia il tavolo: “Mi dispiace che Meloni abbia rifiutato il confronto con me, forse mi teme”. Si arriva a venerdì, con Conte agli Stati generali della ripartenza: “Schlein, saputo della mia presenza, ha preferito ritirarsi da Atreju. Mi dispiace, potevamo incalzare Meloni su vari temi”. Ma esce anche il suo ex portavoce, Rocco Casalino, durissimo: “La segretaria del Pd ha sbagliato tutto, ha offeso gli alleati”. Inaccettabile, per il Pd. Si nota, eccome, nel sabato in cui un bel pezzo del partito si raduna a Montepulciano. Così ecco Andrea Orlando: “Vorrei chiedere a Conte se è utile continuare a discutere per giorni del circo della Meloni”. L’ex premier legge, e non la prende affatto bene. Si morde la lingua per non rispondere. Ma dal M5S fanno notare: “Se il Pd considera Atreju un circo, perché Schlein voleva andarci?”. Nel mentre punge anche l’eurodeputato Dario Nardella: “Opinioni come quelle di Conte andavano dette riservatamente a Schlein invece che in pubblico: così si fa il gioco delle destre”. Scorie, figlie della competizione interna. Mercoledì Schlein ha invocato il confronto con Meloni innanzitutto per accreditarsi come la sfidante per le Politiche del 2027. Forse, anche un fallo di reazione al Conte che subito dopo le Regionali aveva lanciato il cantiere del M5S per il programma, rinviando il tavolo di coalizione a “dopo l’estate”.
La certezza è il fastidio che trasuda dai suoi virgolettati giovedì mattina. Solo dopo, giurano i 5Stelle, partono i contatti con FdI, sia tramite emissari – Giovanni Donzelli per Meloni, Michele Gubitosa per Conte – sia attraverso gli staff. Le vie tramite cui la premier informa il leader dei 5Stelle di quella nota che ai dem è parsa troppo benevola verso Conte. Anche per questo Schlein si è ritratta. Ora, a parte il Matteo Salvini che chiede un confronto all’ex premier (ignorato), sono veleni giallorosa. Con i 5Stelle risentiti pure per un passaggio di Schlein in tv: “Meloni vuole il confronto di coalizione? Portasse anche Salvini. E se vuole anche Tajani, noi possiamo portare Fratoianni e Bonelli”. Per dirla come un veterano del M5S, “ci tratta da cespugli”. Ci sarebbe anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: “Non bisognava entrare nella trappola di Meloni, Conte e Schlein dovevano organizzarsi prima”. Troppo tardi.
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Difficile stabilire se la signora Schlein, con cucuzzaro-poltronaro-farlocco-progressista oggi a difesa, abbia rinunciato per lesa maestà (probabilmente si sente già incoronata) oppure per il terrore che apparissero evidenti (con Conte anch’esso presente), le notevoli similitudini tra destre su temi di fondamentale importanza.
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Quindi concordi che la Giorgia l’ha (li ha, ad essere onesti, certo per interposta ingenua – vedi Casalino) abilmente intrappolata confermandosi così politica di razza, tatticamente parlando.
Tuttavia.
La sinistra italiana mi è lontana per il modo, per la supponenza, per l’avere occupato nel tempo tutto l”occupabile pure senza vincere mai un’elezione politica con la sua vera faccia (altro che la giorgia), per il credere di essere la depositaria unica della verità, per il suo terzomondismo mercenario e ipocrita, e via così.
È però difficile anche per uno com me negare che la leadership, e quindi la presidenza del consiglio, nella logica che si è creata ormai nel tempo e per l’architettura di queste coalizioni (giusto o sbagliato che sia) debba andare al partito che nella coalizione medesima è maggioritario, anche se si si tratta di una persona senza alcuno spessore come nel caso della Schlein.
Persona che non ha spostato in maniera significativa i consensi (il modesto recupero del PD dopo la debacle 18% era fisiologico per quel partito e con Bonaccini sarebbe stato lo stesso) e ha regalato il palcoscenico a Conte in Campania, dove il Nostro non avrebbe toccato palla.
Inutile, infatti, fare i galli: una vittoria è una vittoria, ma Fico l’ ha avuta solo e solamente grazie al placet di De Luca, vero dominus dei consensi da quelle parti. A riprova, vedasi le percentuali da Lega di Salvini che ha avuto il partito di Conte, là dove Grillo vinse invece a manbassa (promettendo soldi gratis, sì, è vero, va ricordato, ma pure Conte, con Tridico ci ha riprovato in Calabria, ma i risultati …)
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Caro Mario, quindi per te essere “confermandosi così politica di razza” saper mettere nel sacco gli avversari, menare colpi sotto la cintura, quindi di conseguenza dire qualunque cosa per mantenere il potere… io pensavo che il politico di razza è quello che fa l’interesse del suo paese migliorando le condizioni di vita dei cittadini, soprattutto dei più deboli. Quanto sono ingenuo!
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” io pensavo che il politico di razza è quello che fa l’interesse del suo paese … ”
La si può giudicare come si vuole (ciascuno ha il proprio punto di vista) ma non in dolo. Sicuramente, cioè, l’interesse per l’Italia lo persegue. Che riesca o meno, ripeto, è altro. Ma per quello che riguarda il resto, cioè la durezza del confronto politico e le sue mosse, be’ la tua non è la definizione di politico, ma di buon samaritano. E nemmeno Conte è tenero in questo.
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https://www.ilsole24ore.com/art/primarie-campo-largo-chi-vincerebbe-youtrend-conte-avanti-14-punti-schlein-AHEoaBtD
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Un politico di razza non scappa dal confronto. Ogni volta che Conte chiede un confronto con Meloni, lei se la dà a gambe levate. E’ certamente abile, ma Conte lo è più di lei.
Il M5S è una forza indipendente, quindi non fa parte di nessuna coalizione. Prima si definisce il programma, poi si individua il candidato più competitivo. E l’unico in grado di competere con la destra è Conte, altri non ce ne sono. Se non altro perché è già stato premier e ha dimostrato di saperlo fare. Tutti gli altri non sono adatti a ricoprire quel ruolo, compresa la Schlein.
Il M5S avrebbe candidato Fico anche senza accordo con il PD. La lista di De Luca ha ottenuto meno voti del M5S, quindi non è stata determinante per la vittoria di Fico. https://elezioni.repubblica.it/2025/regionali/23-novembre/campania/
Sia in Campania che in Calabria il M5S ha ottenuto la stessa percentuale della volta scorsa. Senza la lista civica del presidente, avrebbe raccolto maggiori consensi.
Alle Politiche del ’22 il M5S ha ottenuto il 34,6% in Campania e il 29,4% in Calabria. https://elezioni.repubblica.it/2022/cameradeideputati/campania/
https://elezioni.repubblica.it/2022/cameradeideputati/calabria/
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Mathias è tattica, non fuga. Se la Schelin rispondesse sì il confronto ci sarebbe. Solo che la Meloni vorrebbe usare il confronto per i propri scopi: primo fra tutti palesare le contraddizioni della compagine di sinisra. Conte ha pur fatto lo stesso guando ha denunciato le divergenze in seno al governo su vari aspetti, no?
Per tutto il resto in parte concordo in parte no. Rispetto i nobili principi anche quando sono perdenti. Questa è la parte sì.
La parte no sono i numeri. Avresti fatto meglio a glissare su questo vista la caduta verticale proprio in Campania. Fico e con lui i 5stelle, ha 5 anni per guadagnarsi una vera, propria vittoria. Se De Luca avesse risposto picche e se i 5stelle fossero andati da soli, ora in Campania ci sare il generale.
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Scappa perché ha paura di confrontarsi con Conte. Sa bene che con lui non toccherebbe palla e quindi se la svigna.
In Campania non c’è stato nessun crollo. Come dicevo prima, ha ottenuto la stessa percentuale della volta scorsa. E’ sbagliato fare paragoni tra elezioni locali ed elezioni nazionali. Le elezioni locali hanno dinamiche del tutto diverse da quelle nazionali. A livello locale il M5S ha sempre raccolto meno voti rispetto alle elezioni nazionali. Questo succede perché le elezioni locali sono fortemente influenzate dal voto di scambio clientelare. Se oltre ai voti di opinione raccogliesse anche quelli clientelari, otterrebbe risultati migliori.
Da soli sicuramente non avrebbero vinto. Alle Regionali il M5S non ha mai vinto da solo, nemmeno nelle Regioni in cui ha ottenuto ottimi risultati.
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Dubbio legittimo, Giansenio, e sono dell’idea che il “terrore…” sia la spiegazione più corretta!
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Quindi è ovvio che i destrorsi preferiscano Schlein a Conte…
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E certo! Chi non preferirebbe Elli! 😀
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chiedo per conto della vicina del secondo piano con terrazzo….ma il “Signor Mario”…..sara’ mica per caso il giornalista “Sechi”……????
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Il nostro non è un sistema bipartitico o bipolare .Questo la segretaria PD dovrebbe saperlo e Ancor di più i giornalisti prezzolati che rompono le scatole per mettere sotto la telecamera il binomio Shlein -Meloni per oscurare il resto . È ovvio che Conte non ci stia al giochetto come è altrettanto scontato che Shlein e i suoi sono i soliti sleali .
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Come se io avessi paura di confrontarmi con quella pigmea della Garbatella! Vieni avanti Gioggia!
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I renziani, vomitevoli i più, di tattica politica sono maestri. La Salis, già nominata anti schlein in pecore ha subito affermato che la responsabilità politica di coalizione non necessita delle primarie per definire il candidato premier, essendo da prassi il leader del partito più votato. Al suo fianco, politiconi padri nobili e giornalistoni a mettere in dubbio la capacità di Schlein, troppo a sx, a ricoprire il ruolo di pdc, quindi nemmeno quello di leader pd. E giorni fa Renzi ha sconsigliato Meloni ad insistere con l idea di indicare il candidato premier di coalizione. Non le conviene, ha detto. Il sondaggio che evidenza il vantaggio di Conte in eventuali primarie di coalizione, ammesso sia vero (manca il mio voto) spiega perentorieta’ e timori di queste posizioni. Anche per Meloni, Conte avversario palese non è da sottovalutare, se proposto agli elettori, astenuti compresi. In sintesi, Conte è bandito dalla possibilità di essere candidato premier della sx. E Schlein quasi anche. Schlein che si è accorta che occupay pd non l ha fatto lei o le sardine, tornate in scatola, ma l hanno fatto renziani e prodi draghiani, che tutto le faranno fare tranne un accordo con il m5s e Conte. La virilità del primo partito di coalizione e le esternazioni sulla naturale leadership del pd a sx sono il finto supporto a chi da settimane i maggiorenti pd descrivono come inadatta. Al punto da farle rischiare un dibattito a tre in cui si può vedere Meloni e Schlein insieme contro Conte non tanto sulla guerra, ma su jobs act, conflitto di interessi, abuso d ufficio, privatizzazioni, lavori pubblici. Tanto anche per gli elettori pd più benevoli. Che è poi il problema del programma di coalizione, che Conte ha correttamente tenuto prima all interno del m5s, senza seguire le pulsioni frettolose di schlein e Avs, compagine che è indistinguibile dal pd di Schlein, con la Salis normalizzata che vota il.pseudo art 5 per l Ucraina. Conte che, alla fine, parlerà ad Atreju, come è giusto fare per una persona delle istituzioni. E che oggi ha 2 governatori di Regione espressione del m5s. Non male, per un dendennante ambiguo.
Confesso che la tentazione di Fico candidato del solo m5s non mi sarebbe dispiaciuta. Per vedere cosa sarebbe successo. In Campania, però. Avrebbe potuto vincere, ma solo col voto di parte degli astenuti, sperando che almeno in Campania gli antiConte a prescindere fossero pochi. La prossima volta.
io non biasimo Schlein. La capisco e continuo a ritenerla l unica interlocuzione possibile col pd “sano”, che sono gli elettori che l hanno scelta. Vedremo. Ci si dovrà accomodare ai compromessi imposti dalla futura legge elettorale, credo. Ma anche andare da soli, perché spontaneamente nessuno vuole Conte in coalizione. Il programma sarà il discrimine che sfoltira’ il campo politico possibile. E la lista anticipata dei possibili ministri, genialità grillina che va riconosciuta.
Con un pensiero che va oltre l immediato. Scandaloso. Programma e compagine definita, Giuseppe Conte non pdc potrebbe fare il Ministro degli Esteri? E perché non essere il candidato della sx al ruolo di Presidente della Repubblica? Esagero?
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