Le tappe. In aprile cantiere del programma. Vertici, nomine e nuove parole d’ordine per recuperare voti sopra Roma e tra i “moderati”

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – L’avvocato va di corsa. Perché lo sfidante di Giorgia Meloni vuole essere lui. Giuseppe Conte pensa già alle primarie del centrosinistra da vincere, per tornare dove si sente a casa, cioè a Palazzo Chigi. Per questo ha già lanciato il cantiere del programma sul modello di Nova, la costituente di un anno fa, sull’onda del Roberto Fico che ha stravinto in Campania. Voleva bruciare sul tempo gli altri del campo largo, e soprattutto Elly Schlein, che “già ragionava di tavoli di coalizione, per guidarli” sussurra un big del M5S. Invece ieri su Repubblica l’ex premier il tavolo l’ha rinviato “a dopo l’estate”. Prima vuole coinvolgere gli iscritti del Movimento – che nelle chat sembrano contenti dell’idea –, ma anche quelli che stanno di fuori, simpatizzanti e anche cittadini neutrali. E ovviamente vuole e deve recuperare voti, e da qui arriva tutto quel battere su sicurezza, imprese e tasse.

Parole d’ordine per (ri)trovare consensi al centro, inteso come spazio politico: mai così affollato. Ma anche al Nord, area geografica dove il Movimento in molte zone praticamente non esiste, e il fatalismo con cui i parlamentari hanno accolto il 2 per cento e qualcosa in Veneto racconta la gravità del problema. Mescolare il tutto, ed ecco il Conte iperattivo degli ultimi giorni. Il suo cantiere per il programma dovrebbe andare in scena in aprile. Ma è ancora tutto da pensare e definire, “anche perché questa volta dovremo dare grande spazio agli esterni” raccontano. Unica, parziale certezza, a organizzarlo dovrebbe essere di nuovo Avventura Urbana, società già ingaggiata dal M5S per Nova e altre iniziative. L’importante era l’annuncio, ossia giocare d’anticipo sugli altri partiti. Rilanciare, con l’obiettivo di non schiacciarsi a sinistra, per non sembrare sovrapponibile come slogan e postura al Pd rosso fuoco di Schlein. Raccontano che poche settimane fa l’ex premier abbia incontrato una società di comunicazione per fare un punto sulla strategia.

E una delle principali raccomandazioni ricevute è stata quella di “investire di più sul Nord”, innanzitutto sul piano dei temi, e innanzitutto insistendo sulla sicurezza, fianco scoperto del governo di centrodestra, abbinando l’argomento a messaggi di sostegno a famiglie in difficoltà e piccole e medie imprese. Nel M5S si augurano che questi argomenti spicchino tra le proposte di base e società civile nel cantiere di programma. Nell’attesa, Conte ha già ricalibrato la sua comunicazione, per esempio smarcandosi da Schlein sul tema patrimoniale (suscitando peraltro diversi mal di pancia nel M5S). E battendo molto sulle tasse e sulla pressione fiscale che sale. Il Movimento si distanzia dal suo tradizionale bacino sociale di riferimento? Il vicepresidente Michele Gubitosa, imprenditore, al Fatto la racconta diversamente: “Il M5S è e resterà sempre vicino ai più deboli. Oggi tanti del ceto medio sono caduti in povertà e molte piccole e medie imprese sono in grandissima difficoltà. Quando andiamo a sostenere gli operai in cassintegrazione o che rischiano di perdere il lavoro perché i proprietari vogliono delocalizzare, gli imprenditori ce li ritroviamo accanto e li sentiamo chiederci aiuto”. C’è anche quel filo da tirare, per riaccreditarsi come forza di governo. “Ma per riprendere voti al Nord bisogna farsi vedere sui territori, e cambiare la narrazione di partito assistenzialista” sussurrano vari 5Stelle.

Conte lo sa, e medita di farsi vedere di più sopra Roma. Pensa a incontri mirati. “Sono convinta che al Nord si possa cambiare rotta” dice al Fatto Chiara Appendino, dimessasi 40 giorni fa da vicepresidente. Secondo l’ex sindaca di Torino “il Movimento può e deve farsi sentire di più, perché i problemi da risolvere ci sono. Ho presentato una proposta di legge sulla sicurezza per garantire più prevenzione e presenza dello Stato nei territori, e faccio tanti incontri davanti alle fabbriche per ascoltare i lavoratori. E poi ci sono le imprese tradite dal ministro Urso, strozzate da difficoltà di accesso al credito, bollette e costi di gestione”. Il margine per recuperare terreno ci sarebbe, è il concetto. Ma il punto è sempre il come, assieme alla difficoltà di penetrare certi mondi.

Anche per questo Conte potrebbe tornare ad affidarsi a veterani che sanno come muoversi, come il lombardo Stefano Buffagni, già sottosegretario, in forte odore di ricandidatura alle Politiche. E sempre il tema Nord può essere una delle ragioni per nominare vicepresidente l’attuale capogruppo in Senato, il triestino Stefano Patuanelli, già ministro per due anni allo Sviluppo economico nel primo governo dell’avvocato, quindi “uno che con le imprese ha imparato a parlare”, ricordano dal Movimento. Tutto può servire, nella campagna elettorale permanente di Conte. Pronto a costruire il programma di governo dal basso, come fece quasi vent’anni fa con le “primarie dei cittadini” un altro leader del Movimento. Si chiamava Beppe Grillo e quel documento lo portò all’allora premier Romano Prodi, che si appisolò. Conte il suo programma lo porterà (anche) a Schlein. Ma lei la troverà sveglia.