
(Da La Zanzara) – Matteo Salvini a La Zanzara: la legge sul consenso? C’era davvero bisogno di un’altra legge sullo stupro? La considera una follia?: “In onestà, ne sono stato fatto partecipe due giorni fa, mi sembra evidente che questa cosa complica le vite, peraltro già complicate, delle famiglie italiane e delle coppie.
E poi ci dicono che c’è un problema di denatalità. Il consenso sessuale è sempre e comunque importante e nessuno deve permettersi di compiere atti di violenza, questa cosa è già disciplinata dalla legge, se serve farne una ulteriore allora l’importante è che non diventi un’arma di chi non si vuole vendicare per un litigio o altro”.
E ancora: “Quante denunce di molestie in sede di separazione conflittuale ci sono che poi finiscono come infondate ma intanto ti rovinano la vita e traumatizzano i bambini? Se una vita condivisa comporta una corsa ad ostacoli, come fa un ragazzo di 16 anni durante la pausa tra la terza e la quarta ora a chiedere alla ragazza della seconda B di andare al cinema? Compila una scheda?”
CAIAZZA, INACCETTABILE INVERSIONE ONERE DELLA PROVA
(ANSA) – ROMA, 26 NOV – “La legge porta alle estreme conseguenze, non tollerabili dal sistema, una giusta esigenza di protezione della donna, a livelli talmente estremi da essere inaccettabili”.
L’avvocato Giandomenico Caiazza, già presidente dell’Unione delle camere penali, boccia senza appello la legge sul consenso. Quello che proprio non può essere accettato è “l’inversione dell’onere della prova” nei processi per violenza sessuale, cioè il fatto, spiega, che dovrà essere l’uomo denunciato a dimostrare che il consenso al rapporto sessuale c’era.
E la prova rischia di essere impossibile. “Se una donna dice ho avuto quel rapporto sessuale ma non c’era il mio consenso pieno, come fa il denunciato a dimostrare il contrario? Non c’è solo l’inversione dell’onere della prova, non c’è lo strumento per provarlo”.
“Qualunque denuncia nel penale deve essere supportata da elementi di prova. In questo caso invece poichè la norma non chiede più un elemento fattuale di riscontro, ma semplicemente la valutazione sulla sussistenza o meno del consenso, la conseguenza è che nel momento in cui una donna denuncia si presume che non ci sia stato il consenso.
Si porta agli estremi un’idea che nelle premesse è giusta: che la donna debba essere supportata in un percorso giudiziario che la vede potenziale parte offesa. Ma non si può arrivare al punto che si elimini qualunque elemento di prova che vada oltre la dichiarazione della donna. E per come è concepita la norma si può arrivare alla conclusione che nel caso della violenza sessuale si è sollevati da questo onere probatorio”.
Che fare allora? “Nei processi di violenza sessuale la protezione della donna che denuncia è già molto alta. Non c’è bisogno di rafforzarla”. Meglio far cadere la legge? “Assolutamente sì. Su questo punto non vedo margini per fare passi avanti nè il bisogno di farli. I processi per violenza sessuale dalla parte dell’imputato sono già ora difficilissimi”.
daje che ce semo papete d’ inverno e casca er governo🤔
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Suppongo che il cazzaro verde parli per esperienza personale. Visto quel po’ po’ di adone (frustrato) che si ritrova ad essere, non è del tutto peregrina l’ipotesi che le sue avances abbiano collezionato ovvi rifiuti. Dal che deduco che la figlia di Verdini sia una poveraccia disperata senza quasi nessuna speranza di farsi l’amante. Essendo quindi stato rifiutato, avrà meditato micidiali vendette nei confronti di donne normali che non lo hanno degnato di nessuna considerazione. Provaci ancora, Sam!
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Una volta tanto ne ha fatta una giusta.
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Ma invece di proseguire con gli insopportabili contro-scontri sull’educazione sessuoaffettiva nelle scuole o rimandarla alle famiglie italiane che proprio non brillano in questo campo, essendo spesso parte in causa del peggio, perché la famosa educazione sessuo-affettiva non la dà la televisione, a cominciare dalla RAI, a cominciare dagli spot che usano il corpo della donna solo come richiamo sessuale o appello alla maternità o la trattano come una rimbambita, a cominciare dai giornali vietando per esempio gossip e donne mostrate solo come richiami sessuali, a cominciare dai social, dai Tik Tok, a cominciare dal governo e dal parlamento, penalizzando le uscite infelici e vietando le leggi infelicissime? Perché solo le scuole e non tutta una rieducazione indiretta, ambientale, pervasiva, generale, culturale, edtica e democratica, che riguarda tutti e a cominciare dalla Chiesa cattolica che mi pare che non brilli proprio in parità e rispetto umano??
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La pena base per il reato di violenza sessuale (art. 609-bis c.p.) in Italia è la reclusione da sei a dodici anni. Con le attenuanti generiche si cala di un terzo, dunque a 4 e 8 anni. Se lo stupratore afferma che non si era reso conto che la vittima non era in condizioni di intendere e di volere (vedi figlio di La Russa) si può arrivare all’archiviazione.
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