Proteste contro il primo cittadino di Ventimiglia Di Muro

Gaia Contrafatto e Virignia Risso in scena durante la commedia

(Giulio Gavino – lastampa.it) – “Daspo Di Muro” per lo spettacolo teatrale “I dialoghi della Vagina”. È di ieri, Giornata mondiale contro la violenza nei confronti delle donne, la notizia che il sindaco a fine ottobre abbia censurato senza appello una commedia, peraltro portata in scena dalla compagnia “Teatro al Femminile”, che attraverso la comicità e il paradosso si propone come momento di riflessione per abbattere tabù e luoghi comuni legati all’universo donna. Uno spettacolo in tournée in Italia dal 2022, con riscontri positivi di critica e pubblico. La compagnia aveva chiesto la disponibilità del Teatro Comunale di Ventimiglia per il mese di ottobre, ma successivamente con il coordinamento della struttura pubblica si era concordato per andare in scena il 29 novembre, considerando l’appeal dell’argomento in piena sintonia con la ricorrenza del 25 novembre.

Lo spettacolo non va in scena

Ma il divieto? È arrivato qualche settimana fa quando gli attori hanno chiesto il patrocinio al Comune. Dal municipio, senza troppe spiegazioni, e soprattutto senza la possibilità di un contraddittorio con il primo cittadino, hanno risposto che non solo non sarebbe stato dato il patrocinio ma che lo spettacolo non sarebbe proprio andato in scena. Insomma, negata la disponibilità del teatro. «Siamo di fronte ad una censura sessista – commenta Virginia Risso, che de “I dialoghi della Vagina” è autrice, regista e interprete insieme a Gaia Contrafatto – Mi fa molta rabbia imbattermi in questo “ostruzionismo politico”, perchè ritengo che la parità di genere debba essere apartitica e non il “capriccio di alcune donne assertive”, come mi sono sentita dire in passato».

Nessun confronto

E aggiunge: «Sono settimane che cerco un confronto con il sindaco di Ventimiglia per capire la motivazioni di questa decisione, purtroppo senza ottenere alcun riscontro». L’improvviso attacco di “vaginofobia” del primo cittadino di Ventimiglia è sorprendente, a partire dal fatto che negare una struttura pubblica per un evento culturale non è mai una bella cosa e che la libertà di espressione è un diritto costituzionalmente sancito e che i rappresentanti delle istituzioni hanno il dovere di tutelare.

Daspo Di Muro

Il “daspo Di Muro”, interprete abile sul teatro della politica evidentemente inciampato su una decisione che appare essere frutto di una visione personale dell’opportunità e della cultura, rischia di diventare un boomerang, di incasellare Ventimiglia in un contesto culturale che storicamente non le appartiene. JFK diceva che “le biblioteche dovrebbero essere aperte a tutti, tranne che ai censori”, per estensione anche i teatri. Negare alla città di poter scegliere se andare a non andare a teatro appartiene ai doveri di un sindaco? Di Muro pensa di sì, ma di certo non l’ha chiesto ai ventimigliesi che alla fine della fiera sono i proprietari del loro teatro.