Il sindacato delle toghe manifesta la propria vicinanza al procuratore di Napoli, oggetto di una campagna di delegittimazione da parte dei media vicini al centrodestra

(ilfattoquotidiano.it) – “Piena solidarietà” a Nicola Gratteri, “raggiunto da pesanti critiche e attacchi personali in questi giorni, legati al suo impegno per il No al referendum sulla riforma Nordio”. L’Associazione nazionale magistrati manifesta la propria vicinanza al procuratore di Napoli, oggetto di una campagna di delegittimazione da parte dei media vicini al centrodestra dopo che in tv – spiegando le ragioni della sua contrarietà alla separazione delle carriere tra giudici e pm – ha citato erroneamente un passaggio di un’intervista (poi rivelatasi inesistente) attribuita a Giovanni Falcone. La presa di posizione dell’Anm arriva dopo che Quarta Repubblica, la trasmissione di Nicola Porro su Rete 4, ha dedicato un intero blocco della puntata di lunedì ad accusare il magistrato di diffondere “fake news“.
Il sindacato delle toghe difende “il contributo tecnico” di Gratteri, che, “come quello dell’intera categoria dei magistrati, merita rispetto perché ha come unico scopo quello di arricchire il dibattito sulla riforma e dare ai cittadini maggiori elementi di riflessione in vista del voto referendario”, si legge in una nota. Da giorni, però, il centrodestra sta approfittando dell’errore su Falcone per attaccare il procuratore, il volto più popolare del fronte del No. Nei giorni scorsi Gratteri è intervenuto per ricordare che le parole citate, anche se non pronunciate effettivamente da Falcone, “sintetizzano e rappresentano il suo reale pensiero“, come peraltro ha confermato in un’intervista al Fatto Alfredo Morvillo, cognato del giudice ucciso.
Grande uomo …sempre contro i delinquenti di qualsiasi risma!1
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Sempre dalla parte di Gratteri…..!!! Nicola…uno di noi……!!!!!!
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Mi stavo chiedendo infatti come mai questo sgoverno di sventurati fascisti fosse così silente…
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Forse sarà silente perché bastano le cazzate che scrivono i sostenitori del NO.
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Gratteri è stato delegittimato da coloro che gli hanno inventato la falsa notizia e poi gliel’hanno inviata per fargliela leggere in diretta TV. Ora cercano di rigirare la frittata dicendo che anche se non era vera l’intervista citata, comunque va sintetizzata come se fosse il pensiero di Falcone.
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/11/17/maria-falcone-su-riforma-giustizia-basta-usare-nome-di-giovanni_db5f29f9-7443-444f-be49-ae29ffe1f33f.html
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NICOLA PORRO(Hman).
Che trasmissioni ganze che mi perdo non vedendo sistematicamente Rete4.
Notare poi che questi destromani sono sempre PRO POLIZIA (e poi lasciano fare a Cicalone per tenere l’ordine…) almeno a chiacchiere, mentre sono sempre CONTRO i giudici.
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…. anche se non pronunciate effettivamente da Falcone, “sintetizzano e rappresentano il suo reale pensiero“, come peraltro ha confermato in un’intervista al Fatto Alfredo Morvillo, cognato del giudice ucciso.
Quindi, quello che Falcone espresse a chiare lettere non conta. Per Gratteri e per Morvillo forse non sapeva quello che diceva, evidentemente.
Eppure.
Mario Pirani, giornalista di Repubblica (quando Repubblica era ancora Repubblica, per i puri) intervista Falcone e pubblica il 3 ottobre 1991 (mi pare di avere letto pure: a pagina 3).
“Un sistema accusatorio parte dal presupposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l’obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para-giudice.
Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri. Chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell’Esecutivo”.
A Gratteri non può che andare stima e rispetto per avere sacrificato la vita per combattere, a nome di tutti, la criminalità. Ma questo non c’entra nulla con la verità sull’opinione di Falcone chiarissimamente sopra espressa. Se ne può tenere conto come non tenere conto, ma falsificare il pensiero …..
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