DE LUCA, SU CONDONO E PENSIONI A DESTRA ‘CIUCCI E CIALTRONI’

(ANSA) – SALERNO, 17 NOV – Degli “sciagurati”, dei “ciucci” e dei “cialtroni”, degli “irresponsabili”, che “si inventano il condono a sette giorni” dal voto e che non sanno che “i fondi sociali europei non si possono utilizzare per le politiche di sostegno al reddito”. Così il presidente della Campania Vincenzo De Luca, dopo due giorni di silenzio, risponde alle due proposte lanciate in campagna elettorale dal centrodestra.
Due anni fa, ha detto il governatore a proposito della sanatoria, la Campania fece una proposta al Parlamento per gli “80mila alloggi abusivi che non si possono realisticamente demolire”. “Quello che non è sanabile – dice De Luca – non deve essere sanabile: chi è già proprietario di un alloggio e fa l’abuso non deve essere sanato. Gli alloggi costruiti dalla camorra non possono essere condonati. Chi ha realizzato immobili abusivi sui greti dei fiumi non può avere nessun condono”.
Ma per “chi ha fatto un abuso nelle aree interne dove non c’è nessuna violazione di norme di civiltà e di legalità”, sono necessari “dei piani di zona come comuni” vanno “regolarizzate le situazioni”, va fatta “pagare la sanzione a chi ha fatto l’abuso”. Ed era questa la proposta della Regione. “Una proposta realistica – attacca – ma il governo nazionale se n’è infischiato, non ha detto niente”.
Quanto alle pensioni, “un’altra palla è che le vogliono aumentare con i fondi europei. Sono dei ciucci – sottolinea De Luca – I fondi sociali europei non si possono utilizzare per le politiche di sostegno al reddito, lo devono fare gli Stati. Noi raddoppiammo le pensioni al minimo nel 2020, ma utilizzando i fondi di coesione per due mesi e non parlando delle pensioni, ma parlando del livello di povertà della popolazione più fragile”. Dunque, conclude, “parlano a capocchia, ma solo per fare demagogia e cercare di strappare qualche voto”.
C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI…RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI!
(dagospia.com) – In Veneto, la vittoria del leghista Alberto Stefani è certa: viene dato dalle rilevazioni tra il 57 e il 60 per cento.
Il 57 sarebbe un pessimo risultato a confronto a quello delle precedenti regionali del 2021, quando la sola lista Zaia, insieme a quella della Lega, superarono abbondantemente il 60%.
La civica del “Doge” ottenne quasi un milione di voti, e il 44,57% dei consensi, il Carroccio 347mila e quasi il 17%.
In Veneto, come in Campania, il vero problema non sarà la vittoria, ma il “peso” dei singoli partiti della maggioranza per un riequilibrio di poteri: gli ultimi dati rilevano un testa a testa fra FdI e Lega.
In Campania, il distacco di Fico da Cirielli, impegnato a promettere condoni in modalità Achille Lauro, è calato da 10 a 7 punti.
Ma, rispetto al Veneto, circola una costante fibrillazione (eufemismo) tra gli esponenti del centrosinistra: i rapporti personali sono pessimi tra Mastella e De Luca, tra Manfredi e De Luca, tra Fico e De Luca (che mira all’assessorato alla Sanità, gallina dalle uova d’oro delle Regioni, visto che si pappa il 90% del bilancio e Napoli ha l’Asl più grande d’Europa).
Impazzano inoltre sussurri e grida che aggiungono benzina sul fuoco nel “Campo largo”.
In Campania la coalizione che vince le elezioni regionali incassa 30 consiglieri, chi perde ne ottiene 20. Per la maggioranza occorrono 26 consiglieri.
L’obiettivo di De Luca è far eleggere 5-6 fedelissimi, non solo per essere sempre determinante in Consiglio, ma soprattutto per…mandare a casa Fico (tra massimo un anno), e ricandidarsi!
Al momento è un fanta-scenario, visti i baci e gli abbracci del pre-voto. Ma una volta passata ‘a nuttata, ognuno farà i suoi calcoli.
Eletto governatore Roberto Fico, si aprirà una nuova consiliatura e dunque si azzera il calcolo sul groppone di De Luca: per lui, la regola del terzo mandato consecutivo non varrebbe più.
Ad oggi lo Sceriffo di Salerno ha la lista “A Testa Alta” che eleggerà almeno due consiglieri, e poi ha altri due candidati nella lista del PD, fedelissimi suoi, che il figlio segretario regionale dem, ha infilato in lista.
Stesso discorso potrebbe valere per Luca Zaia, che in questio giorni è incazzato come una biscia con il suo segretario, Matteo Salvini, che ha ventilato l’ipotesi di una candidatura del “Doge” alle suppletive per il seggio in Parlamento che lascerà vacante Alberto Stefani.
La mossa di Salvini è stata vissuta da Zaia come una delegittimazione vòlta, nell’immediato, a togliergli qualche preferenza e, nel lungo periodo, a depotenziarlo, relegandolo al ruolo di semplice parlamentare.
È vero che il “Doge”, che non ha potuto presentare una sua lista, non avrà un suo “esercito” di fedelissimi, ma chi oserà sfidarlo, se mettesse in discussione la leadership di Alberto Stefani, facesse cadere la sua giunta e poi trascinasse il Veneto al voto, ricandidandosi come governatore?
Al Nazareno, Elly e compagni aspettano il risultato campano come se fosse il giorno del giudizio: in caso di sconfitta, la segretaria col naso ad apriscatole sarà costretta a dimettersi e a tornare a Bologna con la bandiera arcobaleno al collo.
Anche la Statista della Sgarbatella rischia di pagare un prezzo politico importante, se in Campania vincesse il Fico secco di Conte.
E’ stata lei a scegliere Edmondo Cirielli, vice ministro alla Farnesina detestato da Tajani.
E’ stata lei a imporgli la candidatura, visto che che Cirielli non aveva nessuna voglia di scendere in campo e mettere la faccia su una probabile sconfitta. Lo ha persuaso e calato dall’alto, in barba a Forza Italia che sperava di candidare Fulvio Martusciello. Il “merito” di Cirielli, agli occhi della Meloni, è di essere di Salerno: una provenienza utile a portare via voti a De Luca nel suo fortino e far prevalere Fratelli d’Italia su Forza Italia.
E allora Cirielli, fattosi il segno della croce, ha accettato la pugna ma ha preteso che la sora Giorgia, in modalità “tuppe tuppe Marescia’”, fosse al suo fianco al comizio di Napoli per dargli una “benedizione”. Della serie: se perdiamo, perdiamo insieme.
LA SEGRETARIA COL NASO AD APRISCATOLE…
gli analisti politici liberi…
Fogne vomitanti e vomitevoli
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