Spesa rifinanziata, giovedì Rama a Palazzo Chigi

(di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – Giovedì prossimo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni riceverà a Roma il primo ministro albanese Edi Rama per il primo vertice ufficiale Italia-Albania dal 2010, quando a Palazzo Chigi c’era ancora Silvio Berlusconi. Il 13 novembre i due firmeranno un accordo di partenariato strategico su dieci settori, tra cui l’energia, la sanità e l’immigrazione. L’obiettivo principale, infatti, sarà quello di rilanciare i centri per migranti in Albania a due anni esatti dalla firma del protocollo che è stato svuotato dalle sentenze della magistratura italiana. “I centri in Albania fun-zio-ne-ra-nno”, aveva detto la premier.

Il governo ci crede eccome perché, a fronte dei 111 migranti che sono stati reclusi negli ultimi mesi (di cui attualmente una decina), ha deciso di continuare a spendere soldi per i due centri per il rimpatrio di Gjader e Schengjin. Secondo le tabelle del ministero dell’Interno allegate alla legge di Bilancio, solo nel 2026 lo Stato italiano spenderà 30 milioni di euro per la gestione dei centri e per il funzionamento del protocollo. Una cifra che arriverà a circa 70 milioni se consideriamo anche il triennio 2026-2028. Soldi che potrebbero essere inutili perché la Corte d’Appello di Roma nei giorni scorsi ha messo in dubbio la possibilità di firmare il protocollo. Se la Corte di Giustizia Ue dovesse accogliere il ricorso, come ha scritto ieri il manifesto, i centri potrebbero addirittura chiudere.

La maggior parte dei fondi stanziati per mantenere i due centri in Albania provengono dal bilancio di 818 pagine del ministero dell’Interno. La prima voce riguarda il fondo per il “rimborso delle spese sostenute dalla parte albanese” per l’attuazione del protocollo e per il “rafforzamento della collaborazione in materia migratoria” per cui vengono stanziati 14,7 milioni ogni anno tra il 2026 e il 2028.

Altri 6,2 milioni l’anno per tre anni, oltre al residuo di 2,6 milioni rispetto a quanto previsto un anno fa, saranno stanziati per “l’attivazione, la locazione e la gestione” dei centri di trattenimento per migranti. Infine, il ministero dell’Interno decide di investire ulteriori 6,4 milioni sull’acquisto di “automezzi, dei natanti e degli aeromobili” non solo per il funzionamento dei centri ma anche per “studi, prove e sperimentazioni” per l’esecuzione del protocollo. Mille euro l’anno vengono anche stanziati per l’acquisto di impianti e materiali “telefonici, telegrafici, radiotelefonici, radioelettrici” e di altre attrezzature per i centri. In totale quindi il Viminale per il 2026 arriva a stanziare 30 milioni di euro, che diventano più di 70 nel triennio fino al 2028.

Anche il ministero della Giustizia ha previsto due nuove voci di spesa per il funzionamento dei centri in Albania che l’anno scorso non erano state previste. Sono le somme destinate all’informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria per l’accordo e quelle per l’allestimento delle aule per la celebrazione delle udienze. Nelle tabelle del ministero, però, non vengono indicate cifre precise per l’incertezza derivante dalla mancata attuazione del protocollo Roma-Tirana.

Una somma, quella dei 70 milioni, che farebbe molto comodo alla maggioranza di governo che da settimane sta litigando per provare a eliminare la tassa sugli affitti brevi a cui Lega e Forza Italia si oppongono. Il ministro Giorgetti ha spiegato che servono 100 milioni di coperture per eliminarla.