Il vertice Rutte: “La loro difesa è vitale per la nostra sicurezza”. Chiesti 60 mld L’alternativa è utilizzare gli “asset” russi congelati

(di Cosimo Caridi – ilfattoquotidiano.it) – Berlino. La Germania farà stazionare i suoi aerei da combattimento in Polonia. I caccia tedeschi Eurofighter saranno schierati alla base di Malbork, a poco più di 100 km dal confine russo, per pattugliare il confine orientale della Nato. “Contribuiremo alla protezione del fianco orientale con voli di pattugliamento”, ha detto il ministro della Difesa, Boris Pistorius, a margine della riunione dei 32 ministri della Difesa dell’Alleanza. “In futuro la Germania sarà ancora più attiva, presente e visibile sul confine orientale della Nato”. Non ha indicato il numero di velivoli, ma Berlino intende assumere il ruolo di guida nel pattugliamento dei cieli europei dopo i recenti sconfinamenti di droni e aerei russi. In parallelo, la Germania prevede di investire 10 miliardi nei prossimi anni in droni di ogni tipo, offensivi e difensivi. “Il comportamento aggressivo di Putin dimostra che non possiamo allentare la nostra prontezza alla difesa”, ha dichiarato Pistorius. Dopo il dispiegamento di aprile in Lituania, dove la brigata meccanizzata Panzerbrigade 45 crescerà fino a 5 mila soldati entro il 2027, il passo in Polonia consolida la presenza militare tedesca lungo il fronte orientale, dal Baltico alla Bielorussia.

I ministri della Difesa riuniti ieri a Bruxelles hanno discusso anche del rafforzamento della difesa aerea e delle misure contro la minaccia dei droni. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha annunciato che l’Alleanza “implementerà una serie di misure aggiuntive che rafforzeranno e accelereranno la nostra capacità di contrasto”. Ha spiegato che sono già in corso test di nuovi sistemi anti-droni e che la cooperazione con il settore privato sarà decisiva. “Innovazione e adattamento fanno parte del dna della Nato” ha detto. Rutte ha anche confermato che l’Alleanza sta lavorando con l’Unione europea alla costruzione del muro di droni. “Non ci saranno duplicati” ha assicurato, chiarendo che la Nato fornirà capacità militari e l’Ue sosterrà i costi.

Al centro del vertice la guerra in Ucraina. Il ministro della Difesa di Kiev, Denys Shmyhal, ha stimato in 120 miliardi di dollari il costo del conflitto per il 2026. Metà, secondo Shmyhal, proverranno da risorse nazionali e metà dagli alleati, invitando i partner “a contribuire con lo 0,25% del proprio Pil per sostenere la difesa ucraina”. Se i contributi non arriveranno, Kiev punta a utilizzare i beni russi congelati. Durante il Consiglio Nato-Ucraina, Rutte ha ribadito che il sostegno militare a Kiev “è vitale per la nostra sicurezza” e ha citato il programma Purl (Priority Ukraine Requirements List), creato con Washington per finanziare forniture di armi Usa. “Più della metà dei Paesi membri ha già aderito” ha detto. Il segretario alla Guerra Usa, Pete Hegseth, ha spinto per un impegno maggiore: “Ci aspettiamo che più Paesi diano di più e acquistino di più per aiutare l’Ucraina a porre fine al conflitto”, aggiungendo che, se la guerra continuerà, “imporremo costi alla Russia per la sua aggressione. Il Dipartimento della Guerra è pronto a fare la sua parte come solo gli Stati Uniti possono”. Il nuovo schema Purl ha sostituito le donazioni dirette. L’Europa paga al Pentagono le armi che Kiev ottiene dagli Usa.

“Ci sono tecnologie che solo gli Stati Uniti possono fornire – ha spiegato Rutte – come gli intercettori dei Patriot”. Ha chiarito che gli alleati europei dovranno acquistarli per trasferirli a Kiev, riconoscendo di fatto la dipendenza dall’industria militare americana.
Il segretario generale si è detto “molto felice” per l’incontro tra Zelensky e Trump, previsto venerdì a Washington, definendolo “una cosa molto positiva”.