(di Marco Grasso – ilfattoquotidiano.it) – Non si può dire che non ci sia sincerità nella premessa di Silvia Salis: “C’è un sentimento che va poco di moda, ed è la riconoscenza: lui mi ha scelto come vicepresidente vicario in un ruolo che era sempre stato di uomini di esperienza. Voglio dirgli grazie per avere avuto questa opportunità che mi ha dato l’opportunità di crescere”. E adesso, da sindaca di Genova, è lei a premiare il suo ex capo, Giovanni Malagò, ex presidente del Coni, insignito con il premio colombiano, dedicato a Cristoforo Colombo. Riconoscimento – così recita la formula ufficiale – attribuito “a chi, di qualunque nazionalità, si sia distinto per ardimento, fervore di studi e di esperienze, audacia di realizzazione in prove di alto significato umano o in efficaci contributi alle conquiste scientifiche e alla loro divulgazione”. Fervore e audacia che nel caso di Malagò, per sintetizzarla con le parole del presidente ligure del Coni, Luigi Minchillo, fanno rima con Milano-Cortina: “Solo lui è stato capace di portare le Olimpiadi in Italia”. Pazienza per le polemiche su cementificazione e spreco di soldi. “È vero che la gratitudine è merce rara – è il commento di Malagò – e io sono grato alla città di Genova per questo premio”. Il contesto della premiazione è quello della cerimonia annuale del 12 ottobre, data che ricorda quella che prima che la storiografia occidentale rivedesse in modo più autocritico l’evento, veniva definita la “scoperta dell’America” (continente già abitato da una popolazione indigena, in seguito sterminata). Esattamente 533 anni fa l’ammiraglio Colombo approdava a San Salvador, sulle isole Bahamas. La ricorrenza – a cui prende parte anche il ministro Paolo Zangrillo – è sopravvissuta e, anzi, durante la precedente amministrazione di Marco Bucci era stata ulteriormente arricchita di onorificenze, con la pomposa introduzione degli ambasciatori di Genova nel mondo. Essendo in pochi diventati più numerosi degli Stati in cui rappresentare la città ligure, l’abitudine è stata interrotta dalla nuova sindaca: “Colombo ha aperto nuove rotte – dice ancora Salis – ora tocca a noi. Oggi vogliamo ricordare tutte le persone che sono partite e che hanno fatto del viaggio la loro missione, che ricordano con affetto e malinconia la nostra città. Ma vogliamo, soprattutto, parlare a chi dalla nostra città è partito e non è riuscito a tornare. Ai cervelli in fuga: vi pensiamo, Genova è una città da cui partire ma deve diventare anche una città in cui tornare”. Magari anche solo per riconoscenza.