Morta per un esame istologico arrivato dopo otto mesi: polemica sui politici assenti ai funerali della prof

Morta per un esame istologico arrivato dopo otto mesi: polemica sui politici assenti ai funerali della prof

(Claudia Brunetto – repubblica.it) – MAZARA DEL VALLO – Ieri Mazara del Vallo ha detto addio a Maria Cristina Gallo, la professoressa di italiano morta di cancro a 56 anni, dopo avere atteso per otto mesi l’esito del suo esame istologico da parte dell’Asp di Trapani. Adesso è lotta contro il tempo per acquisire le testimonianze degli altri malati oncologici che, dopo di lei, hanno denunciato i ritardi (in tutto nove, tre dei quali deceduti) e che rischiano di non vedere iniziare il processo. Il decorso della malattia, infatti, in alcuni casi potrebbe essere più veloce del rinvio a giudizio. Per questo l’8 settembre è iniziato l’incidente probatorio chiesto dalla procura di Trapani per cristallizzare la situazione. Saranno i consulenti nominati dal gip Massimo Corleo a sentire i malati e ad acquisire le storie cliniche di tutte le parti offese. Sono oltre 3.300 gli esami refertati con ritardo fino a otto mesi: 300 di questi hanno confermato la presenza di un un tumore.

Al momento ci sono 19 indagati fra medici, infermieri e tecnici di laboratorio. Per loro le contestazioni, sono omissione di atti d’ufficio in concorso, morte a causa di colpa medica e lesioni. È stata proprio la denuncia di Maria Cristina Gallo a far emergere lo scandalo dell’Asp di Trapani ad agosto dell’anno scorso.

Lo hanno ricordato in tanti, ieri mattina, nella cattedrale di Mazara del Vallo, piena di centinaia di persone accorse nel dolore per salutarla un’ultima volta. Tantissimi gli studenti della professoressa che le hanno dedicato decine di frase scritte su palloncini bianchi: “Per noi come una mamma”.

Grande assente il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, occupato a partecipare nelle stesse ore, a Galati Mamertino, al Festival del giornalismo enogastronomico. Assenti anche i vertici dell’assessorato regionale alla Salute. “Un’assenza che racconta più di mille discorsi — dice Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva — Perché il presidente della Regione, il primo responsabile di quanto è accaduto, finora è riuscito a non dire nemmeno una parola in ricordo della coraggiosa professoressa. Il silenzio del governo suona per Maria Cristina Gallo come un secondo abbandono”.

In cattedrale, invece, tanti hanno preso la parola per sottolineare il valore della sua battaglia civile. “La malattia che ha segnato e cambiato la sua vita — ha detto nell’omelia il suo padre spirituale, don Giacinto Leone — è diventata anche un simbolo di battaglia per molti. Cristina ha affrontato la sua condizione con una determinazione incredibile, ma la sua sofferenza è diventata anche una causa più grande. La sua lotta si è fatta battaglia civile, una lotta per un sistema sanitario che non sempre è in grado di rispondere alle vere necessità delle persone”.

Il figlio maggiore, Vincenzo Tranchida, che lei per un soffio ha visto diventare poliziotto lo scorso giugno, subito dopo avere accompagnato la madre al cimitero ha lanciato un messaggio su Instagram: “Chissà come dormiranno stanotte quelli che avrebbero dovuto salvarla”. In chiesa, alla fine della messa, ha voluto ricordare la madre accanto al fratello Natale di 17 anni che quest’anno si diplomerà al liceo scientifico. Un traguardo che Gallo sperava di raggiungere. “La tua forza era contagiosa. Grazie di aver vissuto l’amore e la speranza”, dicono i figli.