
(di Anna Grazulis – cbsnews.com) – La Finlandia e i Boston Celtics non hanno quasi nulla in comune se non una cosa: la capacità di vincere alla grande, per otto anni di fila. Per i Celtics, si trattò di otto campionati NBA dal 1959 al 1966 […]. Per la Finlandia, si tratta invece di essere in cima alle classifiche mondiali della felicità negli ultimi otto anni. Quest’ultimo risultato potrebbe essere considerato un traguardo ancora più importante in tempi così incerti, ma il mistero della felicità finlandese sfugge a molti, inclusi gli stessi finlandesi.
Il World Happiness Report è un rapporto annuale pubblicato dall’Università di Oxford in collaborazione con Gallup e le Nazioni Unite.
«Le persone andavano a vedere il sondaggio cercando di capire cosa non andasse nel sondaggio», ha spiegato Frank Martela, filosofo e professore.
Martela, che quest’anno ha pubblicato Stop Chasing Happiness: a pessimist’s guide to a good life (Smettila di inseguire la felicità: guida pessimista a una buona vita), ritiene che i finlandesi fossero scettici a causa del modo in cui la felicità viene misurata.
«Immagino che uno dei motivi principali sia cosa viene effettivamente misurato in questo World Happiness Report», ha detto Martela.
Il rapporto classifica la felicità di una nazione in base a una sola domanda: su una scala da zero a dieci, quanto è vicina la tua vita alla migliore vita possibile?
«Che è una domanda diversa da, per esempio, hai provato gioia oggi, oppure hai sorriso o riso oggi?», ha detto Martela.
La felicità significativa, nel caso dei finlandesi, si riduce davvero alla soddisfazione, il che porta a chiedersi: perché i finlandesi sono così soddisfatti?
«Il tipo di società che abbiamo è stata in grado di prendersi cura dei cittadini relativamente bene», ha spiegato Martela.
Oodi, la Biblioteca Centrale di Helsinki, ne è un esempio. La biblioteca si definisce un «luogo di incontro vivente» che offre servizi bibliotecari tradizionali, spazi per i videogiochi, studi digitali, servizi di stampa 3D e altro ancora, tutto gratuito e accessibile al pubblico.
«L’idea è assicurarsi che tutti abbiano l’opportunità di fare questo tipo di cose indipendentemente da quanti soldi abbiano», ha detto Martela.
Ma le tasse più alte che alimentano una società di tipo socialista valgono la pena per i finlandesi.
«C’è più un’idea di società qui, credo; la gente accetta che se paghi le tasse, allora ottieni qualcosa in cambio», ha spiegato Tim Bird, che si è trasferito in Finlandia dal Regno Unito più di quarant’anni fa.
Bird era anche affascinato dalla vicinanza alla natura in Finlandia.
«Questa è una delle grandi cose di Helsinki, non sei mai troppo lontano dall’ambiente naturale», ha detto.
Un’altra possibile spiegazione per la felicità del paese potrebbe essere il rapporto dei suoi cittadini con la temperatura. La Finlandia ha più saune pro capite di quante auto passeggeri abbia gli Stati Uniti.
Carita Harju, coautrice di The Power of Hot and Cold (Il potere del caldo e del freddo), ha spiegato che usa la sauna ogni giorno tanto per i benefici sulla salute quanto per quelli mentali. Dopo essersi riscaldata, si tuffa nel gelido Mar Baltico. I rapidi cambiamenti di temperatura rilasciano endorfine, ma per Harju si tratta di relax.
Da quando sono entrati nella Nato la loro felicità è aumentata considerevolmente. Infatti hanno volontariamente deciso di pagare più tasse secondo il principio non newtoniano che più tasse paghi e più sei gioioso . Il massimo della felicità la raggiungi quando te ne vai al creatore in seguito a fallimento e economico o a bombardamento atomico.
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Fuori tema, ho amici finlandesi e la’ sono stato, tornato qui sembrava di essere in mezzo ai selvaggi , paragonando il civismo del cittadino medio.
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L’ingresso nella Nato avrà comportato, credo, più tasse per il reArm. Da qui la (maggiore) felicità/serenità, a parte il welfare di antica tradizione e forse anche il divieto/controllo della “revisione prezzi” negli appalti pubblici?? E’ possibile. Ma da quelle parti vale molto l’odio per i russi, retaggio di Stalin e successori che fecero di tutto per inimicarseli. Certo è che la Marin (amica della Kallas), fautrice della svolta atlantista, è stata fatta fuori. Cmq, il mistero nella patria di babbo Natale persiste. Nell’immaginario collettivo conta il freddo glaciale che calma gli animi dei potenziali esagitati. Se muoiono sotto bombardamenti non se ne accorgerebbero neanche, il freddo congela tutto, neuroni e dolore compresi.
Mentana nella sua maratona elettorale è raggiante. Le carrettate di spot pubblicitari promettono bene per il suo conto in banca. Mentre l’ipotesi Ricci nelle Marche si sta tristemente chiudendo… a riccio. Ma di questo si parlerà per settimane.
PS. Ricci è stato il maggior sostenitore, a sinistra, dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Ma tant’è!
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Circa il 64% dei finlandesi è disposto a vedere aumentare il budget difensivo fino al 3-3,5% del PIL, secondo alcuni sondaggi recenti.
Finns’ security perceptions have adapted to the turmoil of world politics | University of Helsinki
Purtroppo un conto è averlo a 3000 km di distanza dal buco; altro è averlo appoggiato sulla chiappa; la sensibilità cambia.
Ma è un concetto difficilissimo da comprendere. specie per chi si trova a 3000 Km di distanza, poi.
Come diceva quel tizio? Sono tutti finocchi col kulo degli altri, mi pare.
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”’Purtroppo un conto è averlo a 3000 km di distanza dal buco; altro è averlo appoggiato sulla chiappa; la sensibilità cambia.”’
Sembri uno che frequenta saune ghei 😀
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L’articolo dice che la Finlandia guida la classifica della felicità da otto anni.
Ho forse capito male?
Nella Nato sono entrati da quanto?
Abbiate pazienza ancora un poco…ché, se non sono proprio dei deficienti mazziati e cornuti, quel posto in graduatoria lo perdono a breve…
Non saprei a favore di chi, però, visto che la barca è comune e imbarca acqua…
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Da più di tre anni passo circa 300 giorni l’anno insieme ai finlandesi, e in questo periodo ho avuto spesso occasione di parlare con i finlandesi di tasse e welfare.
Non sono felici di pagare tasse alte, ma se ne fanno una ragione: sanno che quei soldi rientrano sotto forma di servizi accessibili e di un welfare molto sviluppato.
Anche l’adesione al sindacato, pur essendo più costosa rispetto all’Italia, viene percepita come un’assicurazione: in caso di licenziamento, garantisce fino a due anni di salario, oltre a quanto già previsto dallo Stato.
È un meccanismo che i finlandesi considerano quasi come una polizza: paghi oggi, sapendo che se le cose dovessero andare male, non resterai abbandonato a te stesso.
La trasparenza gioca un ruolo fondamentale. In Finlandia le dichiarazioni dei redditi sono pubbliche: chiunque può conoscere reddito e tasse pagate da altri. Questo crea una pressione sociale non indifferente.
Inoltre, i pagamenti elettronici sono diffusissimi e hanno ridotto al minimo l’evasione fiscale in quei settori dove in altri paesi prospera il contante, come bar, ristoranti o taxi. ( mancano i balneari)
A questo si aggiunge un fisco molto efficiente: la dichiarazione dei redditi arriva già precompilata e le possibilità di eludere il sistema sono minime; se hai guadagni più bassi, sei tu a doverlo dimostrare.
Ma ciò che fa davvero la differenza è l’aspetto culturale. In Finlandia il cittadino si percepisce come parte integrante dello stato. In Italia, invece, lo stato è ancora vissuto da molti come un’entità esterna e ostile, da cui difendersi o da cui cercare di ottenere vantaggi senza dare troppo in cambio.
Ciò non toglie che ci sia evasione fiscale; lavoretti in nero, baby-sitting, riparazioni, aziende che cercano di spostare profitti all’estero; ma è più contenuta e socialmente stigmatizzata; non esistono “furbetti”
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Sono nordici loro! Qui siamo italiani e le tasse, sicuramente le pagano i lavoratori dipendenti e per il resto, fanno il segno dell’ombrello come in un film di sordi e dicono “lavoratori tho”! That’s all falks!
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La Finlandia ha circa 5 mln e mezzo di abitanti, più o meno come il solo Lazio, oppure come la Campania. L’Italia 10 volte tanto.
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