Consultazione frenetiche tra Alleanza e Casa Bianca fino all’ok Usa. Il Pentagono avverte Mosca: “La reazione sarà inequivocabile

(Claudio Tito – repubblica.it) – BRUXELLES – «Le decisioni sono ovviamente prese in tempo reale». Sono bastate queste parole, pronunciate ieri dal Segretario Generale della Nato, Mark Rutte, per capire che lo scontro con la Russia sta cambiando totalmente le sue prospettive. L’ipotesi di un conflitto a fuoco con i jet del Cremlino che invadono lo spazio aereo occidentale non è più remota, nè tanto meno esclusa.


E non è il frutto di una improvvisazione. Ma di una scelta ponderata. E il via libera lo ha dato direttamente il presidente americano Donald Trump. Che infatti ieri ha avvertito pubblicamente: «I Paesi Nato devono abbattere gli aerei russi che invadono lo spazio aereo Nato».

Eccolo, dunque, il salto di qualità nel braccio di ferro con il Cremlino. Un ritorno a tutti gli effetti alla Guerra Fredda. Una linea che si è immediatamente riflessa sulla postura della Nato. Che a questo punto lancia il guanto di sfida al Cremlino. «Le decisioni sull’opportunità di ingaggio con aerei intrusi, come ad esempio aprire il fuoco su di essi – ha allora avvertito Rutte – sono ovviamente prese in tempo reale». Un concetto che, espresso subito dopo la riunione del Consiglio Atlantico, convocato per la seconda volta in pochi giorni per consultare gli alleati su un possibile pericolo sulla base dell’articolo 4 dell’Organizzazione, stravolge l’atteggiamento prudente degli eserciti “occidentali” seguito fino ad ora. Il solo considerare l’eventualità di abbattere i jet di Mosca, infatti, equivale a rivedere le regole di ingaggio tacitamente osservate negli ultimi mesi. Una sorta di resistenza passiva alle provocazioni e alla guerra ibrida volta ad evitare un precipitare degli eventi.

E non si tratta di una linea estemporanea, ma di una scelta concordata, appunto, con la Casa Bianca. La svolta di Trump ha offerto una sorta di copertura politica ai vertici Nato. «Le decisioni – ha puntualizzato ancora il Segretario Generale – si basano sempre sulle informazioni disponibili relative alla minaccia rappresentata dall’aereo». Ma al di là delle precisazioni si tratta comunque di un cambio di passo. «La Russia – si legge infatti nella nota emessa al termine dell’incontro svoltosi nel Quartier generale di Bruxelles – non dovrebbe avere dubbi: la Nato e gli Alleati impiegheranno, in conformità con il diritto internazionale, tutti i mezzi militari e non militari necessari per difenderci e scoraggiare tutte le minacce provenienti da ogni direzione. Continueremo a rispondere nei modi, nei tempi e negli ambiti che sceglieremo. Il nostro impegno nei confronti dell’Articolo 5 è ferreo».

Anche perché l’incursione dei tre mig russi nello spazio aereo estone «fa parte di un più ampio schema di comportamento russo sempre più irresponsabile». Formula per scaricare su Mosca la colpa di un eventuale qualsiasi incidente: «L’escalation rischia di causare errori di calcolo e mettere a repentaglio vite umane». Tutto questo, inoltre, non modificherà il sostegno all’Ucraina.

Ma l’Alleanza cercherà comunque di evitare un irreparabile deterioramento della situazione. E questo sebbene tutti gli analisti siano consapevoli che sia l’incidente in Estonia sia quello in Danimarca con i droni sono stati peggiori rispetto a quanto si pensasse in un primo momento.

Per tutti questi motivi nelle ultime ore ci sono stati contatti informali tra il Pentagono e gli omologhi russi per avvertire che stavolta il messaggio è chiaro e che per davvero la reazione sarà inequivocabile. La flotta americana nel Baltico rimarrà in quello spazio di mare a difesa dell’area. Con un unico obiettivo: evitare incidenti e l’escalation. Ma senza farsi ricattare dal Cremlino.