Il regalo del governo alle Marche: 60 milioni di euro a pochi giorni dal voto. La nuova assegnazione decisa ieri durante il pre-Cipess. I finanziamenti alla regione verranno sbloccati la settimana prossima (le elezioni sono il 27 e 28 settembre) e servono a garantire alle opere i finanziamenti che ancora mancano. In corsa l’uscente di FdI Acquaroli e il dem Ricci. Oggi Meloni ad Ancona

(di Giuseppe Colombo – repubblica.it) – ROMA – Sessanta milioni di euro a pochi giorni dal voto. Ecco il “regalo” elettorale del governo alle Marche guidate da Francesco Acquaroli (FdI), governatore in carica e candidato-presidente per il centrodestra alla corsa per le regionali in calendario il 28 e 29 settembre. Se anche gli ultimi passaggi tecnici fileranno liscio tra qualche giorno potrà contare su un’assegnazione importante. Tutto merito della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) che dovrebbe riunirsi il 24, proprio a ridosso della chiamate alle urne dei marchigiani.
Un assist importante che si materializza a poche ore dall’arrivo di Giorgia Meloni nelle Marche. Oggi la premier sale sul palco di piazza Roma, ad Ancona, insieme ai suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani. All’appuntamento, in programma alle 18, presenti anche il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, e il senatore Antonio De Poli, insieme ai rappresentanti locali dei partiti del centrodestra che sostengono la volata di Acquaroli.
Non è la prima volta che l’esecutivo assegna risorse ai territori a pochi giorni dal voto. A dieci giorni dal voto in Abruzzo (il 10 ottobre 2024), dove a correre per la riconferma era un altro governatore meloniano, l’uscente Marco Marsilio (FdI), la premier guidò la riunione del Cipess che sbloccò 720 milioni per la Roma-Pescara. La ferrovia che promette di collegare i due capoluoghi in un’ora e venti minuti era finita fuori dal Pnrr. Fu ripescata proprio ridosso delle elezioni regionali. Salvata e rifinanziata con altri fondi. E Salvini si presentò ad Avezzano per promettere che l’A24 Roma-Teramo non avrebbe avuto aumenti di pedaggio per sette anni.
Ora il “soccorso” arriva nelle Marche. ll lavoro istruttorio è già pronto. È finito martedì sul tavolo del pre-Cipess, la riunione preparatoria che mette in fila le carte per le decisioni che spetterà ai tecnici approvare in via definitiva. Ecco allora la nuova assegnazione. Spunta in un documento del Dipe, il Dipartimento per la programmazione economica e il coordinamento economico di Palazzo Chigi. Alla lettera b del punto 1 si fa riferimento al Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. È il salvadanaio per i territori che l’esecutivo ha blindato con gli Accordi di coesione sottoscritti, uno per uno, con le Regioni. Le Marche possono contare in tutto su 333,6 milioni di euro: le risorse saranno impiegate per finanziare sedici investimenti, con un’attenzione particolare alle infrastrutture e alla rete di trasporto.
Nella nota del Dipe, che Repubblica ha potuto consultare, l’oggetto è l’assegnazione di risorse per tre progetti: i primi due sono accorpati, il terzo viaggia in autonomia. Ecco il dettaglio: 43 milioni vanno al completamento del progetto “Nuovo complesso sede dell’Ircss Inrca e dell’ospedale di rete sud Ancona”, mentre altri 17 milioni al collegamento stradale Macerata-Villa Potenza.
È stato proprio Acquaroli, il 3 settembre, a dare il via all’iter della proposta attraverso una segnalazione. La pratica è stata istruita dal Dipartimento per le politiche di coesione e il Sud di Palazzo Chigi. I finanziamenti che il Cipess ha messo in conto di sbloccare la settimana prossima servono a garantire alle opere i finanziamenti che ancora mancano. Soldi extra perché i 145,4 milioni dell’Fsc serviranno a coprire i costi aggiuntivi che sono maturati durante la progettazione e la realizzazione del nuovo complesso che ospiterà l’Istituto nazionale ricovero e cura degli anziani (Inrca), e di un ospedale del capoluogo. Il costo complessivo ora è pari a 188,4 milioni, di cui 145,4 già dotati di copertura finanziaria. Mancano 43 milioni, che sono quelli in arrivo. Le risorse – si legge nel documento – servono a completare il polo sanitario “attesa la relativa rilevanza strategica”.
Per la strada che collegherà Macerata a Villa Potenza, il costo complessivo è pari a 25 milioni, di cui otto già coperti. In questo caso, quindi, l’assegnazione ammonta a 17 milioni. La motivazione: l’intervento ha un carattere strategico “sia ai fini dei collegamenti regionali interni, sia ai fini del raccordo con altre importanti arterie stradali”.
ll totale del finanziamento fa 60 milioni. Soldi e prescrizioni. Così come avvenuto con le altre delibere del Cipess che hanno assegnato le risorse dell’Fsc, anche questa per le Marche prevederà “un termine di riferimento” per ogni opera “ai fini dell’applicazione della revoca automatica delle risorse”. Non appena lo schema di delibera otterrà il via libera della Corte dei conti, l’amministrazione regionale potrà avviare le attività che servono ad attuare gli interventi sul territorio.
Prima, però, serve il disco verde del ministero dell’Economia. La nota del Dipe, infatti, fa sapere che lo schema di delibera è stato sottoposto al Mef per le verifiche di finanza pubblica. In caso di esito positivo potrà essere approvata direttamente “nella prossima seduta del Comitato”. Seduta che fonti di governo collocano al 24 settembre. A quattro giorno dal voto.
A pochi giorni dal voto ognuno assegna quello che ha o può. Il signor De Luca ha garantito la prosecuzione della sua specie generando una novantina di nuove creature. Tutto regolare.
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Tanto ormai la corruzione dell’elettorato, specie dei gatti portatori di voti che sono poi imprenditori, prelati, gruppi associazionistici etc, è prassi sdoganata dai tempi della DC! In alcune regioni si elemosinano 50€ a voto e in altre di distribuiscono milioni da piazzare in opere. Tutto regolare.
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Appena c’è un colpo al cerchio, subito uno alla botte, eh? Non sia mai…
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Lo faccio quasi senza accorgermene, probabilmente perché non ho nessun tipo di freno ideologico. Ti posso assicurare che è una sensazione meravigliosa di libertà.
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Aggiungo una cosa: se il procedere è governato da
una cosa, benché vera, non la dico altrimenti danneggio la mia parte politica
è il viatico per portare al disastro che vediamo. Perché di disastro si tratta.
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Eeeeh? La TUA parte politica? È quale sarebbe? (o alludi?)
No, no… la cerchi proprio la “magagna” e la metti sull’altro piatto della bilancia, ingrandendola alla bisogna e pareggiando il peso, perché L’UGUAGLIANZA è il metodo perfetto per giustificare e propugnare L’ASTENSIONE.
Ps che poi… tu voti anche, ma per i più INUTILI, così, a sfregio verso il m5s “traditore dei tuoi sentimenti”… adolescenziali.
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Come esce un articolo critico sulla Meloni/CDX, il nostro baldo @giansenio è sempre in prima linea, puntuale come un orologio svizzero, nel diffondere quella magica atmosfera del #sontuttiuguali.
Un vero stacanovista!
Complimenti!
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i rondoliniani in fondo hanno ragione. Perché andare a votare? Chi ci va,dicono, lo fa per ricercare vantaggi personali o per pura ideologia. 50 euro, un paio di scarpe, una prima e una dopo, la pace fiscale, la privatizzazione di scuola, sanità o dell acqua pubblica. Oppure il riequilibrio delle opportunità sociali gli uni, l ampliamento delle diseguaglianze o la riduzione dei diritti gli altri gli altri. Chi non vota, non ha vantaggi personali da chiedere, e non gli interessa chiederli per altri. La situazione ideale. Tutto a posto per sé, chissene del resto. Va bene tutto, così qualunque previsione è la loro, dopo. Oppure sono indifferenti anche all orgoglio di aver avuto ragione. Non credo. Quello è un incentivo importante al non voto. La ragione che non ammette torti.
il senso delle riforme del premierato, renzi o meloni, è la riduzione della possibilità di controllo dell operato dell esecutivo, nazionale o locale. Al punto che la legge elettorale per le regioni sembra essere il modello della futura modifica della legge nazionale. In sintesi, se a votare vanno il 5% degli aventi diritto, chi raggiunge il 50+1% o magari il 40+1% di quei voti governa con maggioranza assoluta tale da annullare ogni possibilità di opposizione o controllo, se non i vaffa. È chiaro che l obiettivo di allontanare dal voto è più decisivo di qualunque proposta politica. Gli indifferenti non hanno ideologia, e raccattano comunque i vantaggi che chi vince garantirà al suo elettorato. Renzi, politicamente avveduto, ha trovato il Rondolino che pianifica esattamente l azione non di come farsi votare, ma di come non far votare gli altri, meglio se non votando, per non correre rischi.
E ha ragione Grillo. Il m5s doveva evaporare. Al suo interno sia ricerca di vantaggi opposti che ideologie opposte. Pensate che casino! Niente ideologia. Niente vantaggi. Solo il bello del casino. In realtà era un movimento ideologico e di rivendicazione di vantaggi, e infatti metà degli elettori del 2018 nel 2019 votarono Lega, ideologicamente,contro, non per.
In attesa della rinnovata alleanza Grillo Renzi, che sull importanza dell astensione hanno idee simili, la riduzione dei votanti dovrebbe spingere a presentarsi alle elezioni, dove si può avere rappresentanza anche con pochi voti. E meglio da soli, se non ci si appassiona al carattere politico di chi vince. Ecco, il m5s dovrebbe andare da solo, esserci senza mai governare. Questo avverrebbe anche in coalizione con altri, votare 5s per avere rappresentanti anche in caso di sconfitta della coalizione. Invece no. Hanno scelto di allearsi con gente uguale, non peggiore di chi governa? Puniteli col non voto. Vince chi governa, e magari male? Non interessa chi governa. Chi governa fa sempre bene. Al peggio un collegamento stradale lo si rimedia. Il resto, ideologia inutile.
Liguria docet. La diga nel porto, 1.5 miliardi a Salini. Vantaggi concreti, belin…
I sondaggi dicono che Acquaroli rivincera con le stesse % delle scorse elezioni, il 51% contro il 46% di Ricci, stessa % ottenuta la scorsa volta da pd e 5s sommando i loro voti. Col 5% di votanti in meno, stimati al 49% degli aventi diritto. Ovviamente le liste dei duri e puri locali, di solito col comunista nel simbolo non avranno rappresentanti in consiglio. Solisti, più che comunisti, ma meritano la stima per l impegno. In Liguria i loro voti sarebbero bastati a mandare a casa la dx. Che un tempo sarebbe stato un obiettivo. Potere al popolo che vota chi vince. Al loro non è così importante. Per Granato la dx è Conte. Tutto si tiene.
In democrazia vince chi sceglie, e chi è scelto. Chi tace acconsente. Anche in monarchia, comunque.
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