Amnesty International aveva messo in guardia già il 5 settembre: se Israele non avesse fermato il suo attacco, avrebbe avuto conseguenze catastrofiche e irreversibili

(Riccardo Noury Portavoce di Amnesty International Italia – ilfattoquotidiano.it) – Amnesty International aveva messo in guardia già il 5 settembre: se Israele non avesse immediatamente fermato il suo assalto su vasta scala a Gaza City e il progetto di sfollare centinaia di migliaia di persone e se nessuno nella comunità internazionale avesse fatto pressioni in tal senso, il già insopportabile livello di sofferenza della popolazione palestinese, alle prese con l’intenzionale campagna di riduzione alla fame e col genocidio, avrebbe avuto conseguenze catastrofiche e irreversibili.
E così è e sarà, in spregio a ogni norma del diritto internazionale e nel più totale disprezzo della vita umana.
A Gaza City si muore sotto i bombardamenti perché non si sa più dove andare, perché le persone affamate, ferite, malate o con disabilità non possono affrontare l’ennesimo trasferimento forzato.
Nei giorni scorsi il Comitato internazionale della Croce rossa aveva dichiarato che era impossibile, nelle attuali condizioni, un’evacuazione di massa da Gaza City in modo conforme al diritto internazionale umanitario. La maggior parte delle persone palestinesi è stata già sfollata più volte e vive in campi di fortuna, fatiscenti e sovraffollati, privata dei beni più necessari. Molte persone non hanno alcun luogo sicuro dove andare o non possono muoversi a causa della malnutrizione o perché sono malate, ferite o hanno disabilità.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari, alla data del 27 agosto oltre l’86 per cento della Striscia di Gaza si trovava all’interno della zona militarizzata da Israele o era soggetta a ordini di sfollamento. L’esercito israeliano ha ordinato alle persone palestinesi di andare nella zona di al-Mawasi, nella Striscia di Gaza meridionale, già attaccata dalle forze israeliane. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che la zona non è attrezzata per ospitare persone a causa della mancanza d’acqua, del sovraffollamento delle tende e della mancanza di cure mediche, a causa della decimazione del sistema sanitario causata da Israele.
Dunque, ancora una volta il mondo sta a guardare mentre Israele continua a sfidare i più elementari principi di umanità. Il tutto mentre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite si accinge, dal 18 settembre, a riunirsi, impotente di fronte a una cesura storica: il passaggio dal concetto di diritti umani a quello del diritto del più forte.
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E’ sintomo dei tempi,che anche i francesi mettano in prima pagina Redford e relegato in basso la questione palestinese.
X S.L. io sono ignorantissimo in cinema, ma domanda OT per te che sei “del mestiere”, non era più bravo Gene Hackman come attore?
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Perché chiedi ad un mignottone NATO consigli sul cinema? Mica penserai seriamente che quello è il vero Loquasto?
Cmq sì, G. Hackman era più bravo.
Ma Redford era più bello.
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certo che tu i caxxi tuoi non te li fai mai😆?
lo sa anche mia nonna che non è quello vero, ma da quello che ha scritto qualche volta si intuisce che se ne intende.
e comunque certamente più di me.
Io ho visto per la prima volta forrest gump(bel film) durante il covid costretto da mia moglie.
e i colleghi mi prendono per un alieno perchè non ho mai visto MATRIX.
io sono fermo ai cannoni di navarone, Charles Bronson e Clint eastwood😂
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Carlgen, non è “relegato in basso”. È una bellissima prima pagina, come quasi tutte quelle di Liberation. Non so dirti chi tra i due era più bravo, davvero. Forse Hackman. Ma è un confronto che non ha senso.
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ok come non detto👍
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ATTENZIONE.
Invasione di Gaza in ATTO.
Strage di bambini, se siete di stomaco debole non guardate i video.
Israel Kicks Off Large-Scale Offensive In Gaza City With Deadly Strikes (18+ Videos)South Front
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POSIZIONE DEGLI STATI UNITI SUL PROBLEMA DELLA PALESTINA (ChatGTP)
Gli Stati Uniti hanno tradizionalmente sostenuto Israele, ma la loro posizione ufficiale sulla Palestina fino a oggi è stata:
Sostegno a una soluzione a due stati, con Israele e Palestina che convivono pacificamente.
Critica agli attacchi indiscriminati contro civili e richiesta di cessate il fuoco.
Limitato riconoscimento diplomatico della Palestina; gli USA non riconoscono formalmente lo Stato palestinese, ma sostengono negoziati diretti.
Forniscono aiuti umanitari ai palestinesi, soprattutto a Gaza, ma condizionati al rispetto di accordi di sicurezza e pace.
Ecco una sintesi della posizione degli Stati Uniti sulla Palestina/Israele dal 1948 a oggi:
1948 – Riconoscimento immediato dello Stato di Israele; posizione neutrale ma favorevole a Israele.
1967 – Dopo la Guerra dei Sei Giorni, gli USA sostengono il diritto di Israele a difendersi, ma cominciano a incoraggiare negoziati di pace con i palestinesi.
1978 – Accordi di Camp David: gli USA media tra Israele ed Egitto, aprendo la strada alla pace in Medio Oriente.
1993-1995 – Accordi di Oslo: sostegno alla soluzione a due stati; riconoscimento dell’Autorità Palestinese.
2000-2005 – Periodo di tensione con la Seconda Intifada; USA sostengono Israele ma spingono per negoziati.
2009-2016 – Amministrazione Obama: sostiene Israele, ma critica gli insediamenti in Cisgiordania e sostiene soluzione a due stati.
2017-2020 – Amministrazione Trump: forte sostegno a Israele, riconoscimento di Gerusalemme come capitale e piano di pace molto favorevole a Israele; opposizione ai riconoscimenti di uno Stato palestinese.
2021-2025 – Amministrazioni Biden e successive: sostegno a Israele, aiuti umanitari ai palestinesi, promozione della soluzione a due stati; condanna delle violenze indiscriminate, ma non riconoscimento formale dello Stato palestinese.
Nel 2025, le posizioni dei Democratici e dei Repubblicani statunitensi riguardo al conflitto israelo-palestinese mostrano significative differenze.
Democratici: Critica crescente a Israele: Una maggioranza dei Democratici esprime opinioni sfavorevoli verso Israele, con il 69% che ha una visione negativa del paese, rispetto al 37% dei Repubblicani
Accuse di pulizia etnica: Senatori come Chris Van Hollen e Jeff Merkley hanno accusato Israele di attuare una pulizia etnica a Gaza, criticando l’uso di fondi pubblici americani per sostenere tali operazioni
Molti Democratici continuano a sostenere una soluzione a due stati, pur criticando le azioni israeliane in corso
I Repubblicani fanno una forte alleanza con Israele, vedono Israele come un alleato strategico e condividono valori comuni, mantenendo un sostegno incondizionato alle sue politiche
Sotto la presidenza di Trump, i Repubblicani hanno continuato a fornire supporto diplomatico e militare a Israele, rifiutando le critiche internazionali
Alcuni elettori repubblicani hanno espresso il desiderio che Trump faccia pressioni su Israele per porre fine al conflitto e all’occupazione, anche a costo di ridurre gli aiuti
In sintesi, mentre i Democratici tendono a criticare le azioni israeliane e a sostenere una soluzione a due stati, i Repubblicani mantengono un forte sostegno a Israele, con alcune voci che chiedono una maggiore pressione diplomatica per risolvere il conflitto.
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Dal che si evince che Trump è stato per distacco il PEGGIOR FARABUTTO E COMPLICE di questi.
Altro che quello che doveva combattere il DEEP STATE.
Come la LISTA EPSTEIN, lui diceva che l’avrebbe resa pubblica, poi salta fuori che c’era anche lui e a questo punto dice che non esiste e sono fake news.
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POSIZIONE DELLA GRAN BRETAGNA SU ISRAELE/PALESTINA
Durante il periodo del mandato britannico sulla Palestina (1920-1948), la Gran Bretagna aveva una posizione complessa e spesso contraddittoria:
Dichiarazione Balfour (1917): Il governo britannico dichiarò di sostenere la creazione di un “Focolare nazionale per il popolo ebraico” in Palestina, pur rispettando i diritti delle comunità non ebraiche esistenti.
Mandato della Società delle Nazioni (1920-1948): La Gran Bretagna amministrava la Palestina, cercando di bilanciare le richieste degli ebrei sionisti e della popolazione araba locale.
Politica ambivalente: Negli anni ’20 e ’30 la Gran Bretagna cercò di limitare l’immigrazione ebraica per placare le rivolte arabe, ma allo stesso tempo incoraggiava l’insediamento ebraico.
Durante gli anni ’30 e ’40, la Gran Bretagna emise i libri bianchi (White Papers) che limitavano l’immigrazione ebraica e la vendita di terre agli ebrei, cercando di ridurre le tensioni, senza però riuscirvi.
In sintesi, la Gran Bretagna oscillava tra il sostegno al sionismo e la gestione delle rivendicazioni arabe, spesso con politiche contraddittorie che aumentarono le tensioni.
A partire da settembre 2025, il governo britannico ha annunciato l’intenzione di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a meno che Israele non adotti misure concrete per migliorare la situazione umanitaria a Gaza e impegnarsi in un processo di pace sostenibile
(The Guardian)
Le condizioni per il riconoscimento includono:
Un cessate il fuoco immediato e incondizionato.
L’accesso umanitario senza ostacoli a Gaza.
L’impegno a non annettere territori in Cisgiordania.
Il rilascio degli ostaggi e l’avvio di negoziati per una soluzione a due stati
Questa posizione è stata adottata in risposta alla crescente crisi umanitaria a Gaza e alla pressione internazionale per un intervento diplomatico più deciso.
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1948 – Riconoscimento immediato dello Stato di Israele; posizione neutrale ma favorevole a Israele.
1967 – Dopo la Guerra dei Sei Giorni, gli USA sostengono il diritto di Israele a difendersi, ma cominciano a incoraggiare negoziati di pace con i palestinesi.
Ci sarebbe da aggiungere: Truman fu corrotto con 2 mln di dollari in contanti che un diplomatico ebreo gli portò in treno per le sue elezioni (credo del ’49), diplomatico in seguito diventato addirittura presidente israeliano. Gli USA riconobbero stranamente Israele 11 minuti dopo la dichiarazione di indipendenza.
Nel ’67 gli israeliani distrussero la nave americana Liberty facendo una strage, ma i politici, incluso RFK furono dell’idea che si trattò di un ‘errore’ e rinnovarono già allora il supporto di Israele. Questi si fece notare perché mandò negli USA un sacco di armi sovietiche catturate agli arabi e che erano usate contro gli USA in Vietnam. Da qui nacquero legami sempre più stretti, mentre la Francia mise sotto embargo Israele e non gli avrebbe fornito più niente di niente dopo averlo armato per oltre 10 anni.
Gli inglesi si sono pentiti migliaia di volte della dichiarazione Balfour che comunque NON assegnava tutta la Palestina a Israele, cosa evidenzata dai diritti umani degli abitanti ivi residenti di popolazione palestinese.
Per quasi 10 anni i zionisti combatteranno contro gli inglesi oltre che contro gli arabi, dall’attacco all’Hotel King David ai duelli aerei tra l’aviazione israeliana e la RAF che fu inopinatamente sconfitta, così come le aviazioni arabe.
Ce ne sarebbero tante da raccontare ma io non sono Chat GPT.
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