La premier: «Non ci intimidiranno». Il ministro dell’Interno Piantedosi: «Qui anticorpi contro l’odio». E l’opposizione attacca

Meloni

(di Adriana Logroscino – corriere.it) – Rincara l’accusa, attaccando di nuovo gli avversari «odiatori e falsi maestri» che fomentano l’odio politicoGiorgia Meloni. La premier, intervenendo da remoto alla convention di Vox in corso a Madrid, rende «un sentito omaggio a Charlie Kirk, giovane coraggioso che ha pagato con la propria vita il prezzo della sua libertà» e sgancia una bomba: «Il suo sacrificio ci ha ricordato un’altra volta da che lato stanno la violenza e l’intolleranza».

Dopo l’omicidio dell’influencer di destra negli Stati Uniti, Meloni — intervenendo sabato alla festa dell’Udc — aveva lamentato il «clima di odio insostenibile» anche in Italia. Parole che avevano scatenato accuse di irresponsabilità, da parte delle opposizioni. Ieri, davanti alla platea di Vox, Meloni articola ulteriormente il ragionamento, con un avvertimento ruvido: «Voglio dire alto e chiaro a tutti quegli odiatori ed estremisti nascosti per strada, e a quei falsi maestri in giacca e cravatta nascosti nei salotti — dice Meloni al meeting dei Patrioti europei — che non cadremo nella loro trappola, non giocheremo il gioco di chi vuole trascinare le nostre nazioni in una spirale di violenza. Non ci intimidiranno. Continueremo, lotteremo senza riposo per la libertà dei nostri popoli e per il futuro dell’Europa».

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, prova ad abbassare i toni, almeno riguardo ai rischi. «Ovviamente non sottovalutiamo mai nessun segnale, e pur in assenza di avvisaglie concrete noi lavoriamo alla massima precauzione», dice a margine della festa della Polizia di Stato. I cronisti lo incalzano sulla escalation di violenza verbale denunciata dalla premier e Piantedosi riflette: «Il nostro Paese da un punto di vista politico e sociale è molto diverso dagli Stati Uniti. Tenderei a dire che, grazie a Dio, siamo una società che ha ancora degli anticorpi alla violenza».

Condividono la lettura della premier i suoi vice, che riprendono l’allarme, sia pure con toni differenti. «Sulla morte di Kirk si è aperta una diga di volgarità — sostiene Matteo Salvini, ripetendo concetti già espressi nell’intervista di ieri al Corriere —, in base alla quale i morti non sono tutti uguali, qualcuno un po’ se l’è cercata. Addirittura c’è chi si preoccupa che l’omicidio di Kirk porti consenso a Trump. È pericoloso se l’avversario politico diventa un nemico da abbattere». Antonio Tajani riconduce l’allarme a un recente episodio del quale è stato bersaglio: «Conte abbia il coraggio di smentire i suoi per non essere complice di un linguaggio d’odio», dice il vicepremier forzista ricordando le accuse rivoltegli pochi giorni fa dalla senatrice Maiorino del M5S, che lo aveva additato «come uno di quegli influencer prezzolati» da Israele. «Chieda scusa agli italiani, non a me o Meloni, per quello che dicono. Criticare è lecito, esporre al pubblico ludibrio, alla gogna no».

Giuseppe Conte, però, non ci sta e ribalta le accuse. «Non fomentiamo nessun odio, siamo contro ogni violenza e ogni forma di aggressione. Meloni alza i toni, i suoi elaborano dossier: è tutta una strategia comunicativa per coprire il malcontento diffuso. Il governo dice che va tutto bene, ma il Paese è in difficoltà». Angelo Bonelli di Avs accusa ancora Meloni di irresponsabilità. «Sono le parole pronunciate nel videomessaggio a Vox — attacca — il via libera a costruire un clima di odio. Punta il dito e mente. E le minacce che ricevono le opposizioni non contano? Sono veramente sconcertato». Si allinea Riccardo Magi di +Europa: «Le indagini non sono ancora terminate, ma Meloni ha già sentenziato: è stata la sinistra. È gravissimo, inaccettabile. Se c’è un allarme democratico, la premier venga in Aula e spieghi. Altrimenti smetta di gettare benzina sul fuoco».