“Da showman vuole applausi. Ma sull’anti-corruzione dovevo denunciare”

(di Michela A.G. Iaccarino – ilfattoquotidiano.it) – Olga Rudenko ha solo 36 anni, ma è una delle voci più potenti del giornalismo ucraino. La direttrice del quotidiano Kyiv Independent, che interverrà sabato a Piacenza al Festival del Pensare Contemporaneo, è finita sulla copertina del Time nel maggio 2022. La scritta accanto al suo volto diceva: “Testimone di guerra”. “È stato – racconta – un onore per me e per tutto il giornale, che all’epoca era appena nato. Era tre anni fa, eravamo sotto choc e pieni di adrenalina. Da allora molto è cambiato: è diventata una maratona. Nei maggiori media mondiali non vedi più la copertura che si riservava prima all’Ucraina, anche per questo l’audience internazionale ci legge di più, ma si nota anche un chiaro trend: le persone si sono stancate della guerra”.

Qualche mese fa, ha compiuto quella che lei ha definito una scelta ‘non facile’ e ha scritto un editoriale che poi ha fatto il giro del mondo: si è esposta in difesa del più noto attivista anti-corruzione, Vitaly Shabunin, perseguitato dalle autorità e ha condannato la scelta del governo di emendare la legge che regola gli organismi nazionali dell’anti-corruzione. Una decisione che ha scatenato proteste in tutto il Paese.

Se pubblichi un articolo il cui titolo è ‘Il presidente Zelensky ha tradito la democrazia ucraina’ ci pensi un po’ prima. E anche se spesso pubblichiamo articoli che criticano governo o esercito, è stata la prima volta che ci siamo rivolti duramente al presidente. Ma le persone che ci governano stavano provando a prendere il controllo dell’istituzione che deve vagliare il loro operato. Dovevamo allertare sulla situazione, altrimenti sarebbe stato come tradire chi ha dato la vita per l’indipendenza del Paese. Il rischio che correvamo era troppo alto: il primo pericolo è di certo la Russia sul nostro territorio, ma nel processo di difenderci da essa, c’è il rischio che l’Ucraina cambi e cominci ad assomigliare alla Russia. Meno democratica e meno libera.

Alla fine, i manifestanti hanno vinto e la legge non è cambiata. Pensa che Zelensky abbia imparato dal suo errore?

Alla prima di quelle proteste non mi aspettavo che arrivassero così tante persone: erano tutti giovanissimi. Era evidente dai loro cori e manifesti che sapevano cosa stesse succedendo. L’Ucraina ha una storia fatta di rivoluzioni e ogni leader deve aver paura a vedere proteste così grandi per le strade. Zelensky ha di certo imparato qualcosa, ma non so cosa. Ha capito che le persone non accetteranno emendamenti o che la prossima volta deve agire con più arguzia?

Quanto è difficile criticare il proprio presidente mentre il Paese combatte una guerra esistenziale?

Che Zelensky non ami le critiche è stato evidente dalle prime settimane della sua presidenza. Se sei un attore famoso, vieni dallo show business, sei abituato agli applausi alla fine dello show. Non tolleri critiche, ma la politica non funziona così. Da tre anni, lui e la sua squadra sono diventati eroi: ovunque sono accolti nel mondo come simboli del coraggio di chi si oppone alla Russia. Non voglio essere fraintesa: Zelensky fa un ottimo lavoro nel rappresentare l’Ucraina all’estero, ma allo stesso tempo può fare errori nella politica interna. È difficile farlo capire, ma non è tutto bianco e nero.

Crede che la fine della guerra si avvicini?

Ci sono stati momenti in questi anni in cui l’ho pensato, perché l’escalation non poteva diventare più potente. Nessuno lo sa, questa è la verità. È certo che la Russia e Putin non si fermeranno. Dobbiamo sopravvivere come Paese indipendente e salvare quante più vite possibile. Molti se ne sono andati e non torneranno.