Gli spioni in camera da letto, ecco il portale dei video rubati (dove quelli dall’Italia sono stati bloccati). I sistemi di sorveglianza hackerati in tutto il mondo. Fino a giovedì scorso si potevano vedere anche i video italiani. Le indagini partite dopo la denuncia del conduttore Stefano De Martino

Gli spioni in camera da letto, viaggio nel portale dei video rubati

(di Giusi Fasano – corriere.it) – I più recenti venivano da Bari. Registrati e caricati pochi giorni fa. Ma andando indietro nel tempo potevi incappare in video fatti a Milano, Roma, Verona, Pescara, Catanzaro…
Fino a giovedì sera si vedeva tutto. Nessuna registrazione richiesta, nessun pagamento, nessuna difficoltà. Entravi e voilà, eri direttamente nella camera da letto della ragazza di Milano inquadrata mentre esce dal bagno dopo la doccia. Un clic e potevi seguire la coppia di Bari che faceva sesso in una camera dove c’era anche la culla con un bambino che dormiva. Scorrevi ancora un po’ e incappavi nell’intimità sessuale di una stanza che si trovava chissà dove a Catanzaro. E dovevi andare parecchio a ritroso per ritrovarti davanti all’amplesso dei partner di Roma…

Inconsapevoli

Parliamo di gente ignara di avere spettatori in giro per il mondo. Non attori di film a luci rosse, ma persone finite nel mercato pornografico per aver installato un impianto di videosorveglianza in casa propria. Che poi: non si capisce per quale motivo si debba puntare l’occhio della telecamera di sicurezza sul letto e non sulla finestra o sulla porta, ma questo poco importa. Loro, in ogni caso, sono le vittime. Esattamente come lo è stato Stefano De Martino, il conduttore tivù che, avvisato da utenti anonimi, ha scoperto di aver dato spettacolo suo malgrado mentre faceva sesso con la sua fidanzata. Stesso sito e stesso sistema di schedatura, chiamiamola così, che comprende la descrizione della coppia: «adult», o «young», per esempio. E se c’è la culla, come nel caso di Bari, la definizione è «young mum».

Italia scomparsa

Tutto questo fino due giorni fa. Adesso su quel portale l’Italia non c’è più. Scomparsa. Nelle sue pagine non è più visibile nessun video rubato sul territorio italiano, anche se lo stesso De Martino denuncia che il suo filmato continua a essere visibile su un gruppo Telegram, con migliaia di visualizzazioni. E poi restano attivi tutti gli altri Paesi, dal Messico all’Iran, dalla Russia, all’Ucraina, dalla Tunisia al Canada, dal Perù a Israele…
Anche lì: migliaia di filmati che hanno in bella vista il numero delle visualizzazioni, la durata (da pochi minuti a mezz’ora), la definizione del luogo o del tipo di coppia (bagno, adulta, giovane, matura, seno grosso, ragazza differente…), l’indicazione sul fatto che si senta o meno l’audio e il link con l’indirizzo web per acquistare l’accesso alla telecamera scelta. Con il carrellino della spesa accanto, da usare come si fa con gli acquisti su Amazon. 

Dentro il sito

Entrare nel sito di cui stiamo parlando è né più né meno che un viaggio pornografico nelle camere da letto di tutto il mondo. Momenti privatissimi diventati merce illecita da piazzare sul mercato globale del web con un costo che varia da 20 a circa 600 dollari. Così dice Yarix, l’azienda trevigiana di cybersecurity che ha segnalato alla Postale di Venezia quelle stesse pagine su cui la Polposta di Roma stava già indagando. Paghi e hai accesso a quella telecamera. Le camere da letto, ma anche i salotti, i bagni, in alcuni casi gli studi medici ginecologici o le cabine dei centri estetici diventano set cinematografici di film girati all’insaputa dei protagonisti. C’è la ragazza che fa la ceretta e chiacchiera con l’estetista; c’è la coppia omosessuale che fa sesso guardando la tivù; quella che lo fa nella vasca idromassaggio; c’è la donna che si prova le magliette; c’è la coppia che litiga perché lei vuole fare sesso e lui no; c’è una donna musulmana inquadrata nuda che si veste, mette il velo e poi prega; c’è la ragazza che pratica l’autoerotismo. 

Riconoscersi

De Martino è un volto noto quindi non era così improbabile che qualcuno dei frequentatori italiani del sito prima o poi lo avvisasse. Ma tutti gli altri? È molto probabile che nessuno degli «attori» sappia di esserlo. Che ne saprà mai la coppia di Catanzaro che qualche impostore informatico è entrato a casa sua, nella sua camera da letto, e ha spiato, rubato, lucrato… Qualche volta le immagini sono in bianco e nero, più spesso a colori e l’audio c’è quasi sempre. Quindi non soltanto l’intimità del sesso data in pasto a migliaia e migliaia di utenti, ma anche l’intimità delle parole, dei racconti che le persone si concedono in quelle situazioni. 

Le «porte aperte»

Come tutto questo sia potuto accadere ce lo diranno gli informatici che la Polizia postale ha messo in campo per le indagini. Noi abbiamo chiesto a Paolo Reale, grande esperto di informatica forense, quali sono le vie di accesso possibili alla domotica delle nostre case. Ci dice che «possono esserci varie spiegazioni».
Per esempio? «Può essere che il ladro di immagini entri nel sistema perché il costruttore della telecamera ha lasciato aperta la cosiddetta backdoor (cioè si è tenuto una specie di ingresso di sicurezza in caso di bisogno) o perché entra in scena qualche altra vulnerabilità che gli consente l’accesso. Di solito le case costruttrici quando se ne accorgono rimediano e mandano gli aggiornamenti ma poi l’utente deve farlo, l’aggiornamento. Altra possibilità: quando le immagini finiscono sul cloud. Se qualcosa fallisce un hacker può andare sul cloud e vedere quello che non dovrebbe. In questo caso il gestore interviene e l’utente non deve fare nulla. Ma le raccomandazioni sono sempre le stesse: prudenza con le password. E poi aggiornamenti quando sono richiesti. Altrimenti è come avere la vetrata e non tirare la tenda».