Nel 2024 e 2025. Arrivano a gruppi grazie a canali diplomatici o organizzazioni di militari. Dopo aver combattuto, “decomprimono” l’orrore lontano

(di Stefania Maurizi e Ferruccio Sansa – ilfattoquotidiano.it) – “Non era una ragazzo come gli altri, spensierato come noi che prendevamo il sole sotto gli ombrelloni. L’ho capito quando gli ho chiesto di fare una foto e lui si è messo una mano davanti alla faccia, ‘no, niente foto’, ha quasi urlato”. Valentina è una ragazza di 22 anni di Porto San Giorgio in provincia di Fermo. Così racconta il suo incontro con i soldati israeliani in Italia. Sì, perché, nel 2024 e nel 2025 gruppi di militari dell’Idf sono venuti nelle Marche. Periodi di decompressione li chiamano: in pratica, dopo aver combattuto per mesi, vengono mandati lontano dal teatro di guerra per superare lo stress. Arrivano, secondo le testimonianze raccolte dal Fatto, a gruppi di dieci, venti, in missioni organizzate con l’aiuto di canali diplomatici o di organizzazioni di militari.
La domanda è: esiste un accordo tra i due paesi? Mentre facciamo venire i bambini palestinesi a curarsi da noi, ospitiamo anche chi gli spara.
La presenza è discreta, tanto che quasi nessuno se n’era accorto. Nemmeno i sindaci erano informati. Quasi tutti li avevano scambiati per turisti. Valentina no: “Quel ragazzo aveva detto che il suo nome era Omer e invece un suo compagno, appena mi ha visto, l’ha chiamato Yosef. Ma tante cose ora mi suonano strane: stavano sempre insieme, non parlavano con l’altra gente della spiaggia, come se rispondessero a una disciplina. E quel ragazzo non lo dimenticherò: aveva gesti meccanici. Parlava a scatti. Ora capisco, era un soldato: se ci ripenso non so se provo anche pena per lui o solo una rabbia terribile”.
È una tecnica collaudata: dall’inizio della guerra, che impegna 130mila soldati israeliani, i casi di disturbi post traumatici da stress sono stati 3.770 con 16 suicidi nel 2025. Così è nata una rete che prenota soggiorni all’estero di un mese per i reduci. Le destinazioni sono selezionate accuratamente: luoghi nella natura, appartati, per non finire sotto i riflettori ed evitare pericoli. Proprio come questi angoli delle Marche: le grotte di Frasassi; i monti Sibillini; Fiastra, dove c’è un lago incastonato tra le montagne, o Sirolo, un piccolo borgo sospeso sul blu zaffiro del mare del Conero.
Come hanno avuto conferma i cronisti, consultando le forze dell’ordine italiane, gli israeliani non si sono mai mossi da soli. “Sono sempre accompagnati da uomini della Digos. Non si tratta di un servizio di scorta”, tengono a precisare le autorità, “ma di un servizio di protezione preventivo che forniamo anche in altri casi”.
I soldati, uomini tra i venti e i trent’anni, non alloggiano in alberghi o strutture. Meglio scegliere case private, che ospitano due o tre persone per volta. Impossibile sapere se i documenti forniti riportino le reali generalità. Le giornate sono organizzate secondo programmi precisi: “A volte, però, la sera sono venuti nel mio bar. Si sedevano tutti agli stessi tavoli. Sembravano dei turisti”, racconta Luciano Sgambetterra che cura anche il giornale locale Inchiostro. Il suo locale è uno dei punti di ritrovo a Porto San Giorgio.
Ma alla fine la presenza è stata notata. A giugno il media Pressenza aveva pubblicato la testimonianza anonima di una guida dell’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (Aigae): “Un amico guida Aigae a dicembre 2024, mentre stava a Sirolo, ha visto un gruppo di giovani, alcuni indossavano la kippah”, raccontava Pressenza, che continuava: “Con loro un uomo di età più matura, un italiano che la guida conosceva, un agente della Digos”. Così si è scoperto che si trattava di soldati.
A Fiastra raccontano che all’ultimo Giro d’Italia la presenza lungo il percorso del pullman dei militari ha suscitato preoccupazione per il timore che i tifosi potessero prendere di mira gli israeliani. “Non abbiamo mai avuto problemi”, dice qualcuno. Ma altri parlano di episodi in cui i militari si sono mostrati “indisciplinati”.
Il Fatto ha interpellato numerose guide naturalistiche e operatori turistici: confermano che le spedizioni vanno avanti almeno dal 2024 e sono continuate nel 2025. Quando le atrocità compiute dai militari dell’Idf erano note a tutti. Resta, infine, una questione politica da chiarire: le Marche hanno istituito un programma per i turisti che vogliano scoprire le testimonianze della storica presenza ebraica nella regione. Si chiama “Itinerari Ebraici Marchigiani”. Questi progetti hanno impegnato 20mila euro nel 2024 e 10mila nel 2025. Sono stati utilizzati anche per la “decompressione” dei militari israeliani? La Regione Marche, interpellata dal Fatto, afferma di non essere a conoscenza della “eventuale partecipazione di soldati israeliani in tour naturalistici previsti dal programma”.
A Porto San Giorgio e a Fiastra la gente non l’ha presa bene: “Soldati israeliani nel nostro paese? È una vergogna che le autorità non ci abbiano avvertiti”.
Tutto quell’ammazzare bambini palestinesi fa male al Gulliver.
Una camera di decompressione a casa loro non ce l’hanno?
E perché proprio nella regione amministrata da Fratelli d’Israhel?
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secondo Tajani sono AIUTI UMANITARI in una zona di sofferenza
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E così, ci obbligano anche a pagare la scorta (o l’intero soggiorno volo compreso con aereo di stato) per garantire la sicurezza dei Sionazisti genocidi.
Ma io avrei anche una domanda+suggerimento per gli amici marchigiani : non dico metterci la stricnina, ma almeno pisciare nelle pietanze che vengono serviti ai genocidi dovrebbe essere un imperativo categorico , o no?
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Ma pensa te 😄
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E la nana ..? …non sa nulla evidentemente!
E tagliani? Neppure lui !
E il segaiolo?
E il sindaco?
E i fratellini?
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