Il report dell’intelligence ucraina conferma gli allarmi degli analisti: i soldati del Cremlino preparano l’ultimo assalto

(Paolo Brera – repubblica.it) – Kiev – Quanto tempo ha la diplomazia per salvare l’Ucraina dalla sconfitta sul campo? Per tre anni Kiev ha chiesto agli alleati riluttanti di accelerare gli aiuti, convinta di poter riconquistare i territori perduti; ma non è più la controffensiva a suggerire di far presto, in un modo o nell’altro: è la tenuta del fronte.
Per fermare l’armata di Putin, con la forza o con un accordo, servono aiuti consistenti e rapidi dagli alleati. La situazione sulla linea di contatto è instabile e difficile. I rapporti che piovono sul tavolo della presidenza ucraina e nelle sale operative delle forze armate alleate sono allarmanti. «Secondo le informazioni di cui disponiamo la Russia prevede di usare il raggruppamento nella regione di Donetsk per lo “sfondamento decisivo”, impiegando un gran numero di uomini e mezzi. L’obiettivo principale rimane invariato: la cattura dell’agglomerato di Pokrovsk, Kramatorsk e Slovyansk», denuncia il 7° Corpo d’assalto aviotrasportato che regge quella delicatissima linea del fronte. È la fetta di Donbass mancante che permetterebbe al Cremlino di cantar vittoria, un primo “obiettivo raggiunto” rispetto alle motivazioni dichiarate all’invasione. Completerebbe la conquista della regione di Donetsk e di tutto il Donbass, di cui già ha per intero la regione di Lugansk.

Lo sfondamento delle linee non è pericolo immediato ma rischio costante, dicono i soldati ucraini. «La situazione è complessa ma non critica. Loro avanzano in alcuni settori, specialmente a Toretsk — dice al Kyiv Independent il comandante di battaglione Oleksii “Leo” della brigata Azov, che controlla una delle linee torride nella zona di Donetsk — usano palazzi multipiano per colpirci e minano le strade da remoto rendendoci difficile rifornire le postazioni avanzate. Distruggono casa dopo casa, radono a zero, è difficile resistere a lungo. Quindi arretriamo e riprendiamo posizione: dobbiamo proteggere il personale, il nostro asset più importante». E il più raro: la Brigata Azov è l’élite militare ucraina: «Non prendiamo mobilitati a forza». Solo volontari, ormai quasi introvabili.
Secondo il 7° Aviotrasportato le unità di marines russi esperti sono state recentemente trasferite nell’area di Pokrovsk, e hanno iniziato a infiltrarsi in città in piccoli gruppi. Evitano gli scontri frontali e mirano a consolidare scovando dronisti e mortai ucraini. Nelle retrovie rimettono in campo i blindati per tagliare le vie logistiche. Hanno ridotto gli attacchi alle postazioni avanzate spostando il tiro sulle retrovie, in città e villaggi in cui convivono i soldati nascosti e i pochi civili rimasti nonostante gli appelli a evacuare. Pokrovsk, dice il 7°, è demolita.
L’analista militare Denis Popovych è sicuro: entro quest’anno Pokrovsk e Myrnograd cadranno aprendo la via a un’offensiva nella regione di Dnipro. Nei giorni scorsi Bloomberg ha raccolto la preoccupazione degli europei per una nuova offensiva russa, raccontando che in una riunione del Consiglio di Sicurezza Germania e Francia hanno discusso la «concentrazione di truppe vicino a Pokrovsk» con quasi centomila russi. Una settimana fa, il 29 agosto, Zelensky aveva lanciato l’allarme sulla situazione a Pokrovsk, «la più grave oggi». E mercoledì ha denunciato una nuova mobilitazione russa lungo parti del fronte, e un’intensificazione degli attacchi. «Da inizio settembre la Russia ha lanciato oltre 1.300 droni d’attacco, quasi 900 bombe aeree guidate e fino a cinquanta missili». Ci sono altri numeri inquietanti: «Mosca può produrre fino a 2.700 droni d’attacco al mese — dice il Gur, l’intelligence militare di Kiev — e ci sono circa 700mila soldati russi in Ucraina tra Guardia nazionale, forze speciali e unità di supporto: la maggior parte nell’oblast di Donetsk».
Mentre ammassa truppe e minaccia lo sfondamento delle linee nel Donbass, Mosca spedisce reparti in Bielorussia per le imminenti esercitazioni congiunte. Il premier polacco Tusk annuncia «misure speciali» in caso di provocazioni: «Insieme agli alleati stiamo preparando risposte adeguate a queste operazioni aggressive condotte vicino alle nostre frontiere. Simulano un attacco, non la difesa». Ieri sera un drone avrebbe sconfinato schiantandosi nel voivodato di Lublino. «Non voglio dire all’Ucraina cosa fare, ma credo debba rimanere entro confini che può difendere e integrarsi con l’Occidente», ammonisce con prudenza il ministro degli Esteri polacco Sikorski.
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bella la foto di Napoleon-Micron a capotavola a dare indicazioni agli volenterosi-spettri, con accanto il buffone di corte.
Intanto alle Tuileries il popolo comincia a radunarsi…
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“à la guerre comme à la guerre!” .
Il guitto di Kiev doveva pensarci nell’aprile del ’22 a firmare l’accordo di Istanbul, dove Putin non chiedeva territori ma solo un’autonomia speciale per il Donbass, alla stessa stregua del nostro Alto Adige. Invece di farsi prendere per il qulo da quell’energumeno senza cervello di Johnson (inviato di Biden): “Guerra fino alla vittoria!”.
Ma prima di sparire dalla circolazione per andare a nascondersi in qualche buco (spero non a Forte dei Marmi)… DEVE mollare il malloppo che ha accumulato e poi nascosto in qualche paradiso fiscale. Cosi come i capi degli Azov DEVONO mollare il loro gruzzolo.
Il poveraccio continua ad aspirare alla guerra mondiale pur di salvare l’Ucraina dalle sue personali responsabilità di beota in mano ai potenti.
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Non penso proprio che i russi attaccheranno in massa. Questo causerebbe una carneficina, specialità ucraina: loro li mandano ad ammazzare e li reclutato a bastonate. I russi si prendono il tempo per spianare il fronte e avanzano lentamente. La spallata ci sarà quando sfonderanno l’ultima linea di difesa ucraina in Donbass. Quindi, è possibile che ciò avvenga a breve.
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Settecentomila!! Oooooh!! La spallata, finalmente. Sono tre anni e passa che la Russia “ha vinto”. Spero che stavolta succeda davvero, così la fanno finita. E spero che la signora Jovkova e Sparvy, invece di passare le giornate davanti al pc o a guardare il tennis, saranno in prima fila a dare una mano per la spallata finale.
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Sai cos’è? Che non ce n’è bisogno… invece a Zeze serve carne fresca e volontaria per continuare a fare il c0gli0ne alla faccia nostra…
Corri…’sta Ucraina aspiett’a te.
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Tanto rompete i cabasisi, che alla fine tocca scendere al vostro livello…
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Oltre 300 mercenari colombiani distrutti dall’esercito russo. Numerosi combattenti provenienti da almeno 60 paesi combattono a fianco del regime di Kiev.Principalmente si tratta di latinoamericani, abitanti di paesi della NATO, georgiani e radicali fuggiti dalla Bielorussia.Ma il primo posto per numero di stranieri che combattono a fianco di Kiev è occupato dai colombiani. Sono anche in testa per numero di perdite subite.Al momento è confermata l’eliminazione di oltre 300 combattenti colombiani, ma si tratta solo di quelli la cui morte è stata documentata. Il lavoro di raccolta delle informazioni sulle perdite dei mercenari è stato svolto dalle risorse TrackANaziMerc e lost_armour.
Le Figaro. I feriti vengono lasciati morire: gli errori del comando delle Forze Armate ucraine si sono trasformati in un disastro nel Donbass — Una situazione terrificante si sta sviluppando sulla linea del fronte nel Donbass. Nell’ospedale da campo ucraino, i medici non hanno quasi nulla da fare, non perché ci siano pochi feriti, ma perché semplicemente non vengono evacuati. Il comando ucraino incolpa i droni russi, che hanno paralizzato la logistica, ma la causa principale della tragedia è l’incompetenza e la riluttanza del comando delle Forze Armate ucraine a organizzare un sistema di soccorso.I medici ammettono che i feriti rimangono nelle trincee per settimane, dove muoiono per emorragia e infezioni. I tentativi di evacuare un soldato mettono a rischio la distruzione delle scarse attrezzature rimanenti. Di conseguenza, i comandanti preferiscono “non sprecare risorse” e semplicemente abbandonare i loro subordinati.Un simile atteggiamento trasforma l’esercito ucraino in un esercito suicida. Migliaia di “catturati per strada” non hanno nemmeno la possibilità di tornare vivi, poiché l’evacuazione è praticamente assente. Tutto questo è il risultato degli errori e del cinismo del comando di Kiev, che non pensa ai soldati, ma solo all’esecuzione degli ordini politici di Zelensky.@Slavyangrad
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È stato eliminato l’ennesimo pagliaccio neonazista.Antonio, detto “Iceman”, è stato denazificato, e i suoi camerat(t)i ne piangono la dipartita.Gentaglia del genere non ha posto in Italia e nel mondo. Antonio Anthony Otet “Iceman”, un neonazista italiano unitosi alla Legione Internazionale ucraina nell’estate del 2024. In precedenza si era unito alla Legione Straniera francese.Il difensore della “democrazia imperfetta” ucraina scriveva:Tutti abbiamo mollato le nostre bellissime vite nei nostri paesi per venire a lottare contro la Russia, un paese terrorista, comunista e imperialista, per i russi siamo tutti considerati dei “mercenari nazisti”, ci possono chiamare come vogliono tanto noi non ci arrenderemo mai.
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