“De Luca fa De Luca, Fico ha l’esperienza per governare. Legge elettorale? Nessuno ceda ad accordicchi”

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Il pontiere tra i pontieri del Movimento parte dalle buone notizie: “Il campo progressista si presenta compatto in tutte le regioni, ed è un segnale che serviva nella costruzione di un’alternativa a una maggioranza che governa male il Paese e i territori”. Ma Stefano Patuanelli, capogruppo dei Cinque Stelle in Senato, ha anche cose da precisare. Per esempio, che “tutto questo dibattito sul centro non mi entusiasma. Piuttosto serve una radicalità politica nelle proposte, per riportare tanta gente a votare”.
Il M5S doveva essere il primo ostacolo per le intese, e invece avete fatto accordi ovunque. Vi siete adattati o si sono piegati gli altri?
Semplicemente, abbiamo trovato una quadra convincente sui programmi, che per noi restano il punto principale. In certe regioni, come la Toscana, è stato più faticoso perché eravamo all’opposizione. Ma l’accordo programmatico che abbiamo raggiunto è assolutamente soddisfacente. Il presidente uscente del Pd Giani ha recepito tutti i nostri punti, e va ringraziata la responsabile enti locali, Paola Taverna. Le dovremmo fare un monumento.
In Puglia i veti di Antonio Decaro hanno allungato di molto i tempi. Michele Emiliano si è fatto da parte, e Elly Schlein ha ribadito che per il Pd il candidato rimane l’ex sindaco di Bari. Il nome sarà lui?
Credo di sì, ma chiaramente la decisione è interna al Pd. Per noi rappresenta la figura giusta. Venerdì sarò alla festa dell’Unità a Bisceglie per un dibattito, e lì ascolterò volentieri Schlein. Nei mesi scorsi avevamo scelto in modo sacrosanto di uscire dalla maggioranza in Regione, dove si viveva un momento molto delicato. Nelle scorse settimane avevamo chiesto al Pd elementi di discontinuità, e sono arrivati.
Resta il tema della candidatura a consigliere di Nichi Vendola. Decaro chiede anche a lui di “essere generoso”.
Credo sia tempo di arrivare a una soluzione, per chiudere in pochissime ore.
Vincenzo De Luca sostiene che “non esiste alcun patto con Schlein sulla Campania”. E rilancia: “Roberto Fico non ha mai amministrato nulla”.
De Luca fa De Luca e non può certo cambiare negli ultimi metri della sua stagione politica. L’importante è poter presentare un candidato come Roberto, in una regione importantissima per noi del Movimento. Fico potrà portare alcune, necessarie discontinuità amministrative. Ha grande esperienza politica: è stato un ottimo presidente della Camera e si è sempre occupato della sua regione.
Per appoggiarlo in modo unitario il Pd concederà la segreteria regionale al figlio di De Luca, Piero. L’opposto del rinnovamento.
Mi guardo bene dal commentare ciò che accade negli altri partiti.
Allora parliamo del M5S. In Calabria avete candidato un europarlamentare a mandato in corso, Pasquale Tridico; nelle Marche sostenete un candidato del Pd, Matteo Ricci, che ha ricevuto un avviso di garanzia, mentre in Campania ci sarà almeno una lista deluchiana a sostegno di Fico. Avete travolto vecchie regole e prassi per amor di poltrona o era un cambiamento inevitabile? Eravate troppo rigidi o siete troppo lassisti ora?
Siamo nati in modo molto diverso dagli altri partiti e in quella fase le regole rigide e stringenti decise da Beppe e da Gianroberto avevano senso. Oggi la nostra comunità, non i vertici, ha deciso di rivedere alcune di quelle regole e di adattarle ad un quadro nuovo, per renderle più funzionali al Movimento. Ciò che non cambia è la radicalità dei nostri principi su tanti temi, dall’ambiente alla difesa dei più deboli, fino alla legalità e all’etica pubblica. Detto ciò, la candidatura di Tridico non nasce per ambizione personale, è una candidatura di servizio nata dalla richiesta di tutte le forze di coalizione, in un momento in cui il ritorno alle urne era inatteso.
Ernesto Maria Ruffini ha invocato primarie di coalizione per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Conte ne sarebbe lieto, no?
Trovo assolutamente prematuro parlarne. Dopodiché, con tutto il rispetto per figure come Goffredo Bettini che lavorano a progetti riformisti, credo che non serva una gamba di centro. Piuttosto, è necessaria radicalità nella proposta politica per riportare a votare tanta gente che non trovava più risposte nella sinistra.
Trattare sulla legge elettorale con le destre è pericoloso? Dicono che sotto traccia Meloni e Schlein ne discutano da tempo.
Di solito il centrodestra cerca di fare leggi elettorali per trarne vantaggio. Confido che nessuno ceda alla tentazione di stringere accordicchi.
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