
(di Giovanni Valentini – ilfattoquotidiano.it) – “Quanno il Duce lo venni a sapiri, ordinò al segretario del partito che tutti i gerarchi in un raggio di cinquanta chilometri torno torno a Caltagirone dovivano andarsela a pigliari in quel posto” (da Privo di titolo di Andrea Camilleri – Sellerio, 2005)
Sotto il diluvio del trionfalismo governativo, amplificato dalla grancassa mediatica di regime, m’è tornato in mente un vecchio libro di Andrea Camilleri che avevo letto anni fa. In quel romanzo “storico”, ambientato ai tempi del fascismo, lo scrittore immagina una visita improvvisa del duce a Caltagirone, in Sicilia. Per fare bella figura con l’ospite di riguardo, i gerarchi locali allestiscono una città di cartapesta, denominata “Mussolinia”, con fotomontaggi e fondali finti.
Non ricordavo, però, il titolo di quel libro. E un po’ per pigrizia e un po’ per curiosità, ho provato a chiederlo a ChatGpt. È stata un’esperienza sconcertante. La prima risposta, in tempo reale, mi ha sorpreso: Il re di Girgenti, ha sentenziato l’intelligenza artificiale. Sono andato a ripescare quel volume nella mia libreria e ho verificato che l’indicazione era errata. Ho scritto allora al mio interlocutore virtuale e gli ho domandato: “Come mai hai sbagliato?”, ipotizzando che si trattasse di un altro romanzo di Camilleri, intitolato La presa di Macallè. Risposta testuale: “Ottima domanda – e hai ragione a chiederlo. Ho sbagliato perché ho risposto troppo in fretta, basandomi su una memoria generale dello stile e dei temi di Camilleri, senza verificare con sufficiente precisione il riferimento specifico”.
In calce a questa disarmante giustificazione, ChatGpt ha aggiunto: “Il re di Girgenti contiene effettivamente scenari teatrali e una satira del potere, ma non è il libro in cui compare la visita del duce con la cartapesta, che invece è La presa di Macallè, come hai giustamente indicato”. L’ho prelevato dalla mia libreria e mi sono accorto che neppure questo era giusto. Ho riscritto all’“intelligente artificiale” chiedendo una nuova verifica e finalmente mi è arrivato il responso esatto: Privo di titolo, pubblicato da Sellerio nel 2005. E così ho sfogliato di nuovo il libro per controllare i miei ricordi.
È una storia che ben si attaglia ai nostri giorni. “I gerarchi di Caltagirone offrono e intestano a Mussolini – scrive Salvatore Silvano Nigro nella bandella – una stupefacente città turrita, che esiste solo nella realtà illusoria di un fotomontaggio”. Ma il racconto di fantasia non assomiglia forse a quello che stanno facendo, nell’Italia di oggi, i supporter del governo Meloni? E in particolare, i giornalisti e i conduttori televisivi che si sforzano di costruire una “città di cartapesta” per compiacere la premier? Dal riarmo europeo al Ponte sullo Stretto di Messina, dal Centro per i deportati in Albania al “caso Almasri”, dal black-out sul calo della produzione industriale alle cifre gonfiate sull’occupazione, dalla peggio-riforma delle pensioni fino a quella fasulla della Rai: è tutto uno scenario che mistifica la realtà per diffondere una “narrazione” propagandistica, attraverso le reti tv pubbliche e private o i giornali e giornaletti sovvenzionati da Palazzo Chigi.
Sul modello di “Mussolinia”, si potrebbe chiamare “Melonia” questa città artificiale, edificata sul terreno mediatico per esaltare la presidente del Consiglio. Nell’esilarante romanzo di Camilleri, alla fine qualche delatore spedisce al duce il fotomontaggio che rivela la messinscena. Ma noi, oltre alla pagine quotidiane di questo giornale, un’immagine-verità ce l’abbiamo già ed è la copertina che il settimanale statunitense Time ha dedicato recentemente alla nostra premier: basta leggere o rileggere il testo di quell’articolo, tutt’altro che celebrativo, per farsene una ragione.
La differenza tra “Mussolinia”e” Melonia” consiste nel fatto che il primo era la “vittima” dell’inganno sulla realtà del paese di fantasia, mentre la seconda è L’ARTEFICE dell’inganno sulla realtà del nostro povero Paese.
Le vittime siamo noi… quelli che ci cascano, i complici, perché votandola perpetuano, a suo unico vantaggio, la truffa.
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