DAZI: UE, ‘RAGGIUNTA DICHIARAZIONE CONGIUNTA CON USA’

(Adnkronos) – “Durante l’estate, e sotto la guida della presidente Ursula von der Leyen, ho mantenuto contatti regolari con le mie controparti statunitensi per dare seguito all’accordo di luglio raggiunto in Scozia. Oggi sono lieto di annunciare che siamo giunti al traguardo”.
Lo annuncia il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, in conferenza stampa, annunciando la pubblicazione di una dichiarazione congiunta Ue-Usa che definisce l’accordo Ue-Usa sulla loro relazione in materia di commercio e investimenti “basata su equità, equilibrio e reciproci vantaggi”.
Dazi: Sefcovic, vino e alcolici per ora fuori da esenzioni
(LaPresse) – “I Dazi su vino, alcolici e birra erano uno degli interessi più importanti dell’Unione Europea. Purtroppo, non siamo riusciti a far rientrare questo settore e questa categoria tra quelle nel livello della nazione più favorita (Npf).
In merito vorrei aggiungere una parola molto importante, e questa è non ancora, perché i nostri colleghi statunitensi sanno che questo è il nostro interesse, è qualcosa di molto importante per noi” e nella dichiarazione congiunta è presente un paragrafo nel quale si “afferma che entrambe le parti, gli Stati Uniti e l’Ue, sono pronte a valutare altri settori in cui potremmo abbassare i Dazi in futuro”.
Lo dice il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, in conferenza stampa dopo la dichiarazione congiunta Ue-Usa sui Dazi. “Quindi, queste porte non sono chiuse per sempre. Siamo stati molto chiari sul fatto che questo è molto importante per noi e collaboreremo con i nostri partner statunitensi nel tempo per aprire un numero di settori in cui vorremmo vedere un ulteriore abbassamento dei Dazi, soprattutto in queste categorie molto importanti”, aggiunge.
Sefcovic, regole digitali Ue rimaste fuori negoziato dazi
(ANSA) – Su Digital Market Act e Digital Service Act “abbiamo tenuto queste questioni fuori dai negoziati commerciali, concentrandoci su ciò che era chiaramente la priorità, e quindi non troverete alcun riferimento ad esse nella dichiarazione congiunta”.
“Ci saranno molte questioni che saranno discusse, ma per essere molto chiari: l’autonomia normativa è assolutamente importante” e “questa è stata la nostra posizione dall’inizio alla fine di questa dichiarazione congiunta”. Lo ha detto il commissario Ue al commercio Maros Sefcovic in conferenza stampa.
UIV, CONFERMA DAZI COSTA A VINO 317 MILIONI, È UNA STANGATA
(ANSA) – “Per il vino si conferma il nuovo regime di dazi al 15%; si tratta di una stangata per il settore più esposto tra le top 10 categorie italiane di prodotti destinati agli Stati Uniti, con un’incidenza al 24% sul totale export globale e un controvalore di circa 2 miliardi di euro l’anno”.
Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, commenta la dichiarazione congiunta Ue-Usa sui dazi annunciata oggi dal commissario europeo al Commercio, Maroš Šefcovic. Secondo l’Osservatorio Uiv, il danno stimato per le imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner commerciali d’oltreoceano il mancato guadagno salirà fino a quasi 1,7 miliardi di dollari. Il danno salirebbe a 460 milioni di euro qualora il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione.
“Sarà – continua Frescobaldi – un secondo semestre molto difficile, pur nella speranza che nei ‘tempi supplementari’ le parti possano correggere il tiro”. Secondo Unione italiana vini (Uiv),”è ora più che mai fondamentale attivare un’alleanza tra la filiera italiana del vino e i partner Usa – distributori, importatori e ristoratori – che per primi si oppongono ai dazi nell’interesse comune delle imprese italiane e statunitensi”. Per il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti “servirà un sostegno da parte dello Stato in termini di promozione del prodotto enologico italiano.
Lo scenario è complesso e vede già nei primi 5 mesi di quest’anno un calo tendenziale dei volumi di vino esportati di quasi il 4%”. Per Uiv, ben il 76% (l’equivalente di 366 milioni di pezzi) delle 482 milioni di bottiglie tricolori spedite lo scorso anno verso gli Stati Uniti si trova in “zona rossa” con una esposizione sul totale delle spedizioni superiore al 20%.
Aree enologiche con picchi assoluti per il Moscato d’Asti (60% l’incidenza export verso gli Usa), il Pinot grigio (48%), il Chianti Classico (46%), i rossi toscani Dop al 35%, quelli piemontesi al 31% così come il Brunello di Montalcino, per chiudere con il Prosecco al 27%, il Lambrusco e il Montepulciano d’Abruzzo.
Come su tutto il resto.
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E adesso i SOVRANISTI DE STA CEPPA CHE DICONO? Che dicono? Melona, Salvini, Taiani, dove siete finiti?
Mo’ ce sarà da mette gli aiuti de stato pure pe’ li produttori de Chianti!
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