Botta e risposta a distanza tra i due leader moderati

Da Renzi chiamata alle armi per allargare il campo progressista. Ma Calenda si sfila

(repubblica.it) – ROMA – Trovare la quadra per battere il granitico blocco di centrodestra. Suona come una chiamata alle armi, quella lanciata nella sua E-news da Matteo Renzi: “Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso” è l’incipit del lungo testo in cui spiega le ragioni per cui ritiene importante fissare dei paletti e partire subito. “Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e Avs regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida”.

“Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari No Vax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo”, aggiunge.

“In democrazia – avverte – contano i voti. Noi siamo forti e credibili perché quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Punto. Tutto il resto è noia”.

Non è dello stesso avviso il leader di Azione, Carlo Calenda: “Il Terzo polo – è la replica affidata a un post su X – ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. Caro Matteo Renzi, siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma non quello della Taverna. Ad Azione tanto basta”.