Assobalneari conferma rincari e crollo delle prenotazioni: “Colpa della crisi economica”. Consumatori e vip: “Macché, abbassate i listini”

Prezzi folli e lidi semivuoti, rivolta dei bagnanti contro il mare salato. Il dossier in 10 regioni

(di Barbara Gabbrielli – repubblica.it) – Se anche i vip s’arrabbiano, allora la cosa si fa seria. Nel 2008 era Walter Veltroni a portare a spasso l’ombrellone, pronto a piantarlo sulla spiaggia libera di Sabaudia. Oggi dai social spunta Alessandro Gassmann che in un tweet fa gentilmente a pezzi i gestori degli stabilimenti balneari: «Cari amici, leggo che la stagione non sta andando bene, forse avete un po’ esagerato con i prezzi? Abbassateli e, forse, le cose andranno meglio», s’azzarda a dire, «gli italiani scelgono la spiaggia libera e il pranzo al sacco». Menù preferito per uno su tre, dice Coldiretti: schiscetta con insalata di riso. E poi c’è Mirko Casadei; il papà Raoul cantava Ciao mare, lui va liscio all’attacco: «Quando per due gamberi fritti spendi 25 euro, qualche domanda te la fai».

Se la sono fatta in tanti se sulle spiagge, confessa l’Assobalneari, c’è il 20-30 per cento in meno di villeggianti, tranne la domenica, che è sacra. Una «crisi» che la ministra del Turismo Santanché nega: «Allarmistica e fuorviante». Come il Berlusconi del 2011, quello dei «ristoranti tutti pieni». E, ancora, di quasi un terzo si sono contratti pure gli ordini di vongole e panzanelle. Colpa del caro-vita, secondo l’associazione delle imprese balneari, giammai del caro-lidi. Il Codacons racconta però un’altra storia ed è quella del ritocco dei listini, rivisti di anno in anno, prima per il Covid, poi per le bollette.

«Ci sono spiagge per tutte le tasche, con tariffe e servizi proporzionali a ogni tipo di pubblico», si difendono i gestori riuniti sotto Confindustria. Vero. Sotto la “tenda imperiale” del Twiga, «idea rivoluzionaria» nata per «riformare» quella «cosa misera» che erano gli stabilimenti balneari (copyright del creatore Flavio Briatore), per 1500 euro al giorno si prende l’ombra. All’estremo opposto, non solo geografico, c’è Roccella Jonica dove si può svoltare la giornata avendo nel portafoglio appena 13 euro. Tra un polo e l’altro, Altroconsumo spiega che adesso, sotto il sole giaguaro, per un ombrellone e due lettini in uno stabilimento da famiglia, c’è una maggiorazione del 5 per cento rispetto allo scorso anno. Di più, urla Federconsumatori: l’8 per cento i lettini, il 7 per le sdraio, il 10 addirittura per canoe e pedalò. C’entreranno pure i nuovi trend estivi in alta quota, ma per ora i lidi si riempiono a metà. Summer on a solitary beach.

Lazio

A Santa Marinella, in provincia di Roma, nel fine settimana un ombrellone e due lettini costano 60 euro al giorno. Una cifra monstre che gli habitué del posto giustificano: «Qui non è per tutti, è da sempre un luogo caro, si sa che è così». Il lido è “La perla del Tirreno”, che rispetto alla maggioranza degli stabilimenti intorno vanta una lunga lingua di sabbia al posto degli scogli. Per la responsabile Leila Fares è però impossibile proporre un listino più basso. «I nostri ombrelloni sono più distanziati rispetto alla norma e ogni giorno puliamo materassini e teli: il nostro è un servizio attento, diamo lavoro a 20 persone e non facciamo pagare l’ingresso dei bambini». Ma qualche critica, ammette, è arrivata: «Mi hanno chiesto se fossimo in Costa Smeralda», racconta Fares. A pochi metri ci sono un bar che chiede 5 euro per una crema di caffè e un chiosco che si fa pagare 14 euro un cheeseburger di tonno con cipolla, rucola e maionese.

Veneto

In Veneto non va meglio rispetto al resto d’Italia. Tra Jesolo e Caorle, cuore del mare organizzato e dei servizi per famiglie, ormai si adottano trucchi per evitare i vuoti tra gli ombrelloni. Prendi tre e paghi due. Se prenoti uno o due giorni feriali insieme a una domenica il gestore del lido ti fa lo sconto del 15 per cento, del 30 se arrivi a prenotare l’intera settimana. Qui parliamo di spiagge con migliaia di ombrelloni e lettini da riempire e dove neanche il ferragosto, spiegano gli addetti ai lavori, è più attraente come prima. Tutto troppo caro, rinunceremo al lettino e alla cabina, è il ragionamento. Le presenze, dicono i dati, non sono diminuite: si attestano sui numeri del 2024 ma quello che è cambiato è il costume, la possibilità di spendere. Meglio allora la vecchia cara spiaggia libera, portarsi l’ombrellone e il panino da casa, quel panino vietato in alcuni lidi che ti obbligano ad acquistarlo al bar.

Toscana

Anche a Forte dei Marmi, simbolo della Versilia ruggente, il caro-ombrellone spinge verso l’approdo sicuro e decisamente più economico delle spiagge comunali, come quella delle Dune del Forte che a Vittoria Apuana, rappresenta un baluardo di semplicità e accessibilità: centocinquanta ombrelloni, tutto esaurito, sette giorni su sette. «Questa spiaggia è sempre stata frequentata soprattutto dai fortemarmini, ma quest’anno stanno aumentando anche le richieste di chi arriva da fuori, anche solo per un giorno. È evidente la necessità di poter andare al mare a prezzi accessibili» racconta Antonella Ruggiero della Cooperativa Open Service che da dieci anni gestisce le Dune. I prezzi qui sono calmierati perché stabiliti dal Comune, e chi si aggiudica la gara deve rispettarli: il classico pacchetto “ombrellone, due lettini e una sdraio” costa in alta stagione 30 euro per i residenti del Forte e 40 per i turisti. In più, c’è il cosiddetto “Listino Versilia” che fissa a 35 euro (alta stagione) la tariffa per chi arriva dai comuni limitrofi.

Liguria

La piazzetta di Portofino è a un paio di curve non di più, gli stabilimenti storici da tempo si sono associati ai grandi brand della moda, una giornata di mare può arrivare a costare oltre i mille euro. Eppure, la baia di Paraggi in Liguria è rimasta per anni l’ultima meta possibile per fare un bagno nel mare più celebre della riviera senza per forza spendere una fortuna: la spiaggia libera è un fazzoletto di sabbia di dieci metri per cinque, di prima mattina è già piena, ma resiste nonostante tutto. L’ultimo colpo al portafogli, per chi non si può permettere il pontile dei bagni Fiore-Dior o Carillon-Dolce e Gabbana, è arrivato però questa estate, con «la lievitazione» – viene definita tra le cabine – delle tariffe dell’unico parking della frazione. Un’ora di sosta sono 8 euro, due sono 16, ma si arriva a 40 con 5 e 64 con 8, fino a 70 se si sforano le 12 ore di parcheggio. L’unico sconto è riservato alla «macchine totalmente elettriche», sono 5 euro. Ma nell’estate del caro spiaggia non sembra poter fare una gran differenza.

Lombardia

Il lago di Como – ormai noto nel mondo come “Como lake” – la fa da padrone. In Lombardia certamente (insieme al competitor Garda, target più low), ma non solo. Con l’86,3% di turisti stranieri e con gli italiani che non l’hanno affatto abbandonato, è il lago delle fortune. E, da qualche anno, dell’overtourism. Nel lago amato dalle celebrità americane e inglesi più del 40% degli hotel non è più prenotabile e settembre si preannuncia già molto affollato, con oltre il 44% delle strutture già piene. Da “Giulietta al lago”, tre opzioni di ombrelloni e lettini (una giornata va da 20 a 35 euro a persona in base a feriali e festivi), la responsabile è Anna Evangelista. «Stiamo lavorando tantissimo. Gli stranieri vengono più in settimana, inglesi, americani, spagnoli. Gli italiani prenotano più nel weekend». Magda Cattaneo dirige Lido Cernobbio, piscina a sfioro lago: «Il nostro lago è un luogo che non passa mai di moda, siamo diventati come Portofino, Capri, la Costa Azzurra».

Puglia

In Salento anche una frisa può diventare un lusso. Al lido Malibù di Torre San Giovanni una frisella con tonno, mozzarella e melanzane arriva a costare 17 euro. Una puccia ben farcita supera i 14 euro in diversi stabilimenti della zona. Anche lo street food delle sagre, un tempo alternativa economica, adesso ha prezzi più alti: un cartoccio di patatine o un bicchiere di vino costano 5 euro ciascuno. E pure la pizza non è risparmiata dagli aumenti: alla pizzeria Antiche Delizie di Castrignano del Capo la margherita è passata da 6,50 a 7,50 euro. Nei locali sul mare, come il pub Maestrale di Otranto, i cocktail arrivano a toccare i 13-14 euro. Il conto più salato si paga però sotto l’ombrellone: al Togo Bay di Gallipoli due lettini e un parasole possono costare fino a 100 euro al giorno. I parcheggi, che sfiorano i 6 euro l’ora, in alcune sagre sono diventati obbligatori. Capitolo vita notturna: in alcuni locali, come il Praya di Gallipoli, una serata può costare anche 60 euro. Una settimana in discoteca pesa in media intorno ai 150 euro sui portafogli dei turisti.

Napoli

Anche a Napoli è caccia ai pochi spazi ancora liberi disponibili. Affollatissimi, naturalmente. È il caso di “Mappatella beach”, il tratto che si trova di fronte alla villa comunale, lungo via Caracciolo. Tante persone, lo stesso racconto: un lido privato è troppo per le tasche, meglio la spiaggia pubblica. “Io i soldi a chi sfrutta il mare di tutti non li voglio dare. In due si spendono 100 euro al giorno tra lettini, ingresso e ombrellone, per non parlare di bibite e cibo”. Guglielmo è uno dei baristi del Gambrinus e frequenta la spiaggia pubblica. Anna da 12 anni ci va con i figli: “Negli stabilimenti privati non puoi portare neanche un panino, 100 euro se hai bambini non bastano. È assurdo”. Arianna i soldi li risparmia per le tasse universitarie: “I prezzi dei lidi mi terrorizzano. Quei soldi mi servono per studiare”. Con la famiglia frequenta la spiaggia anche Ciro: “Qui ci conosciamo tutti. Io sono un impiegato, ma a Napoli c’è chi non lavora. Leggevo che i lidi sono in crisi è giusto così. Qui il mare è sempre pulito ed è gratis”.

Palermo

Ombrellone, sdraio, lettino in Sicilia rincarano del 6%, più che in tutte le altre regioni, secondo Federconsumatori. Ma l’Isola rimane ancora la più economica d’Italia con i prezzi più bassi di 6 euro rispetto alla media italiana e gli abbonamenti stagionali che costano la metà. A Mondello, la spiaggia dei palermitani, si parte da 6 euro a persona per un rettangolo di sabbia con uso di bagni e docce a 33 euro al giorno per una postazione con ombrellone e due lettini. Più cara l’isola di Ustica, al lido Faro si arriva a 36 euro che diventano 44 la domenica. Il doppio di Lampedusa con i 22 euro di Cala morto e il 25 di Cala stretta. L’aumento maggiore, dell’11%, riguarda gli abbonamenti giornalieri. Spostandosi a Taormina le cifre crescono e tanto. Dai 20-25 euro di Letojanni ai 60 di Mazzarò. Sempre se non si vuole esagerare prenotando un posto al lido dell’hotel di lusso Atlantis Bay di VRetreats. Aperto anche a chi non è ospite dell’albergo, offre una postazione a 150 euro al giorno a persona. Se si vuole anche il maggiordomo personale servono altri 450 euro.

Emilia Romagna

A complicare l’estate della Riviera romagnola, che nemmeno in agosto registra sold out, va in scena oggi la protesta dei bagnini di salvataggio della costa riminese. Uno sciopero annunciato che, per l’intervento della Prefettura di Rimini, si è trasformato in un flash mob sui mosconi rossi, le tipiche imbarcazioni a remi, stamattina alle 11 in mare, e in un corteo dal centro della cittadina balneare alla spiaggia dalle 12.30 alle 14.30, l’orario della pausa pranzo. Che è l’oggetto della contesa. Un’ordinanza ha infatti stabilito che i lifeguard possono, nelle due ore centrali, alternarsi: un bagnino ogni due torrette, 300 metri di costa da sorvegliare. Troppi per la Filcams-Cgil, che ha indetto lo sciopero, e per l’associazione marinai di salvataggio della Riviera, per garantire la sicurezza. Ma troppi anche per la Prefettura che ha fermato lo sciopero (la Cgil inizialmente ha parlato di precettazione) obbligando i bagnini a garantire i servizi minimi: 150 metri per ogni lifeguard. Che è proprio la ragione per cui protestano.

Sardegna

Una giornata al Poetto, la spiaggia simbolo di Cagliari e della socialità popolare, può costare ormai più di 100 euro per una famiglia. A denunciarlo è Adiconsum Cagliari, che ha analizzato le spese tipiche: parcheggio, noleggio di ombrelloni e lettini, docce a pagamento, snack e pranzo al chiosco. Il conto sale rapidamente, arrivando a cifre che mettono a dura prova i bilanci familiari. Un tempo accessibile a tutti, il Poetto oggi rischia di diventare un luogo dove il mare è un lusso per pochi. La denuncia evidenzia come i rincari, sommati a costi extra e servizi a pagamento, stiano cambiando la fruizione della spiaggia più amata dai cagliaritani. L’allarme riguarda non solo i residenti, ma anche i turisti, per cui la vacanza può trasformarsi in una spesa imprevista. Le associazioni dei consumatori invitano a riflettere su questa tendenza, sottolineando la necessità di mantenere il mare accessibile a tutti.