
(di Silvia Truzzi – ilfattoquotidiano.it) – Piccolo recap della soap opera “Terra amara”, ovvero la tragicomica vicenda delle deportazioni di migranti in Albania. Il 6 novembre 2023 Giorgia Meloni e il collega Edi Rama firmano il protocollo per inviare in Albania – in due centri a giurisdizione italiana, nelle città di Gjader e Shengjin – i migranti soccorsi nel nostro territorio: lì – lontano dagli occhi lontano dal cuore – saranno effettuate le procedure di frontiera e rimpatrio. L’intesa (altrimenti detta “in ginocchio da te” per il galante benvenuto riservato alla regina Giorgia dal cavalier Rama) è ratificata con una legge a fine febbraio 2024. I ministri brindano e danno i numeri: è l’ora della liberazione, tremila deportati al mese! S’immaginano di trasportare i migranti su e giù per l’Adriatico, cosa che non avverrà a botte di tremila per volta perché quando un giudice rileverà l’illegittimità del trattenimento di ogni migrante questo dovrà essere liberato e, parola del premier albanese, rispedito in Italia: è un diritto soggettivo, in capo a ogni singolo. Le opposizioni fanno presente che molti profili giuridici rispetto all’attuazione sono dubbi, scoppia pure una polemica sugli esorbitanti costi del personale da destinare ai centri e salta fuori la cifra di 9 milioni l’anno. Ma dal palco di Atreju, con cipiglio arcigno, la presidente del Consiglio tuona: “I centri in Albania fun-zio-ne-ran-no!”. ¡No pasarán! Intanto ci si mettono i soliti giudici che, a raffica, non convalidano i provvedimenti di trattenimento per i pochi migranti deportati perché i Paesi in cui dovrebbero essere rimandati non possono dirsi “sicuri” sempre e comunque; premier e ministri s’infuriano contro i magistrati: caccia a toga rossa.
Il governo s’indigna e s’intigna, partorendo l’ennesima ideona: trasferire la competenza dei trattenimenti alle Corti d’appello. Non funziona nemmeno questo trucchetto: il 31 gennaio 2025 quella di Roma non convalida il trattenimento di 43 migranti a Gjader. E dunque, altra ideona, si pensa di impedire il trasferimento dei giudici dai Tribunali alle Corti d’appello. Però è complicato perché metter mano all’ordinamento giudiziario con un decreto nottetempo non è possibile, e allora – ennesimo decreto – si decide di trasformare i centri albanesi in Cpr, Centri di permanenza per i rimpatri. Tra l’altro, dicembre 2024, la Cassazione aveva stabilito che sì è il governo a decidere quali sono i Paesi sicuri ma i giudici possono disapplicare la valutazione. Principio riaffermato venerdì scorso pure dalla Corte di Giustizia Ue, sollecitata per l’interpretazione dal Tribunale di Roma, che con una sentenza ha ribadito l’ovvio: un Paese dell’Unione può designare Paesi d’origine come sicuri con un atto legislativo, a patto che la designazione possa essere oggetto di controllo giurisdizionale. Meloni e soci gridando per l’ennesima volta allo sconfinamento della magistratura; il vicepremier Salvini parla di sentenza “politica, scandalosa, vergognosa, imbarazzante”; il fratello d’Italia Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, addirittura dice “eversiva”. Nei centri sono transitati 140 migranti, ne sono usciti 113, i rimpatriati sono stati 37, attualmente ce ne sono 27. L’anatema sillabato, fun-zio-ne-ran-no, non ha funzionato. Ora bisogna capire se il governo andrà avanti con altre forzature, a suon di decreti: non è un braccio di ferro, come scrivono alcuni giornali, è che non sopportano di avere argini, come si evince dalle reazioni per nulla istituzionali alla gravissima vicenda Almasri, dal tentativo di imbrigliare l’azione della magistratura (riforma della giustizia) e concentrare ancora di più i poteri in capo all’esecutivo (premierato). Non vogliono governare, vogliono semplicemente comandare.
LEGATELA ! E’ PAZZA!
Quando l’eccesso di potere diventa una malattia…
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Video | Facebook Gioggia intervistata da TGZerbino5.
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