I tre consiglieri di Livorno pronti a sospendersi

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Dal Movimento giurano che il caso Ricci nelle Marche non c’entra nulla, e che la rabbia di un bel pezzo della base macerava già da tempo, “tanto che certi comunicati erano pronti già mesi fa” raccontano. La certezza è che ieri diversi gruppi territoriali del M5S in Toscana sono insorti, urlando “un netto no” all’accordo ormai vicino tra i Cinque Stelle e il presidente dem uscente Eugenio Giani. E ora si teme l’addio di tanti iscritti, per protesta contro la possibile intesa con il riformista dem, che Elly Schlein si è rassegnata a sostenere perché troppo forte nei sondaggi e sui territori. Per ragion di patria giallorosa, anche Giuseppe Conte sta portando i suoi sull’appoggio a Giani, come confermato da una riunione tramite web venerdì scorso tra dirigenti dem e 5 Stelle, dove è emerso come l’uscente stia accogliendo le richieste del M5S sul programma. Ma la base è di altro avviso. “Diciamo un netto no a una alleanza con il Pd toscano, consapevoli che il percorso di discontinuità da loro manifestato non partirebbe mai al di là di concessioni su alcuni nostri temi” scrivono in un comunicato i gruppi territoriali di Empolese-Valdelsa, Chianti, Grosseto, Carrara, Livorno, Colline Livornesi e Val di Cornia. Ma altri gruppi si aggiungeranno “dopo la ratifica degli iscritti”, assicurano. Per poi insistere: “Abbiamo la certezza che anche un eventuale cambio dell’autocandidatura di Giani non sposterebbe di una virgola i loro programmi regionali e i loro atti”.

Tradotto: per i gruppi del Movimento “la Toscana non è pronta a questa alleanza, a cui è addirittura ostile l’attuale classe dirigente del Pd locale”. E in caso di unione forzata, loro sono pronti a trarne le conseguenze: “Non tradiremo mai i nostri principi. Gli elettori indecisi e delusi dalla vecchia politica ci troveranno sempre disponibili ad appoggiare le loro sacrosante richieste”. Un avviso a Conte, che vorrebbe dare un segnale di unità al Pd in un momento delicatissimo per i progressisti, tra la rogna Ricci e l’infinita tela per la Campania. Sperava in un cambio di candidato – che avrebbe addolcito i malpancisti – ma sa che, correndo in solitaria, il Movimento dovrebbe prendere almeno il 5 per cento per non restare fuori dal Consiglio regionale. Tutt’altro che semplice. Però il malumore trabocca. Lo conferma Andrea Morini, consigliere comunale a Livorno, già assessore con Filippo Nogarin: “Le distanze politiche appaiono incolmabili; è evidente che l’intesa a livello nazionale tra Conte e Schlein potrebbe non tenere, di fronte a una corsa solitaria del M5S in Toscana, ma non possiamo essere sacrificati sull’altare dei testardamente alleati”. Quindi, “se venisse ufficializzato il sostegno a Giani, il nostro gruppo con tre consiglieri si auto-sospenderebbe immediatamente dal Movimento”. Ieri il M5S ha tenuto una riunione d’urgenza per affrontare la situazione. Mentre la capogruppo in Regione, Irene Galletti, invoca ordine: “La partecipazione si esercita con responsabilità e rispetto delle regole condivise, non con fughe in avanti. Presto sarà convocata un’assemblea regionale e lì continueremo a confrontarci”. Potrebbe tenersi dopodomani. Ma prima il M5S proverà a “prepararla” con i coordinatori locali e i parlamentari. Per evitare che l’insurrezione divampi.