Il Tycoon: “Grande accordo”. VdL: “Ce l’abbiamo fatta” Ma puntava al 10%. E il patto non riguarda l’acciaio, che resta al 50%

(di Cosimo Caridi – ilfattoquotidiano.it) – “Il grande colpo” si fa sul campo da golf. Dazi al 15% sui prodotti europei, ma restano più alti sui principali capitoli dell’export Ue. In cambio, Bruxelles si impegna a investire e acquistare beni statunitensi per un valore di almeno 1350 miliardi di euro l’anno. Venerdì scorso, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva definito l’intesa con l’Unione europea “the big one”: un accordo che riguarda scambi commerciali per circa 1.400 miliardi di euro l’anno.
Per ottenere la firma del tycoon newyorkese, in questi giorni in vacanza in uno dei suoi resort, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è atterrata a Turnberry, in Scozia. “Il più grande accordo mai raggiunto – ha detto Trump – credo che porterà molta unità e amicizia. Andrà tutto benissimo”.
Accanto a lui, seduta con le mani in grembo, von der Leyen ha commentato: “Ce l’abbiamo fatta. Grazie alle squadre di entrambe le parti. Hanno lavorato a lungo e duramente”. A guidare la delegazione statunitense c’erano il segretario al Commercio, Howard Lutnick, e il rappresentante per il commercio, Jamieson Greer. “Le entrate dai dazi sono incredibili: 700 miliardi di dollari all’anno”, ha dichiarato Lutnick in un’intervista a Fox News, poco prima dell’incontro con gli omologhi europei. Ad aprile, Trump aveva imposto dazi del 10% su quasi tutte le importazioni europee. La chiusura del tavolo negoziale era prevista per l’inizio di luglio, poi prorogata fino al primo agosto. Due settimane fa, nel pieno della trattativa, il presidente Usa ha rilanciato con una lettera a von der Leyen in cui annunciava nuovi dazi del 30%. Alla fine ieri è arrivato l’accordo. La tariffa del 15% dunque riguarderà anche i settori più delicati del negoziato: automobili e farmaceutica.
“Ci siamo stabilizzati su un’unica aliquota tariffaria del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’Ue. Si applica alla maggior parte dei settori, inclusi automobili, semiconduttori e prodotti farmaceutici”, ha detto von der Leyen. “Questo 15% rappresenta un limite massimo, quindi niente cumuli, tutto compreso. Fornisce la chiarezza di cui i nostri cittadini e le nostre imprese hanno tanto bisogno, e questo è assolutamente cruciale”, ha rimarcato sottolineando che “è il massimo che siamo riusciti a ottenere”.
Fuori dall’intesa restano acciaio e alluminio per i quali “non cambia nulla”, ha detto ieri Trump. Quindi una tariffa del 50% imposta dalla Casa Bianca a livello globale, con l’unica eccezione del Regno Unito, al 25%.
“Considero positivo che ci sia un accordo – ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da Addis Abeba – ma se non vedo i dettagli non sono in grado di giudicare nel merito”.
Per ammorbidire Washington, Bruxelles ha promesso di aumentare le importazioni di GNL dagli Stati Uniti e di comprare più armamenti dal Pentagono. Quest’ultimo punto è ormai inevitabile: con la soglia del 5% fissata per la spesa militare, gli alleati Nato sono costretti a investire. Il budget europeo della difesa è destinato a triplicare in meno di dieci anni.
Ma le aziende del continente non hanno la capacità industriale per stare al passo. “L’Ue acquisterà 750 miliardi di dollari in energia e armi statunitensi”, ha annunciato Trump. Sul fronte energetico, l’Ue ha tagliato il gas siberiano e si affida a forniture dal Golfo Persico e dai Paesi scandinavi. Per Trump, c’è grande margine di espansione. Altri due punti imposti da Washington: la regolamentazione delle Big Tech e l’uso obbligatorio di chip americani. Gli Stati Uniti chiedono a Bruxelles di ammorbidire controlli e sanzioni sui grandi gruppi tecnologici e, allo stesso tempo, vogliono imporre all’Europa l’acquisto esclusivo di semiconduttori statunitensi. L’obiettivo è duplice: danneggiare i rivali (Cina e Taiwan) e subordinare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale alle forniture Usa.
“..Giorgia Meloni, da Addis Abeba..”
È andata a visitare l’ impero.
"Mi piace"Piace a 7 people
Sarebbe interessante sapere a fare cosa in concreto. E’ sempre in giro, sempre all’estero. Che patti sigla per l’Italia? Li presenta al parlamento?
E per quel che riguarda questo schifo di accordo: come è possibile che esista il parlamento UE e questo non abbia alcuna voce in capitolo con questi accordi?
A questo punto dove sono i t0rsi che dicevano che anche la commissione UE è ‘democratica’ perché eletta dai parlamentari eletti dal popolo?
CHI ha ratificato o anche solo deciso cosa fare prima di firmare?
"Mi piace""Mi piace"
E una merd@ del genere Ursula la chiama successo?
Ma che ca22o, praticamente svendiamo l’UE all’America.
Quanti danni fa questa demente con la lacca al posto del cervello e totalmente corrotta?
"Mi piace"Piace a 6 people
Quelli che Trump chiama “dazi”, sono richieste estorsive , un “pizzo” mafioso attuato nei confronti europei e non solo. Il mafioso Trump , eletto e rieletto dagli americani , è l’effetto ma non la causa della crisi di democrazie come quella americana , che disprezza ogni regola di diritto come le destre del nuovo millennio i cui aspiranti dittatori alla Trump appartengono. In questo drammatico periodo storico , abbiamo una spaventosa carenza di personalità politiche all’altezza e di un’informazione veritiera e non politicamente mistificata da codesti politicanti.
"Mi piace"Piace a 9 people
La Politica degli ultimi anni, è quasi sempre uno schifo.
Ma la calata è continua. Questi due soggetti poi…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Per dirla alla Lino Banfi papele papele con il 15 per cento ci hanno in©hiappetteti🤔
"Mi piace"Piace a 2 people
Ed hanno il coraggio di chiamarlo “accordo”? Dazi al 15% (con conseguente calo delle esportazioni dalla UE e ripercussioni negative sull’economia), l’UE costretta a comprare GNL dagli USA quando potrebbe investire sulle Rinnovabili spendendo mooooolto meno e sganciandosi dal ricatto del gangster a stelle e strisce, niente web tax ma tasse per chi già le paga… Ci sarebbe una definizione per questo “accordo” ma è troppo volgare… però la potete immaginare con la fantasia.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Una resa totale all'”amico”! Dopo avergli baciato il didietro, ora siamo in ginocchio a lavorargli quello che ha davanti. Gli USA, sopravvivranno con il sangue europeo: complimenti a tutti i governanti che, evidentemente, ci meritiamo!
"Mi piace"Piace a 2 people
Praticamente i governi UE vengono aggiornati dalla stampa… La mitica ancora non ha visto i dettagli.
"Mi piace"Piace a 2 people
Le terga di Trump sono state ripulite per bene per il momento ma se occorre una seconda passata …A disposizione !
"Mi piace"Piace a 1 persona
UVL presidente della nuova america latina, KK &Co.est marescialli della nuova america latina.
Potevamo avere quarant’anni di sviluppo e benessere. E invece no, noi e i nostri figli a farsi dissanguare per i migliori.
Un evviva ai lacchè ignoranti, corrotti fobici e ancora ignoranti che -a tutti i livelli- ci hanno condotto qui.
"Mi piace""Mi piace"
Siamo sempre davanti ad un caravanserraglio di inabili chiaccheroni azzerbinati al palazzinaro biondo platino…!!!! Si scrive 15% ma si legge 20%……come detto ieri sera sulla 7……????
"Mi piace"Piace a 1 persona
CHI SEMINA GUERRA RACCOGLIE VASSALLAGGIO. TRE SCHIAFFI IN TRE GIORNI: CINA, QATAR E USA RIDICOLIZZANO L’UE DI VON DER LEYEN & CO.
Tre giorni, tre schiaffi. Un’Unione Europea inginocchiata davanti al mondo, incapace di alzare la testa, buona solo a servire gli interessi americani e a vessare i propri cittadini.
Cosa resta del “Sogno Europeo”? Nulla. Se non una gigantesca macchina tecnocratica che disfa l’economia, umilia le nazioni e impone una cappa di censura, tasse e ora guerra permanente.
Von der Leyen, Costa e Kallas volano a Pechino come tre scolarette convinte di dettare legge. Si scomoda Xi Jinping con una maschera sfingea e impenetrabile. Tornano a casa con un pugno di mosche. La Cina li liquida in poche ore: zero accordi, massima irritazione. Pretendevano di impartire lezioni sui diritti umani, con l’economia europea in recessione e le industrie in fuga. Negli ultimi 25 anni, la Cina ha visto crescere la sua quota di PIL mondiale dal 3% a circa il 18%, affermandosi come colosso economico globale. Nello stesso periodo, l’Unione Europea è scesa da oltre il 20% a poco più del 13%, segnando un declino costante, che ora sembra avvitarsi. Mentre Pechino accumulava forza produttiva e influenza, Bruxelles si incaprettava in austerità, vincoli autolesionisti e subordinazione geopolitica. Una dinamica che ha ribaltato i rapporti di forza a livello planetario. La trinità europoide va lì con il sussiego di uno squadrone invincibile da Champions League ma con le gambe di una squadretta di pulcini. Un boomerang diplomatico, un’ennesima prova di irrilevanza.
Il Qatar, terzo fornitore di GNL per l’Europa, avvisa: con le vostre direttive green demenziali e le minacce di multe miliardarie, il gas ve lo potete sognare. I contratti si onoreranno (per ora), ma niente di più. I barili vanno in Asia, dove non governano fanatici climatici con manie coloniali. L’UE, già orfana della Russia, si prepara a restare al freddo. Ah, ma ci sono i cari amici di Oltreoceano, no?
Il “vertice” in Scozia tra von der Leyen e Trump è la scena madre. Dazi del 15% dagli USA sui prodotti UE, 50% su acciaio e alluminio. In cambio, l’UE spalanca i mercati, si inchina al GNL americano, promette 750 miliardi di dollari in energia USA, altri 600 miliardi in investimenti… e compra enormi quantità di armi americane. Non è un accordo: è una resa incondizionata. È l’equivalente di una capitolazione di un paese che sia stato raso al suolo dopo una guerra mondiale.
Trump ride in faccia ai giornalisti europei. E ha ragione. L’UE si è autodistrutta per “affrancarsi” dalla Russia e si è legata mani e piedi a un impero che la considera un bancomat bellico e un commerciante fiaccato dall’usura su cui infierire con il pizzo
Questa Unione serve a una sola cosa: schiacciare i popoli europei. Censura con il Digital Services Act. Impone tassazioni speciali per “salvare l’Ucraina”. Costringe imprese e famiglie a pagare energia a prezzi folli. Distrugge il tessuto industriale con regolamenti green che piacciono solo a BlackRock, intanto che punta tutto sul diesel dei carri armati. Ma davanti a USA, Cina e Qatar… si inginocchia nel modo più degradante.
Il progetto UE è ormai una caricatura distopica della democrazia, come un GPS impazzito che ti guida dritto contro un muro, ma pretende pure di multarti se non segui il percorso.
Tre nomi, una disfatta. Von der Leyen, la pasionaria del complesso militare-industriale USA. Costa, il mediatore opaco di una tecnocrazia senz’anima. Kallas, il ventilatore automatico di russofobia baltica. Tre personaggi che incarnano non il futuro dell’Europa, ma la sua agonia geopolitica.
Carlo Calenda e persino il PD oggi si stracciano le vesti per l’accordo capestro firmato da Ursula von der Leyen con Trump. Ben svegliati. Voi eravate alla piazza dei “serrapiattisti”, il 15 marzo scorso, per glorificare esattamente questa Europa, mentre noi lo stesso giorno eravamo in un’altra piazza a combattere questa Europa e a prevedere razionalmente come sarebbe andata a finire. Voi avete puntato su Ursula Guerrafonderleyen. Voi siete gli stessi che invocano l’escalation militare contro la Russia e chiedono più armi, più sanzioni, più sottomissione alla NATO. Fingete di ignorare che questa strategia ha un prezzo altissimo: deindustrializzazione, dipendenza energetica e sudditanza commerciale verso gli USA. In realtà, non si può avere tutto: chi semina guerra raccoglie vassallaggio. Volete la botte piena e l’Europa a stelle e strisce. Non si può, e le vostre bolle di contraddizioni scoppiano.
Altro che rilancio. L’UE è il Titanic che affonda trascinando giù tutti. Serve un’uscita intelligente, ordinata e strategica, che restituisca alle nazioni europee sovranità popolare, libertà economica, monetaria, energetica.
La direzione? Non è Washington. È il mondo dei BRICS+, che cresce, commercia, costruisce alternative e non ti impone di rinnegare la tua sovranità. Il futuro è multipolare. Ma per entrare, dobbiamo uscire.
Uscire da questa UE. Prima che ci affondi del tutto.
Pino Cabras
"Mi piace"Piace a 2 people