
(di Alessandro Robecchi – ilfattoquotidiano.it) – L’Europa si porta avanti col lavoro. L’anno prossimo, infatti, sarà il sessantesimo anniversario del famoso sketch di Totò (Studio Uno, 1966), quello in cui un energumeno lo prende a schiaffi chiamandolo Pasquale e lui si prende gli schiaffi ridendo molto e senza reagire perché, insomma, “Io mica so’ Pasquale”. Quello che sta facendo l’Unione europea davanti a un energumeno che la prende a schiaffi è più o meno la stessa cosa, e quindi noi che siamo fiduciosi europeisti, consideriamo l’attuale politica europea come un omaggio al grande principe Antonio De Curtis: “E che, siamo Pasquale, noi?”.
Riassumendo solo un annetto di sberle a mano aperta, e a grandi linee, l’Unione europea reagisce agli schiaffoni di Trump recapitandogli immensi regali, piuttosto costosi. Prima ha accettato di portare le spese per armamenti al tre per cento del Pil, con una grazia e una velocità tale che quello ha subito rilanciato al cinque per cento, e l’Europa ha detto di nuovo sì. Non avendo la capacità produttiva per fabbricare tanti cannoni, li compreremo quasi tutti dagli Stati Uniti, il che significa, in soldoni (letteralmente), che l’Unione europea ha firmato per trasferire due-tre punti di Pil nelle casse americane. Niente male. Niente male nemmeno che paesi come l’Italia finiranno a spendere più per le armi che per l’istruzione: 5 per cento per le armi, 4,1 per l’istruzione, la cui media europea è del 4,7, quindi siamo già indietro e arretreremo ancora di più. Che ce ne frega a noi, mica siamo Pasquale.
Poi si trattava di mettere una tassa sulle Big Tech, detta anche “digital tax”, che era un modo per far pagare le tasse alle grandi imprese tecnologiche, quasi tutte americane. Ma proprio nel timore di altri schiaffoni, ecco che per magia la tassa è scomparsa. Peggio: la tassa resta ma ne sono esentate proprio le imprese americane, sennò Trump ci mette di dazi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le Big Tech americane non pagheranno la tassa (grazie! prego!) e i dazi arriveranno lo stesso. Ci vuole del genio.
Ora, mentre fa i conti di quanto le costerà una sudditanza di oltre tre quarti di secolo nei confronti degli Stati uniti, l’Europa si divide. Di qua quelli che vorrebbero resistere (tipo la Francia), e di là quelli che pensano che stare inginocchiati è un po’ scomodo e si potrebbe direttamente sdraiarsi e farsi calpestare (tipo Meloni e il tedesco Merz), cioè prendersi gli schiaffoni e stare zitti e buoni per timore di altri schiaffoni. Che in questa posizione ci sia una che si definisce “sovranista” aggiunge sapore allo sketch: vuoi mettere prendere sberle a raffica dicendo che difendi la nazzzione e che sei l’amica speciale di quello che te li dà? Intanto, mentre le imprese europee soffriranno per i dazi, licenzieranno, aumenteranno i prezzi diminuendo il potere d’acquisto, il relativo benessere e le difese sociali dei cittadini europei, la signora von der Leyen e la sua zoppicante maggioranza si affannano a trovare 800 miliardi per comprare armi (che compreranno da quello che ci prende a schiaffoni).
Vabbè, dai, mica siamo Pasquale, noi.
Mentre succede tutto questo, un genocidio si consuma sotto gli occhi di tutti, con il deliberato assassinio quotidiano di donne, bambini e detenuti affamati nel campo di sterminio di Gaza a cura del miglior amico di Trump, il criminale Netanyahu, ricercato dalla Corte dell’Aia, a cui l’Italia permette impunemente il sorvolo del territorio nazionale. Niente male quest’Europa, eh? Quasi quasi era meglio Pasquale, più dignitoso.
ALESSANDRO VOLPI E LA RETORICA DEL BALCONE
Giorgia: “Per me l’obiettivo è rafforzare l’Occidente nel suo complesso e le nostre economie, tutti gli altri scenari sarebbero insensati nell’attuale contesto”.
Con questa roboante dichiarazione la presidente del Consiglio ha risposto a chi le chiedeva cosa intenda fare l’Italia di fronte ai dazi Usa, è una vera professione di fede ideologica e di appartenenza identitaria nei confronti di un’idea che non sembra davvero più esistere.
Forse Meloni non ha letto con attenzione la lettera di Trump che, in piena coerenza con il suo antieuropeismo viscerale, usa toni durissimi verso il Vecchio Continente: l’Europa deve pagare gli Stati Uniti, deve accettare il trasferimento delle sue aziende in terra americana e deve rimuovere ogni vincolo, di qualsiasi genere, non solo doganale, ma anche ambientale, igienico e sanitario alle merci e ai servizi americani, nei confronti dei quali non è accettabile alcuna tassazione.
In pratica Trump non ha alcuna visione dell’Occidente, ma afferma solo il primato degli Stati Uniti; del resto, da tempo gli europei hanno finanziato supinamente gli Stati Uniti accettando che quasi il 60% dei propri risparmi sia trasferito nelle Borse e nel debito a stelle e strisce.
Secondo Trump, in questo in linea con le presidenze democratiche, gli europei devono comprare il gas naturale americano, non devono neppure provare a costruire una propria indipendenza nel settore dell’innovazione tecnologica e dell’intelligenza artificiale, devono affidare i propri dati alle piattaforme Usa e devono pagare il riarmo della Nato comprando armi rigorosamente americane.
Dunque, dov’è l’Occidente di cui parla Giorgia Meloni? Forse nella pervicace opposizione ai Brics e ad altre aree del mondo, a cominciare dall’Africa, dove si immagina una nuova colonizzazione con l’imbarazzante Piano Mattei?
Proprio nel momento in cui la nozione di Occidente – si potrebbe dire, per molti versi, fortunatamente – non esiste più, dissolta dall’egoismo e dalla crisi degli Stati Uniti, frantumata da una dimensione europea ridotta a tante piccole patrie autorferenti, condite dal velleitarismo dei “volonterosi” Starmer, Macron e dalla voglia di potenza della Germania di Merz, Giorgia Meloni la invoca come ancora di salvezza, peraltro mettendo in confusione molti dei suoi originari seguaci sovranisti.
Sono sempre più convinto che la gravità della situazione necessiterebbe di una serietà ben diversa e non di battute suicide. Una lettura della realtà magari anche attraverso lenti culturali; questo servirebbe, davvero.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Questi che ci comandano a livello nazionale e internazionale sono il limo del limo, la feccia della feccia, i distruttori del fondo del pozzo e del pozzo stesso, la parte più ignorante dell’ignoranza, la parte peggio della delinquenza. Il non plus ultra del peggio. Non sono nemmeno subumani o bestiali, sono peggio.
Ormai, di fronte a QUESTI, c’è un mantra che mi ripeto ogni giorno per sopravvivere: “RESISTI! SONO DI PASSAGGIO! SONO DI PASSAGGIO!” Con tutte le forze del mio cuore.
Purtroppo non ha ancora funzionato.
E purtroppo sono di passaggio pure io.
"Mi piace"Piace a 6 people
Siamo all’evoluzione/involuzione della “Frontiera”, del “destino manifesto”… dello squallore materialista che vince sulla spiritualità.
Ogni volta che vedo questo film piango per ore.
Il senso di perdita è insostenibile.
Ora assomiglia troppo alla realtà quotidiana.
"Mi piace"Piace a 2 people
La Meloni sibtiene cara cara la sua poltrona di PdC, in piena sintonia con Biden,Trump o chi verrà dopo e, nel contempo, lascia credere ad Ursula di essere europeista e agli italioti di essere nazionalista. Nessuno saprebbe fare meglio di lei il triplo salto Carpiano con avvitamento a destra.
"Mi piace"Piace a 2 people
L’ homo patria et Deus o la donna assimilabile , ragiona in questi termini : io mi identifico con la mia casa famiglia , che è la migliore di tutte ed ha ragione a prescindere , quindi con la mia città, con la mia regione , con la mia nazione etc…Meloni è un sovranista dell’ occidente allargato ma non esclude che in futuro comprenderà tutto il globo terraqueo ( per usare una sua terminologia ad effetto).In realtà è una femminuccia sulla cui testa ha defecato un’ uccello grosso come uno struzzo che dalle mie parti porta bene , ma qui si è superato ogni limite .
"Mi piace"Piace a 2 people
Totò pigliava schiaffi e diceva mica so vabbè, dai, mica siamo Pasquale, noi.
"Mi piace""Mi piace"
Pasquale beccate sto schiaffo…Totò pigliava schiaffi e diceva mica so Pasquale io…vabbè, dai, mica siamo Pasquale, noi.
"Mi piace""Mi piace"