La sentenza potrebbe arrivare nel pomeriggio, sei anni dopo i fatti nella residenza estiva del fondatore del M5S. La Procura chiede 9 anni per ciascuno dei 4 imputati per violenza sessuale

Ciro Grillo entra nel tribunale di Tempio Pausania con l'avvocato Andrea Vernazza

(TOMMASO FREGATTI – lastampa.it) – INVIATO A TEMPIO PAUSANIA. Oggi potrebbe essere il giorno della sentenza. A sei anni dai fatti, infatti, il processo di primo grado a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e dei suoi tre amici genovesi (Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia) è virtualmente terminato e si attende ora il verdetto dei giudici.

Il condizionale è d’obbligo, però. Perché, se il pm Gregorio Capasso dovesse decidere di replicare alle discussioni degli avvocati degli imputati scatterà un nuovo rinvio. Non ci sarà tempo, in quel caso, con la sola udienza di oggi in calendario, di sentire di nuovo tutte le parti: il collegio presieduto da Marco Contu (giudici a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu) rinvierà la sentenza ad inizio settembre.

Questa mattina l’udienza sarà aperta dall’avvocato del foro di Sassari, Mariano Mameli che chiuderà le discussioni della difesa. Poi sulla base della decisione del pm di replicare o meno si calendarizzerà la data del verdetto. Che, senza repliche, potrebbe arrivare già nel pomeriggio. Ma, dopo cinque udienze tra requisitoria e discussioni, è anche il tempo di fare una sorta di bilancio ed evidenziare quelli che sono i tre punti a favore dell’accusa e i tre della difesa. Il tutto in un verdetto che si annuncia combattuto e su cui pesa la richiesta di nove anni di condanna per tutti e quattro gli imputati fatta dal pm Capasso.

I capisaldi dell’accusa sono essenzialmente tre. E partono proprio dalla testimonianza della vittima. Silvia (nome di fantasia della studentessa lombarda di 20 anni che accusa i ragazzi) ha deposto per sei udienze e risposto a più di 1500 domande degli avvocati e del pm senza quasi mai cadere in contraddizione. Nei processi per violenza sessuale una testimonianza lineare e precisa della vittima è uno degli elementi chiave per arrivare a condanna. Gli avvocati della difesa, invece, in queste ultime udienze hanno replicato alle solide dichiarazioni di Silvia cercando di mettere in risalto il disagio psicofisico di questa ragazza.

Il secondo aspetto a favore del pm Capasso riguarda il “beverone” che la studentessa ha bevuto (o è stata costretta a bere con la forza secondo l’accusa) a casa Grillo prima della violenza sessuale di gruppo. Come ha anche evidenziato l’avvocato Bongiorno questo mix di superalcolico (vodka) e lemon ha alterato lo stato psicofisico della giovane studentessa che, a quel punto, non è più riuscita ad opporsi al rapporto sessuale di gruppo andando completamente in blackout. Per l’accusa in quella bevanda – anche se non è mai stato possibile dimostrarlo – c’era anche della sostanza stupefacente. Il terzo punto che potrebbe portare alla condanna dei quattro giovani genovesi sono gli approcci tentati quella stessa sera che, per il pm, dimostrano il chiaro intento sessuale di Ciro e i suoi amici. Secondo il magistrato già prima di andare a casa o durante il tragitto in auto dalla discoteca Billionaire, Ciro e i suoi amici hanno cercato di baciare o di chiedere un rapporto sessuale a Silvia e la sua amica.

Ma quali sono invece i tre punti che potrebbero portare all’assoluzione degli imputati? Il primo è la location dove è avvenuto il presunto stupro. L’appartamento di Cala di Volpe è inserito un contesto molto riservato situato all’interno del campo da golf Pevero, tra i più frequentati della Costa Smeralda. La stessa mattina della presunta violenza sul campo adiacente l’abitazione dei ragazzi c’erano decine di golfisti impegnati nel consueto giro. Nessuno ha sentito nulla. Ma non solo. Dagli accertamenti dei carabinieri è emerso che le pareti sono così sottili che tra le varie abitazioni vicine si “sente quando si apre o si chiude un frigorifero”. Il secondo aspetto a favore degli imputati è il ruolo dell’amica di Silvia. Quella stessa ragazza a cui Ciro, Vittorio ed Edoardo hanno scattato fotografie hard mentre dormiva sul divano di casa Grillo. La giovane non ha sentito nulla o non si è accorta della violenza avvenuta a pochi metri da lei. Ma non solo. La giovane non è neppure intervenuta quando Silvia dice di averle chiesto aiuto. Per i legali dei quattro ragazzi non ha creduto alla circostanza dello stupro. Ultimo aspetto determinante per la difesa è il video del rapporto sessuale di gruppo. Gli imputati hanno girato tre video per la durata totale di circa una quarantina di secondi. Per la difesa questi filmati sono la prova che la ragazza non ha mai negato il consenso al rapporto sessuale.