Senatrice, presidente della Commissione Giustizia dove prende forma la riforma del governo, legale dei ministri e molto altro ancora. Così si è specializzata nel districarsi tra libera professione e ruoli istituzionali

(Giovanni Tizian – editorialedomani.it) – Come si fa a non ammirare l’avvocata, senatrice, presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno.
L’ammirazione, poi, si mescola all’invidia: esiste forse qualcuno sul pianeta che non desidera trovare la forza e l’energia per saltare da una parte all’altra del Paese per ricoprire due, tre, quattro ruoli contemporaneamente? C’è chi prova con soluzioni a portata di mano, in farmacia, con gli integratori. Ma spesso servono a poco, e certamente non trasformano il comune mortale nella stacanovista Bongiorno, onnipresente quando si tratta di difendere membri del governo di cui peraltro fa parte.
L’avvocata (anche se lei preferisce il maschile “avvocato”) è spesso in Senato. Del resto la sorte (e il partito) le ha assegnato un ruolo di prestigio: è presidente della commissione della materia che meglio conosce, la Giustizia, il luogo in cui sta maturando la riforma più importante, sicuramente la madre di tutte le battaglie, del governo Meloni. Bongiorno, tuttavia, è anche tanto in giro. Consuma ancora la toga nelle aule di tribunale in processi affatto di secondo piano, anzi: è lì a Olbia, in Sardegna, a combattere per la ragazza abusata da Ciro Grillo, figlio di Beppe nonché a lungo capo dell’opposizione grillina.
Dalla Costa Smeralda eccola a Palermo: la ricordiamo nella sfida ai pm siciliani che accusavano Matteo Salvini di sequestro di persona. Una vittoria portata a casa con la tesi “allora processateci tutti”, nel senso che non sarebbe mai esistita una linea Salvini. Piuttosto si trattava di una dottrina governativa contenuta nel decreto sicurezza dell’esecutivo gialloverde. Dunque a Palermo, è la tesi dell’avvocata, i pm stavano conducendo un processo politico contro il governo, di cui lei faceva parte nel 2018 da ministra della Pubblica amministrazione in quota Lega, il suo partito fondato dal suo assistito. Sono lontani i tempi in cui arringava nel processo Andreotti, Bongiorno ora si è specializzata nel districarsi tra libera professione e ruoli istituzionali. Mica facile. La pratica richiede attenzione, cadere sul codice deontologico del conflitto di interessi non è impossibile, ma neppure realistico perché gli ordini sono molto garantisti con gli iscritti, come dimostrano alcune decisioni dei consigli disciplinari.
Bongiorno, quindi, può lavorare serenamente tra la commissione giustizia e lo studio Bongiorno. Peraltro può farlo anche con comodità: la sede degli affari privati è a pochi passi dal Senato, dove lavora senza sosta alla riforma della separazione delle carriere. «Unico obiettivo è l’indipendenza e terzietà dei giudici», ha detto in un’intervista. C’è da chiedersi se l’ultimo incarico ricevuto per difendere Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Alfredo Mantovano e Matteo Piantedosi non vada in senso contrario all’indipendenza e all’imparzialità, che restano principi cardine anche dell’attività forense.
Di certo per lei nessuno invocherà la separazione delle carriere, tra studio legale e politica. E di certo le toccherà studiare gli atti del tribunale dei ministri per difendere il suo governo. Perché lei non ama delegare: «Sono la donna degli eccessi. Ho adottato la regola del cinque. Vede quelle carte? Bisogna leggerle cinque volte. La prima volta rapidamente, la seconda con attenzione, la terza sottolineando con colori diversi, la quarta attaccando i post-it, la quinta volta si può dire di conoscerle se un attimo prima di leggere il rigo già lo si sa a memoria».
Ora non sappiamo quanto tempo le ruberà il caso Almasri, ma se dovrà rileggere il fascicolo così tante volte, è facile immaginare che porterà il lavoro anche in Senato. Il suo tasso di presenza in aula parlamentare è alto, non è per nulla assenteista come il suo collega di partito Antonio Angelucci, il milionario più ricco del parlamento. Solo un dato contabile li accomuna: se il ras della sanità privata ha dichiarato 4,3 milioni di euro nel 2024, l’avvocata del governo arriva a 2,5 milioni. In pratica lo stipendio da senatrice è briciole rispetto ai profitti che continua a incassare dall’attività professionale. Senza dimenticare il ruolo di consigliera nella fondazione Angelini, il colosso farmaceutico, e le 3mila azioni della Juventus, dal cui cda si è dimessa dopo la nomina a ministra nel governo Conte-Salvini.
Quando il cognome conta ma non è quello giusto, buongiorno!
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Buongiorno ar ca….
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Questa rappresenta l’avvocato difensore delle cazzate fatte dal governo.
Comunque sempre contro le opposizioni.
L’assurdo,anche se avrà ragione, difendere la vittiva di Ciro…. solo perchè è un camuffamento contro il M5s!
Mi ricorda tanto l’ onortevole Ghedini, pagato con i soldi dei cittadini, che difendeva un delinquente.
Eppure esiste l’avvocartura di stato!
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Non vedo l’ora di vedere come andrà a finire il processo a Ciro, se gli daranno 9 anni o se invece lo proscioglieranno dall’infamante accusa a dispetto del cognome che NON SENPRE te la fa fare franca. Ovviamente questo processo andrà per le lunghissime, come la guerra in ucraina più dura più conviene a qualcuno.
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Lunedi ci sarà la sentenza,se non verrà condannato ,allora si ripresenterà in TV l’elevato per far fuori Conte,se invece verrà condannato , il pianto disperato del padre incazzato perchè Draghi non ha mantenuto le promesse(mia opinione non ancora documentata),ma qualcosa verrà fuori!
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Chiedo scusa ai naviganti di infosannio per gli errori di digitazione: ho problem,i di vista e fra giorni andrò dall’oculista,a pagamento,perchè,come al solito non c’è opportunità ne SSN,per verificare la situazione dei miei occhi .,spero di poter risolvere il problema.
Un caro saluto a tutti rinovvando le mie scuse.
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In bocca al lupo N&T!
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grazie raga…
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Non ti curar della grammatica ma guarda e passa! Anch’io ho un occhio che ancora zoppica dopo l’operazione subita (cataratta + pucker maculare). Ma, come vedi, coi tasti me la cavo ancora. Cerchiamo di resistere, almeno fino alle elezioni, cioè per sempre. Anche se, senza occhi, sono convinto di beccare lo stesso il simbolo preferito. Auguri! Anche se hai gli occhi della mente perfettamente funzionanti.
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Ecco l’ ennesima donna ! Ec femina , verrebbe da dire .La distribuzione delle responsabilità tra sessi comporta questa riconversione : ai Previti e Taormina succedono le Bongiorno ma i risultati non cambiano .
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