Il rapporto della Future proof Society con il think tank Tortuga: allarme per le generazioni più giovani. Il nodo successioni

(Chiara Saraceno – lastampa.it) – L’Italia è uno dei Paesi sviluppati e democratici in cui la famiglia in cui si nasce pesa di più sulle opportunità di vita e viceversa la mobilità sociale è ridotta. Lo aveva già segnalato qualche anno fa, dopo la crisi del 2008 e prima di quella del Covid 19, uno studio Ocse, utilizzando non solo la nota metafora dell’ascensore sociale rotto, ma anche quella di “pavimenti e soffitti appiccicaticci”, per indicare che l’origine di nascita è altamente predittiva di dove ci si troverà da grandi nella stratificazione sociale ed economica.
Un fenomeno presente i altri Paesi, ma che in Italia appariva particolarmente forte. Lo conferma, in modo ulteriormente accentuato, una recentissima ricerca della Future proof Society insieme al think tank Tortuga (La pesante eredità: ricchezza e (im)mobilità sociale tra le generazioni in Italia). Il rafforzamento della riproduzione intergenerazionale della disuguaglianza è la conseguenza di un sistema educativo e di istruzione che non riesce sempre a compensare adeguatamente le diseguaglianze nelle risorse materiali e culturali in cui crescono le nuove generazioni (si vedano a questo proposito anche gli ultimi dati delle prove Invalsi presentati ieri), di un mercato del lavoro in cui crescono i lavori poveri e i salari sono stagnanti, di una distribuzione della ricchezza sempre più sbilanciata: il 10% più ricco della popolazione detiene il 60% della ricchezza nazionale, mentre la metà più povera possiede appena il 7,4%. Negli ultimi dieci anni, questa disparità si è ulteriormente accentuata: la quota dal 10% più benestante è aumentata di 7 punti percentuali, a un ritmo doppio rispetto alla media europea, nonostante il valore assoluto dei patrimoni sia cresciuto meno che in altri paesi: una dimostrazione, secondo i ricercatori, del fatto che in Italia la crescita non solo è molto ridotta, ma fortemente sbilanciata.

Riprendendo dati della Banca d’Italia, lo studio segnala inoltre che la ricchezza è detenuta in misura maggiore di un tempo dagli over cinquantenni (75%, di cui il 40% pensionati). Le generazioni oggi tra i 20 e i quarant’anni circa , Millennials e Generazione Z, non solo, come è naturale visto che hanno meno anni di potenziale accumulazione alle spalle, dispongono di una quota molto più piccola della ricchezza complessiva, ma anche di livelli di patrimonio nettamente inferiori (circa il 50% in meno) rispetto alle generazioni precedenti, Generazione X e Baby Boomer, alla stessa età. Stagnazione salariale, aumento del costo dell’abitazione, privatizzazione strisciante di alcuni beni pubblici, a partire dalla sanità, più che una maggiore predisposizione al consumismo hanno ridotto la capacità di formarsi un patrimonio tra le generazioni più giovani, nonostante l’aumento, per quanto ancora troppo ridotto, dell’occupazione femminile che in molte famiglie consente un doppio reddito. Insieme alla stagnazione salariale e del mercato del lavoro, questo divario inter-generazionale nella dotazione patrimoniale accentua, appunto, il peso cruciale dell’origine familiare sulle chances di vita, anche oltre il raggiungimento dell’età adulta: sul poter comprarsi casa, cambiare lavoro per scelta e non perché lo si è perso, fare esperienze all’estero o farle fare ai propri figli, delegare ad altri parte del lavoro di cura (inclusa la cura degli anziani fragili) o dovervi fare fronte da sole.
Il paradosso di queste disuguaglianze intergenerazionali nella disponibilità di ricchezza è che le attualmente svantaggiate generazioni più giovani sono le potenziali eredi della ricchezza ora concentrata nelle mani di (una parte) della generazione anziana. È un fenomeno messo in luce qualche mese fa anche dall’Economist relativamente al Regno Unito (un altro paese caratterizzato da grande concentrazione di ricchezza). La ricerca citata stima che nei prossimi venti anni l’Italia affronterà uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza della storia, con oltre 6.400 miliardi di euro. Se nulla verrà cambiato nell’attuale sistema fiscale relativo ai passaggi ereditari, ciò comporterà un’ulteriore accentuazione delle diseguaglianze, perché, stante la concentrazione della ricchezza da un lato e la situazione demografica che vedrà poche figlie/i e nipoti ereditare grandi ricchezze, con scarsi, o nulli, effetti sulla crescita economica e sociale del paese, per creare benessere comune, stante l’esiguità delle imposte sull’eredità. I ricercatori suggeriscono invece di utilizzare questo passaggio per investire in un miglioramento del sistema, riducendo le diseguaglianze e creando un contesto favorevole ad uno sviluppo equo e sostenibile. A questo scopo propongono di rivedere l’imposta di successione, aumentandola per i grandi patrimoni (sopra un milione di euro), allineandola alla normativa di paesi come Francia, Germania o Regno Unito. Oltre a contribuire a mettere ogni nuova generazione in condizioni di maggiore parità, come auspicava già Einaudi, il maggior gettito riequilibrerebbe parzialmente lo sbilanciamento attuale tra tassazione del reddito da lavoro e tassazione della ricchezza, consentendo di alleggerire la prima. La proposta non è nuova, sembra molto ragionevole, persino limitativa (un milione di euro è una soglia molto alta). Ma proprio per questo temo che, come altre simili, troverà più opposizioni che consensi.
“.. l’origine di nascita è altamente predittiva di dove ci si troverà da grandi nella stratificazione sociale ed economica.”
Infatti, a titolo puramente di esempio dico sempre: “Quando il senatore Monti iniziò il suo percorso di studi in Bocconi, mio padre emigrava in Belgio per andare a lavorare in miniera.”
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“il 10% più ricco della popolazione detiene il 60% della ricchezza nazionale“
“la ricchezza è detenuta in misura maggiore di un tempo dagli over cinquantenni“
Non capisco tutte le rotture di cgln per tutelare le minoranze quando appare evidente che se la passano alla grande.
La politica di vecchio segno ha sempre tutelato i diritti di queste minoranze; magari adesso è arrivato il momento di dedicare qualche attenzione alla maggioranza degli italiani: una popolazione stremata, discriminata, spremuta e impoverita perché sottopagata.
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Viva il compagno Elkann e il suo giornale che ci indica la via per la rivoluzione ✊🤣🤣
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Una rilevazione ormai superata …perchè non parlare dei redditi del 2024?
Perchè il fenomeno è in aumento… chi prende meno paga di più!
Fate i conti dei redditi del 2024 e bve ne ACCORGERETE,
Io l’ho fatto con il 730…. è una vergogna ..,,,ricevuti 2000€ in più , pagati 200€ in più di tasse!
Quindi rispetto al 2023 e 2024 le tasse per me non sono diminuite…. eppure esiste la Tassa Piatta…per altri contribuenti…quelli che votano la nana.
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Quelli che votano a dx sono buona parte di quel 10% che possiede il 60% della ricchezza nazionale. Quel 10% andrà a votare sempre, anche con la febbre a 40, perché vota con il portafogli ma, visto che la metà degli aventi diritto non va a votare, quel 10 vale il 20%. Quelli che invece avrebbero interesse almeno a tentare di cambiare le cose rimangono a casa a lamentarsi sui social che “sonotuttiuguali”.
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molto reale quello che stai dicendo.
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Mah…, può anche essere come dici ma io non sono così sicuro che quel 10% sia tutto o prevalentemente di dx. Io sono per il fifty-fifty con la sx che magari lo ostenta un po meno, ma sta altrettanto bene.
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@MarcoBo buona parte, infatti, non tutti e neppure la maggioranza. Direi che il 50% sono già “buona parte”…
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