Il leader dei 5 Stelle: «In autunno a Roma una convention con i movimenti che hanno manifestato con noi all’Aja»

(Alessandro De Angelis – lastampa.it) – ROMA. Giuseppe Conte, leader dell’M5s, appena inizia questa conversazione ci stoppa, come se si volesse liberare del famoso rospo: «Io non ci sto a essere definito antimilitarista. Ricordo che anche io al governo ho aumentato le spese militari dall’1,2 all’1,4%. Ma per un miliardo e poco più di aumento di spesa militare abbiamo stanziato 12 miliardi per la sanità e 8,5 per la scuola. Non escludo che si possa parlare di eventuali aumenti in difesa. Ma considero inaccettabile il “come”, ovvero senza un progetto strategico e con impegni assolutamente insostenibili rispetto alle priorità degli italiani».
Concretamente, cosa avrebbe fatto al posto di Giorgia Meloni?
«Avrei tirato fuori il carattere e mi sarei battuto con orgoglio. Se si va solo a dire “signor sì” non si fa un negoziato. Si firma una resa. Siamo sull’orlo del disordine globale e l’unica proposta che passa è l’aumento della spesa in armi, senza definire prima obiettivi, vincoli, modalità. Solo per accontentare Trump come ha ammesso Mark Rutte nel suo imbarazzante messaggio».
Anche Pedro Sanchez, diventato l’idolo della sinistra, però alla fine ha firmato…
«Ma il punto è proprio questo: come si fa un negoziato. Non bisogna farsi ritrovare isolati ma costruire un fronte contrapposto. Trump, legittimamente, fa gli interessi del suo Paese. Ma sposando la sua stessa logica io avrei lealmente contrapposto ai suoi gli interessi dell’Italia e degli altri Paesi che queste spese non se le possono permettere. Mica siamo la Germania che ha una capacità fiscale pazzesca, un welfare solido e stipendi base molto più alti dei nostri. Lei sa a quanto ammonta il salario minimo in Germania?».
Quasi 13 euro e aumenterà a 15 nel 2027.
«Esatto, questo significa che gli stipendi più bassi in Germania si aggirano intorno a 1.800 euro al mese. Noi invece abbiamo i salari tra i più bassi d’Europa e abbiamo 5,7 milioni di persone in povertà assoluta. In questo quadro è assurdo sottoscrivere impegni di spesa aggiuntiva in armi per 445 miliardi con la Nato e 800 miliardi per il riarmo europeo».
Le giro l’obiezione di Lorenzo Guerini: “Contrapporre Welfare a sicurezza è un gioco demagogico. Per la difesa spendiamo il 3,5 del bilancio.”.
«La contrapposizione Welfare-sicurezza è nei fatti. Dove li prendiamo i soldi? O affami gli italiani oppure non rispetti gli impegni sottoscritti, confermando il luogo comune della solita Italietta inaffidabile. Le firme di Meloni, dal patto di stabilità al piano di riarmo, all’aumento al 5% in sede Nato, sono un irresponsabile tradimento dell’interesse nazionale. Senza neppure un voto democratico. O se lei preferisce: bieco populismo».
Senza offesa, lei sa bene cosa sia il populismo.
«Le cito Papa Leone: “Coi soldi che finiscono nelle tasche dei mercanti di morte si potrebbero costruire ospedali e scuole. E invece si distruggono quelli già costruiti”. E ancora: “Non si possono tradire i desideri di pace dei popoli con la propaganda del riarmo”. È un populista?».
Mi dica, oltre ai no, come potenzierebbe la sicurezza se fosse al governo.
«Buttare soldi in armi illudendo i nostri cittadini che avranno più sicurezza è la dimostrazione del declino europeo. L’unica scelta politica che ha senso è accelerare sulla difesa europea. Solo così avremmo razionalizzazione di spesa ed eviteremmo costi aggiuntivi facendo un salto sul piano politico. E solo così l’Europa potrebbe recuperare terreno sul piano della perduta leadership».
Giusto, ma campa cavallo. Dice sempre Guerini: il piano Ursula è un primo passo, perfettibile, ma necessario in quella direzione.
«Eh no, se il primo passo è sbagliato, la direzione diventa sbagliata. Se ci fosse una classe dirigente seria a livello europeo, coglierebbe l’occasione per fare uno scatto in direzione di una maggiore autonomia, anziché rimanere succubi delle pretese unilateralmente dettate da Washington».
E di qui a quando si farà la difesa europea rimaniamo così?
«Va fermata questa folle corsa al riarmo che ci vincola a un’economia di guerra anche in futuro. A tal fine, con le forze che si sono riunite all’Aja la scorsa settimana, lanceremo una Iniziativa dei cittadini europei (ICE) per raccogliere un milione di firme e vincolare la Commissione europea a preservare il modello sociale europeo e a rivedere la corsa al riarmo. E in autunno qui a Roma daremo vita a una grande convention per rafforzare la rete dei partiti e dei movimenti che condividono questa alternativa».
Prima fa l’europeista, poi parla di iniziative con forze dichiaratamente anti-europee. Qualcuna, anche un po’ filo russa.
«Non c’erano forze anti-europee. Abbiamo costituito l’embrione di un ampio movimento politico progressista europeo che vuole dare una sveglia alla Von der Leyen che dal Welfare ci sta portando al Warfare e ha cancellato il Green Deal originario per abbracciare una visione panbellicista».
Insisto, alcune forze sono filo-russe.
«Non ammetto ambiguità. Il documento finale che abbiamo firmato a L’Aja contiene una chiara condanna dell’aggressione della Russia all’Ucraina».
Però non vuole mandare le armi a Kiev. E intanto Putin è una minaccia a Est, fa azioni militari in Africa e la guerra ibrida in Occidente.
«Con un serio progetto di difesa comune europeo potremmo valorizzare la nostra autonomia strategica e puntare sulla nostra capacità di dialogo. O ci rassegnamo davvero a un destino di addestramento militare e leva obbligatoria per i nostri figli?».
Sta cambiando atteggiamento verso il trumpismo? Riconosce che l’unilateralismo brutale è un problema.
«Non ho esitato a dire che il suo attacco all’Iran è stato un errore storico e ho sempre detto che ha un approccio molto poco tradizionale: negozia duramente per tutelare i propri interessi nazionali come sui dazi. E adesso porta a casa anche la revisione della minimum tax per le multinazionali americane. Sono gli altri che dovrebbero opporre una pari capacità negoziale, minacciando tutti insieme anche adeguate contromisure, invece di andare in ordine sparso».
Che giudizio dà di come Trump declina la sicurezza all’interno? Su Guantanamo è stato tiepido.
«Sta offrendo esibizioni molto muscolari. Io ho un approccio molto diverso: parto dal rispetto dei diritti fondamentali delle persone, ma non trascuro il bisogno reale di sicurezza dei cittadini che non vivono nei tranquilli quartieri residenziali e hanno il problema della delinquenza diffusa».
Sulla politica estera vi siete frantumati in tre mozioni, altro che alternativa.
«Partiamo dalla costruzione di un solido progetto di difesa europea. Se puntiamo su questo dovremo tutti convenire che buttare soldi nel riarmo per consentire alla Germania, che per anni ci ha imposto l’austerità, di riarmarsi e di disgregare l’Europa, non è una politica progressista».
Elly Schlein la pensa come lei, ma ha il problema del suo partito?
«Registro voci difformi all’interno del Pd, ma l’importante è lavorare per una sintesi politica e costruire una solida e coerente alternativa al bellicismo succube dei sovranisti della domenica che sono al governo e che al totem degli arsenali pieni sacrificano investimenti in ospedali, scuole, capitale umano».
Ma se Meloni cambia la legge elettorale, come si sceglie il candidato premier?
«Ci penseremo quando sarà il momento, ora se ne parla solo per riempire le pagine dei giornali».
Ce l’hanno il piano, sol però, peccato/
che questo piano un piano sia inclinato,/
ed è l’inclinazione sua, si badi,/
esattamente di 90 gradi./
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Eee… niente. De Angelis ho sempre ritenuto essere un palloncino gonfiato quando delira dietro compenso dalla Gruba, e in questa intervista (?!) ne dà ampia dimostrazione. Pur di dare del “filorusso” a qualcuno si venderebbe l’anima. Se poi può farlo nientemeno che con Conte il “populista”, ancora meglio. Ma il dottor De Angelis non ha ancora capito che non può vendersi l’anima semplicemente perché non ne ha alcuna… Neanche Giuseppe Conte, seppur con la sua lungimiranza e intelligenza, può aiutarlo a capirlo. 🤷🏼♂️
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Ma che c’entra De Angelis? Che è quello che è, ma molto meglio uno che fa a Conte domande “fastidiose” che sdraiarsi come un tappetino ai suoi piedi no? Chiamasi “avvocato del diavolo” (De Angelis). E Conte a quanto pare sa rispondere. La sua idea è chiara, sulla carta. Quello che mi chiedo io è perché non arriva fino in fondo. Invece di dire quanto sarebbe bravo lui a trattare con Trump (mah) dicesse apertamente che la strada è quella di sciogliere la Nato.
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Quante possibilità ci sono che un giornalista “del gruppo” faccia trasparire, magari impercettibilmente, una posizione anti riarmo, considerando che l’ editore ha interessi anche nel settore bellico?
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Esatto! Se al posto di De Angelis c’era Travaglio, vedevi come lo incalzava con domande scomode! Come lo avrebbe punto sul vivo!!! Sì sì…
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MT non osa neanche dargli un soprannome…
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Non riesco a capire l’utilità di questa specie di intervista; è assai probabile che i lettori della Stampa abbiano gradito soprattutto le opinioni e l’evidente orientamento del “giornalista”.
Però il presidente Conte un messaggio chiaro lo manda ai suoi (e non solo): quel “registro voci difformi ” riferito al pu**anaio pd rassicura chi è ansia per il futuro della coalizione, perché il presidente è attento alle dinamiche interne degli alleati certi.
Non saranno certo le voci difformi ad impedire di “lavorare per una sintesi politica e costruire una solida e coerente alternativa “.
Anche il presidente è testardamente unitario, come la signora Schlein. Perciò c’è speranza.
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Siamo ormai al terzo anno di legislatura.
Che 👉chiara👈 alternativa c’è a questo governo che, probabilmente, è tra i peggiori visti fino ad ora in ottant’anni?
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La stessa utilità che ha un’intervista del FQ a un politico di qualunque partito tranne il M5s…
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Avrei risposto: il candidato premier sono io. Chi altro? Solo per assistere all esplosione di fegati liberalriformisti e bellicisti.
Conte sa benissimo che il pd non vuole accordi con il m5s. È evidente. Lo fanno dire a Bersani senza farglielo dire. La componente liberale è un ossimoro rispetto al progressismo. Inconciliabili, come le persone che lo identificano. Per Conte prima che per noi elettori 5s. Ha già dato. Basta.
M5s e IV sono intorno al 20% delle intenzioni di voto. La sx sparsa oltre Avs vale almeno il 3%. Nella prospettiva del voto dovranno scegliere se costruire o distruggere. Cmque una % analoga a quella del pd. Con programmi sovrapponibili, anche se Avs come affidabilità non è, a volte, meglio della Schlein. Questo è il campo progressista. Manca chi non ha ancora scelto. O ha già scelto di non esserci.
Il programma sarà il discrimine. C è tempo. Inutile aspettare il pd. Sono i suoi elettori che decideranno con chi stare, una volta che Renzi tornerà nel comodo alveo dei loro voti. Nel 2018 scelsero altro, in tanti, e tanti di loro iniziarono ad astenersi. Sono loro il bacino in cui pescare. Gli astenuti 5s duri e puri, ammesso esistano, possono tornare protagonisti. A favore di chi, lo decideranno, anche se è più comodo accettare qualunque cosa arrivi, anziché schierarsi. Se per loro il programna del m5s odierno fosse un problema, allora non sono mai stati davvero 5s. Perché fingevano di protestare contro ciò che oggi, ma già prima, gli andava invece bene. Al punto che lo preferiscono al rdc, al decreto dignità, alla spazzacorrotti, all abolizione dei vitalizi, all abolizione del contributo all editoria, cose fatte dai loro rappresentanti, che forse non li avevano capiti. Se sei progressista, il tuo governo comincia da chi ha meno. Da tutti quelli che hanno meno. Se sei qualunquista, il tuo governo comincia da tè stesso. Sperando che le briciole di chi si abbuffa ti cadano in mano. Solo a te. Tutti gli altri nemici. Inclusi i 5s impuri. E figuriamoci Giuseppe Conte, l impuro per eccellenza. Piuttosto che lui pdc…qualunque cosa
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Ci vuole stomaco per assistere a certi “spettacoli”… ma serve a rendersi conto di come siamo messi con questi giornalai leccaqli della carciofara:
Conte sempre all’altezza, pur se 2 contro 1…
Che gentaglia!
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