Erano giorni bui. Mentre i bollettini di guerra si infittivano e la canicola imperversava, nei bar rimasti aperti alcuni coraggiosi si interrogavano sgomenti sul futuro dell’umanità e del […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Erano giorni bui. Mentre i bollettini di guerra si infittivano e la canicola imperversava, nei bar rimasti aperti alcuni coraggiosi si interrogavano sgomenti sul futuro dell’umanità e del Terzo mandato. Voci incontrollate si inseguivano sul futuro di Luca Zaia e Vincenzo De Luca e nell’ambito di un millenarismo risorgente c’era chi, alla ricerca di un qualche barlume nelle tenebre, tentava di decrittare su “Repubblica” il voluminoso saggio di Francesco Piccolo dedicato alla differenza tra antifascismo semplificato (tipo, par di capire, modello Irpef) e antifascismo complesso.
Immersi nella temperie della storia, alcuni cenacoli non rinunciavano a discettare intorno al ritorno di una figura mitica al pari di Pegaso, il cavallo alato della leggenda: il cosiddetto Federatore del centrosinistra. Che un valoroso “Foglio” avidamente compulsato dai cultori della materia sosteneva di avere individuato nel profilo di Alessandro Onorato, assessore al Turismo di Roma. Obiettivo davvero ambizioso: “Federare le migliori esperienze civiche d’Italia per offrire una quarta gamba centrista al centrosinistra per le elezioni del 2027”. Alla ricerca dunque della quarta gamba centrista, impresa degna di un Sisifo e, difatti, nel passato destinata come il famoso masso a capitombolare sulle parti basse dei temerari impegnati nell’improba sfida. Tra i tanti che vi si applicarono particolarmente ingiusto fu il destino che sembrò vanificare gli sforzi di Ernesto Maria Ruffini. Provvisto di un profilo atto a federare ma, purtroppo, accompagnato da una immeritata nomea. In quanto, si malignò, come direttore dell’Agenzia delle Entrate sarebbe risultato sia inviso ai contribuenti e sia sconosciuto agli evasori apparendo più che altro come un rottamatore non di tasse, ma di voti. Fu così che alle moltitudini disorientate il più recente autoproclamato federatore somministrò, secondo il meritorio “Foglio”, un antidoto infallibile: “Concretezza, concretezza, concretezza”. Si segnalò, tra gli altri, il fattivo sostegno “del campione di kickboxing Mattia Faraoni della scuola di botte di Simone Cicalone”. Il quale solennemente ebbe a dire: “Questo progetto mi vede in prima linea”. Non a menare, ci si augurò. Piovvero le proposte riformiste: “Ma vi pare normale che le scuole rimangano chiuse tre mesi l’anno?” osservò un giovane kamikaze della politica con un guizzo (modello Ruffini) di sicuro successo tra i suoi coetanei. Così, mentre tra un Onorato e un Cicalone si invocava l’alba di un nuovo giorno sull’imperdibile quotidiano suonò alto un nitrito: “Dove va Carlo Calenda?”. Rispose Italo Bocchino, e a questo punto qualcuno pensò che tutto sommato una guerra atomica non sarebbe stata poi così male.
“..per offrire una quarta gamba centrista al centrosinistra..”
Io una personalissima idea me la sono fatta sul perché sboccino gambe, poli e federatori in questo giardino degli orrori. La dico in maniera abbastanza comprensibile: probabilmente nessuno c’ha ancora capito un caxxo su quale campo si giocherà la partita 2027 (salvo imprevisti) per il cosiddetto csx.
Parlo dei confini. E, tutto sommato, anche di qualche giocatore. Perciò, nella confusione, in parecchi si sentono autorizzati a passare con l’ aggeggio ruotato per segnare col gesso nuove dimensioni. Tanto, chi se ne accorge?
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Le divagazioni estive sulla politica sono di solito noiose perché frutto più della calura e della noia che della ricerca di soluzioni geniali della battaglia tra i partiti. Ancora con questo centro? Ma chi ci casca ancora ? La gente combatte tra, arrivare a fine mese e il pericolo di un’ altra guerra mondiale e il mutuo e le bollette da pagare. Poi dice che uno si butta nell’ astensionismo …
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