Agenda. Questa settimana la plenaria si riunisce ancora sul riarmo e sul benessere degli animali domestici, però ignora Israele

(di Wanda Marra – ilfattoquotidiano.it) – Il Parlamento europeo giovedì vota sul “benessere” di cani e gatti, ma neanche in questa plenaria (da ieri a giovedì) ci sarà un voto su Israele. Né su Gaza, né sull’Iran. In compenso, però, l’aula di Strasburgo domani si esprimerà anche sul Rapporto di Siegfried Muresan e Victor Negrescu, rispettivamente europarlamentari di S&D e del Ppe, entrambi romeni, che contiene la proposta di prorogare di 18 mesi la possibilità di spendere i finanziamenti del Recovery (su cui Raffaele Fitto, Commissario per la politica regionale ha già espresso contrarietà), ma chiede anche la possibilità di usarli per la Difesa.

Ancora una volta le priorità dell’Eurocamera appaiono chiare. D’altra parte, se possibile, l’attacco di Netanyahu all’Iran ha approfondito le divisioni all’interno della maggioranza di Ursula von der Leyen su Israele. Una netta condanna dell’azione di Bibi ha ampia possibilità di vedere le destre votare contro. Oggi ci sarà solo un dibattito sulla sospensione degli accordi tra Ue e Israele, domani, invece, si parlerà specificamente di Gaza. Ieri il gruppo di The Left ha chiesto che fosse inserito in agenda anche un dibattito sull’Iran: si farà insieme oggi pomeriggio, insieme a quello già previsto sugli accordi. Senza voto. The Left aveva chiesto che il Parlamento si esprimesse per sanzionare il comportamento di Netanyahu nei confronti di Teheran. Solo 60 eurodeputati hanno detto sì. Tra loro Leoluca Orlando (Verdi), che spiega al Fatto: “Nessuno vuole votare per evitare spaccature”. Mentre sottolinea: “La logica dell’attacco all’Iran è la stessa di quella di Gaza”; si tratta “della conseguenza della filosofia di Kallas” che ha ribadito più volte nelle sedi ufficiali che “la pace si raggiunge con la vittoria militare”.

Invece, è dettagliatissima la proposta su cani e gatti che Strasburgo voterà giovedì. Con il progetto di legge, adottato dalla Commissione per l’agricoltura, viene stabilito l’obbligo di microchip e registrazione di tutti i cani e gatti detenuti da allevatori, venditori e rifugi, o messi in vendita o donati online. Inoltre, vengono regolamentate le importazioni a fini commerciali e l’arrivo di cani e gatti nell’Ue a fini non commerciali. Ancora. I deputati vogliono introdurre norme più severe per la riproduzione in consanguineità di tali animali, al fine di ridurre la prevalenza di disturbi ereditari. Infine, con l’esplicito obiettivo di prevenire lo sfruttamento e proteggere cani e gatti neonati, gli eurodeputati chiedono periodi di riposo obbligatori tra le gravidanze e un periodo di almeno otto settimane durante il quale cuccioli e gattini non devono essere separati dalle loro madri. Insomma, appare più urgente proteggere gli animali domestici che i bambini di Gaza.

Il Parlamento europeo non si smentisce neanche sulla volontà di virare verso l’uso di fondi del Recovery per la Difesa. Ecco alcuni dei punti cruciali. Si legge nella risoluzione sul rapporto Muresan-Negrescu al voto domani: l’Eurocamera “accoglie con favore la possibilità di utilizzare i finanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza per contribuire agli obiettivi della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa”. Poi, chiede “che sia condotta una valutazione” per capire come consentire “investimenti mirati nelle catene di approvvigionamento della difesa, nelle scorte strategiche e nell’innovazione nel settore della difesa dell’Ue, garantendo l’allineamento con i più ampi obiettivi di sicurezza europei”.

È stato Pasquale Tridico, capo delegazione dei Cinque Stelle, a evidenziare il problema ieri durante l’audizione in Commissione Econ (problemi economici e monetari) di Fitto e Dombrovskis: “Come può la Commissione giustificare lo storno di un fondo istituito per la ripresa economica e la coesione sociale verso spese militari, minando fondamentalmente l’intento originario del Recovery?”. Attacca Valentina Palmisano (5 Stelle): “Questo rapporto chiede la trasformazione del Recovery Fund in ‘Military Fund’. Voteremo contro questo rapporto che snatura i principi e i valori del Next Generation Eu, così come era stato negoziato con successo da Giuseppe Conte nel 2020. Per noi i fondi del Recovery Fund devono finanziare esclusivamente progetti di sviluppo utili ai territori e al benessere dei cittadini”.

Il Pd non ha ancora ufficializzato la sua posizione: ci sarà una discussione oggi, che si preannuncia difficile. Nel frattempo, una piazza di divisioni è all’orizzonte per sabato a Roma: quella organizzata dalla rete Stop al Riarmo per Gaza. Hanno aderito M5S e Avs. Conte ha fatto sapere che andrà, Elly Schlein sarà in Olanda al vertice del Pse, ma ha detto qualcuno dei dem andrà. Anche se il Pd non ha aderito. E i riformisti sono pronti ad attaccare.