Nozze di Bezos a Venezia, la fronda del «No» prepara il piano: «Gli impediremo di arrivare in chiesa». Dall’Anpi ai No Grandi Navi, chi aderisce a «No Space for Bezos»: «Il proprietario di Amazon è il simbolo dello sfruttamento»

(di Elvira Serra – corriere.it) – Guai a dirgli che a Venezia si sono sposati anche la Divina Federica Pellegrini o Amal e George (Clooney, who else?). «Non abbiamo niente contro i matrimoni, non siamo degli squilibrati! Ma non ci piace l’arroganza di questo miliardario che pensa di poter comprare tutto con i suoi soldi, anche Venezia. E nemmeno l’arroganza del sindaco, che gli ha messo a disposizione la Chiesa dell’Abbazia della Misericordia senza vergogna, visto che è uno spazio che si è autoassegnato da imprenditore a una delle sue società, con conflitto di interessi spaventoso», spiega Tommaso Cacciari, attivista della neonata piattaforma «No Space for Bezos», creata con lo scopo di opporsi attraverso azioni dimostrative non violente alle imminenti nozze tra il proprietario di Amazon e la sua compagna Lauren Sánchez, ex giornalista e pilota di elicotteri, fondatrice della compagnia Black Ops Aviation.
Il parterre dei Vip
E peccato se la futura Mrs Bezos avrà qualche impiccio durante la maratona di cambio d’abiti (27 in 72 ore, probabilmente per accontentare tutti gli stilisti più importanti del globo terracqueo) programmata dal 26 al 28 giugno nella città lagunare Patrimonio dell’Unesco, alla presenza di 200 very important people come Oprah Winfrey, Mick Jagger, Lady Gaga, Eva Longoria, Katy Perry, Ivanka Trump e il clan Kardashian. «Ci daremo appuntamento il 28 per una protesta colorata e pacifica. Impediremo l’accesso alla chiesa via mare con gonfiabili e barche, via terra con i nostri corpi. E non avremo problemi a violare la zona rossa, se mai ci fosse», annuncia Alice Bazzoli del Laboratorio occupato Morion che aderisce a «No Space for Bezos». Cacciari, alle spalle 12 anni di proteste contro le grandi navi, fa anzi notare l’autogol del sindaco Luigi Brugnaro: «Ha messo a disposizione una chiesa geograficamente situata nel cuore della città, all’incrocio tra cinque canali. Se anche dovessero istituire una zona rossa, noi avremmo comunque libero accesso a 200 metri di distanza».

L’adesione dell’Anpi e del Comitato No Grandi Navi
L’«Anpi 7 Martiri» di Venezia ha aderito alla mobilitazione. Come pure il «Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune». Uno dei portavoce, Stefano Micheletti, spiega perché è stato naturale dare supporto: «Il tema, qui, non è il matrimonio di un vip, al quale peraltro io non andrei nemmeno se invitato. Il punto è che Jeff Bezos è uno dei padroni del mondo, simbolo del capitalismo digitale, dello sfruttamento del lavoro, dell’elusione e dell’evasione fiscale, che peraltro accomuna le compagnie crocieristiche contro le quali ci battiamo, che hanno la sede nei paradisi fiscali. Ci sentiamo vicini a chi si è indignato per questa svendita della città».
Chi ne beneficerà
Eppure c’è chi è contento. Per esempio gli hotel designati ad accogliere gli ospiti che non dormiranno nei cinque mega yacht schierati dall’editore del Washington Post. O i tassisti, che pare raddoppieranno le tariffe. Oppure gli artigiani del vetro e della pasticceria coinvolti dall’agenzia di wedding planner Lanza e Baucina. «Sono solo briciole», taglia corto Bazzoli. «I soldi andranno alle solite lobby dei gondolieri e dei taxisti. Gli alberghi? Sono gestiti dal capitalismo finanziario, non certo dalle famigliole del posto», chiude Micheletti.
La reazione di Zaia
Aderiscono pure il Centro sociale Rivolta e gli ambientalisti di Extinction Rebellion, davanti allo sgomento del governatore veneto Luca Zaia. Dice al Corriere: «Io non capisco questa protesta per 200 persone, quando in certi giorni a Venezia arrivano fino a 150 mila turisti. Ma che messaggio di ospitalità diamo come città, regione, Paese? E poi, perché Bezos no e Marco Rossi sì? Solo perché è ricco?». Precisamente: il terzo uomo più ricco del mondo.
Zaia….ma pensa anche alla “pista da bob”……!!! ma facci il piacere…..!!
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Per ora le pubblicazioni di matrimonio di questi due carciofi non le ha viste nessuno, quindi vanno a Venezia solo per fare baldoria. Possono farlo, ma non devono pretendere che la repubblica impedisca ai suoi cittadini di sommergerli di pernacchie, limitandone la libertà di circolazione sul proprio territorio. L’ordine pubblico si può garantire anche consigliando a questi lingotti ambulanti di continuare a vivere nell’iperuranio, come fanno abitualmente. Altrimenti bisogna applicare la loro stessa logica: vuoi la zona rossa? La paghi decine di milioni di dollari al giorno.
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Lei è orrendamente rifatta, guardate che bocca che c’ha.
Ed è inquietante che sia ‘pilota di elicotteri’ con una società chiamata Black Ops che significa operazioni segrete, sostanzialmente (no quelle plastiche di lei, quelle si vedono anche troppo bene).
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